L’Unione Europea è per la dismissione, lo ha espresso più volte, delle centrali a gasolio e di certo questo intento non ha raggiunto Favignana che si appresta a veder realizzata una nuova centrale elettrica che userebbe ancora il gasolio per funzionare e produrre energia per l’isola.
A mettere in evidenza questa situazione è stato il portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato, Vincenzo Maurizio Santangelo, che ha presentato una interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico “per chiedere tra l’altro se sia a conoscenza del nuovo progetto della centrale elettrica sotto gestione SEA, ma soprattutto se sia stato predisposto il Decreto attuativo della legge 9/2014 per incentivare la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica con l’utilizzo di “fonti rinnovabili” nelle isole minori, scollegate dalla rete elettrica della terraferma, ed eventualmente quando sia prevista la pubblicazione”.
E’ quello che serve a Favignana? A questa domanda risponde sempre Santangelo: “Sicuramente una nuova centrale con un impatto paesaggistico ed ambientale notevole, come lo sono le tre ciminiere alte 15 metri e tutte le opere previste per il funzionamento, non è quello che serve a Favignana, ma ancor più strano che si possa concedere un parere favorevole da parte della Soprintendenza o di altri organi competenti, vista l’incidenza sull’ambiente. Puntare all’incentivazione della produzione di energia elettrica da “fonti rinnovabili”, per il portavoce al Senato del M5S Vincenzo Maurizio Santangelo è la strada da percorrere per la sostenibilità dell’ambiente, non dimenticando poi che dalle fonti rinnovabili possono essere garantiti anche i livelli occupazionali”.
In disegno di legge, prima firma Santangelo, (A.S. n. 1650) in discussione congiunta con altri disegni di legge sulle “isole minori” in commissione ambiente del Senato, si prevede il raggiungimento della produzione energetica da fonti rinnovabili fino al 100 % del fabbisogno energetico, anche per garantire la produzione di energia non inquinante nell’interesse primario della tutela del paesaggio, della salubrità dell’ambiente e della salute dei cittadini delle isole.
“Adesso si attendono delle risposte – conclude il senatore Santangelo – ma soprattutto ci si aspetta che venga ascoltata la comunità egadina, prima di andare avanti con la costruzione di un nuovo “ecomostro” e, si possa invece valutare seriamente la possibilità di produrre energia pulita. Magari, l’idea di iniziare a pensare alla collocazione di un cavo sottomarino che colleghi l’isola al territorio trapanese per l’utilizzo dell’energia in surplus dei parchi eolici già esistenti, potrebbe essere un inizio, visto che l’energia in surplus sembra che venga dispersa e non inserita nella rete elettrica nazionale”.