Papania, ci sarà il ricorso in appello

papaniaI difensori dell’ex parlamentare diffondono una nota annunciando di volere impugnare la sentenza. Intanto il gup quantifica in 100 euro cadauno il danno agli elettori “raggirati”.

“Il nostro assistito (senatore Nino Papania ndr) è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di concorso esterno in associazione a delinquere ma è stato condannato per una accusa, voto di scambio, dalla quale non si è potuto difendere perché mai correttamente contestata”.

Questo l’assunto degli avvocati Nino Mormino, Pietro Riggi e Vincenzo Catanzaro a poche ore dalla sentenza del gup del Tribunale di Trapani, giudice Lucia Fontana, che al termine del processo svoltosi col rito abbreviato ha condannato a 8 mesi il senatore Papania ed altri quattro imputati con pene oscillanti fra sei e otto mesi. Vicenda giudiziaria che riguarda le elezioni amministrative del 2012. I condannati per il gup hanno messo su una serie di associazioni, poi accreditate al banco delle opere di carità, al fine di avere a disposizione pacchi di alimenti da distribuire alle famiglie indigenti così da “comprarne” il voto.

“Aspetteremo di leggere le motivazioni – dicono i tre avvocati – per cercare risposte alle nostre più che giustificate perplessità’ giuridiche che ha suscitato la lettura del dispositivo della sentenza”.

La sentenza appena pronunciata dal giudice Fontana ha un risvolto clamoroso. Il giudice ha sentenziato inoltre che truccare il risultato elettorale col voto di scambio produce un danno agli elettori, e così i 112 elettori alcamesi costituiti parte civile cadauno dovranno avere 100 euro, questa la misura economica del danno procurato dagli imputati condannati.

Diecimila euro dovrà avere invece il candidato battuto al ballottaggio, a causa sempre del voto di scambio, l’avv. Niclo Solina, superato per una manciata di voti dal candidato Pd Sebastiano Bonventre. Quattromila euro invece per il Comune di Alcamo. I cinque condannati dovranno pagare anche spese legali e processuali.

Ma gli avvocati anche in questo caso mettono le mani avanti e spiegano: “Resta inteso che la sentenza e quindi tutte le statuizioni ivi contenute a carico di tutti gli imputati non hanno effetto se non con la definitività’ del procedimento penale. Nel nostro caso occorreranno ancora altri due gradi di giudizio. Una volta depositate le motivazioni porteremo alla attenzione del giudice superiore d’appello tutte le nostre riflessioni giuridiche nella piena consapevolezza della assoluta estraneità del nostro assistito. La sentenza di oggi è una sentenza di primo grado che è soltanto il primo gradino che occorre percorrere per l’accertamento dei fatti, e che nel nostro ordinamento giuridico non rappresenta un accertamento di responsabilità”.

Intanto però non c’è dubbio che il pronunciamento giudiziario conferma quello che ad Alcamo si disse subito all’indomani delle elezioni e già durante la campagna elettorale e che cioè c’era chi andava in giro comprando voti a favore del candidato Bonventre e delle liste collegate. Una campagna elettorale che si è conclusa con le dimissioni di Bonventre che dopo tira e molla pochi mesi addietro ha deciso di dimettersi.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.