“Rispetto ma non condivido, violato ogni diritto”

papaniaRompe il silenzio e parla l’ex senatore Nino Papania dopo la condanna per concorso in voto di scambio.

“Rispetto la magistratura, continuo a esprimere fiducia ma tuttavia non condiviso, sono rimasto amareggiato e sorpreso dalla sentenza”. L’ex senatore del Pd Nino Papania prende carta e penna e scrive la sua dichiarazione a poche ore dalla sentenza di assoluzione dall’associazione a delinquere ma di condanna per concorso in voto di scambio pronunciata dal gup Lucia Fontana, pena inflitta (con condizionale) 8 mesi , sospensione dall’elettorato per la durata della pena, pagamento di spese processuali e legali, compresi i 100 euro per ciascuno dei 112 elettori costituitisi parte civile, spese a carico di Papania e degli altri quattro condannati, Giuseppe Bambina, Filippo Renda, Giuseppe Galbo e Massimiliano Ciccia. Papania preferisce affidarsi ad uno scritto e rifiuta le interviste. Il momento è delicato e quindi misurare le parole è cosa opportuna.

E così spiega: “Amareggiato in quanto ritenevo che con l’ udienza preliminare durata circa due anni e con l’acquisizione di molti documenti e atti, fosse documentata la mia totale estraneità al reato contestatomi e credevo in un’ assoluzione con formula piena. Ma nonostante il giudice ha riconosciuto la mia estraneità al fatto contestato, con un artificio mi condanna per il voto di scambio”. I suoi difensori lo hanno già detto, sentenza di condanna per un fatto non contestato, l’ex senatore aggiunge, “è in evidente violazione con i principi costituzionali del giusto processo e della Convenzione Europea dei Diritti dell’ Uomo ormai consolidate, però questo fatto mi pone dei seri dubbi, in un processo in cui non parlo con nessuno, quasi non ci sono, vengo condannato perché esisto o perché sono stato espressione del potere politico ?”.

L’ex senatore però rispetto a ciò che hanno già detto i suoi legali sottolinea: “Nel processo, in cui ero parte offesa, che si è celebrato anche quello celebrato dinanzi al GUP di Trapani con il rito abbreviato, il giudice qualificò diversamente il capo d’imputazione e la Corte di Appello di Palermo annullò la sentenza. Debbo pensare e ritenere che seguirò stessa sorte ma la gogna mediatica continuerà. La sentenza di condanna della dr.ssa Fontana per voto di scambio viola, inoltre, il principio del ne bis in idem essendo imputato davanti al dr. Messina per voto di scambio, allo stato in sede di celebrazione”.

Papania infine evidenzia quello che per lui è un errore del giudice: “sono stato assolto come tutti gli altri imputati dall’accusa di associazione per delinquere perché il fatto non sussiste. La condanna per concorso in voto di scambio mi è stata inflitta dal Giudice attraverso una riqualificazione delle condotte enucleate nel capo d’imputazione per il quale vengo anche assolto”. E conclude: “Così come da uomo delle Istituzioni ho sempre creduto in esse ancora una volta affronterò serenamente il giudizio consapevole di avere commesso errori ma di non avere commesso alcun reato”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.