Loredana De Petris esponente di spicco di Sinistra Italiana (Presidente al Senato del Gruppo Misto) è stata impegnata in un tour che ha toccato pure alcune città del trapanese, lo scopo è stato quello di pubblicizzare il referendum “contro le trivelle” che si terrà il 17 Aprile 2016 e ribadire le ragioni del Si.
Raggiunta telefonicamente per farci spiegare le ragioni del Si e la sua opinione sulla posizione del Governo che invita a non andare a votare.
Perché votare si?
Perché in gioco c’è la tutela dell’ambiente ma anche dell’economia dei territori interessati. Votare Si significa abbandonare la politica energetica legata al petrolio e continuare il cammino verso le energie pulite e rinnovabili. Lo sguardo rivolto alle energie pulite caratterizzano anche paesi che sono i primi produttori di petrolio, sarebbe assurdo che noi invece rimanessimo legati al passato. La posizione del Governo è legata agli interessi delle società petrolifere infatti vuole che le concessioni non abbiano un limite perché a fine concessione le piattaforma devono essere smantellate e quindi l’operazione ha un costo enorme per le società. Non avendo limite stanno lì all’infinito e dopo venti anni non devono pagare nulla allo stato perché il regime delle concessioni delle royalty funziona così, si paga il 7% sopra una quota di franchigia sotto le 50 mila tonnellate non si paga nulla.
Cosa ne pensa di chi afferma che questo referendum è inutile?
Dire che il referendum è inutile significa svilire il valore di questo strumento che rappresenta la partecipazione diretta alla vita democratica del paese. Un Governo democratico non dovrebbe esprimersi per l’astensione. L’avversità al referendum ha un collegamento anche con lo scandalo Guidi perché ci fa capire il legame stretto tra Governo e gli interessi delle società petrolifere, non solo della Total, infatti nell’affare Tempa Rossa sono coinvolte anche altre società.