Un altro sindaco davanti all’antimafia

Palmeri M5SPalmeri ( 5 Stelle) chiede l’audizione del primo cittadino di Castellammare del Golfo.

Lo scenario politico castellammarese pare avere in fretta chiuso il capitolo a proposito della capacità di arrivare fin dentro le stanze del Municipio che avrebbe avuto la cosca di Castellammare del Golfo, capeggiata dal conclamato mafioso Mariano Saracino. Fermandosi a valutare i soli aspetti emersi dall’ordinanza – e cioè quello che uno dei denunciati, Pietro Badalucco, avrebbe contattato il sindaco Coppola (che ha negato) per smuovere gli ostacoli frapposti su di un’autorizzazione tecnica da parte del dirigente dell’ufficio – sebbene sollecitata la maggioranza consiliare ha preferito buttare tutto in caciara politica, senza esaminare più di tanto il radicamento sociale che il clan Saracino era riuscito a operare. L’operazione “Cemento del Golfo” tra le cose chiare che ha fatto emergere riguarda proprio l’avvenuto ricostituirsi della cosca e quindi, si desume, la ripresa delle attività mafiose in un territorio che purtroppo spesso è apparso come facilmente permeabile da parte della criminalità mafiosa. Da qui l’intervento al Parlamento Regionale della deputata alcamese Valentina Palmeri (5 Stelle) che è intervenuta sulla questione carte alla mano, oltre al recente provvedimento restrittivo anche il voluminoso incartamento che nel 2006 portò allo scioglimento per mafia degli organi politico amministrativi della città, quando la giunta era guidata allora dall’esponente di Forza Italia Giuseppe Ancona. L’on. Palmeri si è rivolta al presidente della commissione regionale antimafia, on. Nello Musumeci, perché convochi il sindaco di Castellammare Nicola Coppola, “rispetto intanto  – dice – alle intercettazioni che lo riguardano”. Se convocato il sindaco Coppola, sarà il secondo primo cittadino della provincia di Trapani, dopo quello di Castelvetrano, Felice Errante, a essere sentito. “Il consiglio comunale di Castellammare del Golfo – afferma la deputata Palmeri – è stato protagonista nel 2006 di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose, operato dal Ministero dell’Interno. E’ nostro dovere, in qualità di rappresentanti dei cittadini siciliani, assicurare la verità quanto prima rispetto ai fatti legati all’operazione “Cemento del Golfo”. Gli interessi criminosi e mafiosi – continua la Cinquestelle – rappresentano un cancro sempre più presente nelle trame istituzionali e della Pubblica amministrazione. Chiediamo alla Commissione preposta di intervenire per fare luce sui fatti e, quindi, chiediamo di sapere quali siano i futuri approfondimenti che la stessa intenda mettere in atto”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.