CASTELLAMMARE DEL GOLFO. A seguito del comunicato del gruppo politico “Cambiamenti” pubblicato dal nostro giornale ieri mattina arriva immediata la replica del consigliere comunale del gruppo misto Ivano Motisi che dice no alla strumentalizzazione delle dimissioni e scrive un lungo comunicato in cui sottolinea una “doverosa replica per evitare che la cittadinanza sia tratta in inganno sull’effettivo evolversi della situazione politica castellammarese.”
Abbiamo deciso, così come abbiamo fatto per il comunicato di “Cambiamenti”, di pubblicarlo interamente:
“La ricostruzione dei fatti descritta da Cambiamenti è parziale e maliziosamente indirizzata a conclusioni che appaiono il tentativo maldestro (e malcelato) di addossare ad un capro espiatorio le défaillances in cui incorre lo stesso movimento che, a tratti, sbandiera (nelle sedi istituzionali ed altrove) la volontà di sfiduciare l’operato dell’Amministrazione per, poi, eclissarsi o, peggio ancora retrocedere quando si tratta di prendere una posizione determinata.
Mi riferisco, più precisamente, alla mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco Nicola Coppola che il sottoscritto Consigliere ha preannunciato nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 14 marzo 2016 e che, poi, è stata effettivamente elaborata ed inviata per e-mail in data 22 marzo 2016 a tutti i Consiglieri di minoranza (ivi compresi quelli di Cambiamenti).
La mia mozione di sfiducia, che già trovasi protocollata agli atti del Comune, lungi dal sentenziare su fatti di cronaca giudiziaria, si incentra sulle responsabilità politiche dell’Amministrazione che, nel corso di questi tre anni, ha dimostrato di aver saputo partorire “un topolino” a fronte dei grandi impegni assunti nel programma elettorale presentato nel 2013.
Ogni cittadino, bontà sua, potrà prenderne visione per riscontrare che nessuna parola data è venuta meno perchè, contrariamente a quanto sostenuto da Cambiamenti, la mia parola e la mia dignità sono al servizio esclusivamente delle Istituzioni e della collettività e non degli interessi di questa o quell’altra fazione politica.
Ebbene, dopo quel 22 marzo 2016, hanno fatto seguito dieci lunghi giorni di assoluto silenzio nel quale, fatta eccezione per qualche labiale segno di consenso, nessuno dei Consiglieri (ivi compresi quelli di Cambiamenti) ha mostrato prontezza di sottoscriverla e ciò nonostante nei contenuti riprenda le stesse questioni di cui ne hanno fatto i propri cavalli di battaglia (come ad esempio: la mancata realizzazione del depuratore, il mancato riavvio dei lavori del porto, la mancata revisione del PRG, la mancata riorganizzazione degli uffici comunali ecc…).
Solo il 1° aprile sono riuscito ad ottenere la partecipazione dei Consiglieri di minoranza per discutere sulla presentazione della mozione di sfiducia che, per legge, deve essere sottoscritta da almeno 8 Consiglieri per passare alla trattazione in Consiglio.
Ebbene la tentazione di credere che si trattasse di un “pesce d’aprile” è stata forte, ma credendo che il momento politico fosse propizio, ho fatto (forse inconsapevolmente) l’errore di fidarmi della proposta discussa in quella sede: sottoscrivere un documento (quello pubblicato da Cambiamenti) che si proponesse quale primo obiettivo di “provocare” le dimissioni del Sindaco, e non certamente le dimissioni dei Consiglieri; quest’ultima eventualità è stata prevista solo quale azione conseguente alle mancate dimissioni, da porre in essere in concomitanza con la votazione della mozione di sfiducia al Sindaco.
Come già esposto in un mio precedente comunicato, non ho fatto alcuna marcia indietro, ma ho ritenuto che una decisione nel senso delle dimissioni e/o della mozione di sfiducia dovesse seguire e non precedere il dibattito in Consiglio (sede istituzionale naturale ove discutere delle questioni politiche).
La seduta straordinaria del Consiglio Comunale del 7 aprile, per i toni assunti in alcuni interventi, mi ha convinto che le mie dimissioni non potevano essere sponda per chi chiede al Sindaco di dimettersi su ipotesi che, allo stato, non trovano riscontro in alcun atto di indagine.
Se così è, allora, ritengo che la censura alla Amministrazione comunale debba avere contenuti diversi, ovvero esclusivamente politici, e debba seguire il suo corso fisiologico, ovvero quello della mozione in Consiglio.Un’ultima precisazione mi sia consentita: le mie dimissioni non sono condizione indispensabile perchè lo facciano gli altri dieci considerato che le dimissioni sono atto individuale del Consigliere comunale; chi vuole, si faccia avanti.
Quanto, poi, all’asserita perdita del ruolo di controllo da parte del Consiglio Comunale nell’ipotesi di dimissione di dieci Consiglieri atteso che l’effetto sarebbe limitato alla loro surroga, è impossibile trattenere un sorriso: la surroga, cari lettori, porterebbe all’ingresso in Consiglio dei primi non eletti della loro stessa lista (Cambiamenti).
La conclusione è spontanea: resta da immaginare che gli attuali Consiglieri di Cambiamenti non si fidino delle capacità degli appartenenti al loro movimento (che si surrogherebbero a loro) o, piuttosto, che – di fronte alla frettolosa decisione di dimettersi – per paura di non perdere il proprio posto in Consiglio, sia stato necessario correre ai ripari: come dicevo, addossare sul capro espiatorio le colpe dei propri errori!
Il Consigliere Ivano Motisi”