Accade a Favignana dove a proposito di energia elettrica non c’è solo il caso sulla costruzione di una nuova centrale. Indagine della Finanza
Bisogna dire che l’isola di Favignana continua ad essere al centro di piccoli e grandi scandali. Gli ultimi riguardano l’energia elettrica. A parte il caso sulla costruzione di una nuova centrale da parte della società privata che garantisce la produzione energetica sull’isola, la Sea, dove A sta per Accardi, i proprietari palermitani dell’impianto, è rimasto finora sottaciuto un vero e proprio scandalo, quello che riguarda i contatori collocati nelle case favignanesi. Se ne sta occupando la Guardia di Finanza. Fino ad oggi sarebbero stati individuati più di 200 contatori “truccati”. Ma lo scandalo vero non riguarda tanto chi ha truccato i contatori, ma pare che le Fiamme Gialle autonomamente hanno avviato l’indagine, perché pare che nemmeno i proprietari della Sea hanno presentato una denuncia. E in effetti cercando di scoprire qualcosa di più tra le carte che abbiamo potuto vedere non c’è nessun esposto della Sea. A Favignana l’energia elettrica da sempre è prodotta e fornita da una società privata, la centrale va avanti a gasolio, sebbene sull’isola il sole non manca quasi mai nessuno ha mai pensato di ricorrere a fonti energetiche alternative. Dicono che per il piano paesaggistico la soprintendenza nel caso sarebbe pronta a fare opposizione, se per esempio si pensasse ad un impianto fotovoltaico, pannelli solari insomma. Le spese sostenute dalla Sea però vengono interamente rimborsate dallo Stato, e forse anche per questa ragione nonostante i presunti furti non è mai stata presentata denuncia. E lo Stato da dove prende questi fondi? Pensate, da tutti noi cittadini della “terraferma”. Si perché nelle bollette sono inserite delle accise che vanno a confluire su un fondo per le centrali elettriche delle isole minori almeno quelle che non sono servite dalla rete nazionale. Esiste uno studio di fattibilità fatto da una autorevole società per stendere un cavidotto da terraferma a Favignana basterebbero circa 6,5 milioni di euro, ma lo Stato ancora oggi proferisce risarcire la Sea, ogni anno per un conguaglio che sembrerebbe essere di circa 6,3 milioni. Facendo un rapido calcolo basterebbero un anno o due per ripagare il cavidotto e collegare l’isola alla rete siciliana. Ma forse a Favignana la matematica è un sovrappiù: sta c…di matematica direbbero i bravi Gomorroidi.