Il consigliere ribatte a Vito Santoro e dice che altri sono i politici che creano imbarazzo

SaloneSantoroSaloneA leggere le dichiarazioni del dott. Vito Santoro la replica del consigliere Salone era nei fatti. La vicenda è nota. Santoro quale coordinatore comunale del Pdl un paio di anni addietro aveva richiamato pubblicamente Francesco Salone ad una condotta politica tale da non provocare cadute di stile e soprattutto interventi della magistratura. La “guerra” scoppiò con la presa di distanza che Salone prese allora dal gruppo consiliare trapanese del Pdl e per alcune sue iniziative personali, la querelle col cugino a proposito di una non corretta campagna elettorale, l’assunzione presso una azienda tale da prefigurare costi a carico del Comune per i relativi rimborsi. Per salone l’azione di Santoro era diffamante, per il giudice che ha assolto Santoro invece no. E assoluzione alla mano oggi Santoro, sebbene privo di incarichi politici, è tornato all’attacco. Stessi argomenti. Francesco Salone ha però replicato: “Le sentenze – ha detto – non si commentano. Eventualmente si appellano e se sarà il caso lo deciderò con i miei legali e lo renderò noto”. E a proposito delle vicende giudiziarie, voto di scambio, assunzione e rimborsi , Salone mette i cosidetti puntini sulle i: “Il trito argomento del voto di scambio, buono solo per le polemiche di chi non ha altre ragioni da sostenere, s’è concluso con una archiviazione senza che sia mai stato preso nei miei confronti alcun tipo di provvedimento. Riguardo l’ormai vexata quaestio della assunzione presso l’impresa Delfino 2000 di San Vito Lo Capo, ho più volte ribadito che la collaborazione con essa è durata per 16 mesi, che ogni documento relativo è alla luce del sole (di 1600 euro circa di netto in busta si trattava, e non di 2500 come intenzionalmente scritto nel comunicato del dott. Santoro), che sono stato assunto 7 mesi dopo e non all’indomani delle elezioni, e che a differenza di altri colleghi consiglieri, ad oggi non beneficio della legge 30, per cui bene vengano, se ritenuti necessari dagli inquirenti, ulteriori accertamenti ed approfondimenti di qualsivoglia natura”. E aggiunge: “Per quanto riguarda il mio metodo di raccolta dei voti nel 2012 è lo stesso che ho utilizzato per le Regionali e che utilizzerò per le prossime campagne elettorali: ci ho messo e ci metterò la faccia, il cuore, la passione e la vitalità che ad oggi mi contraddistinguono e mi differenziano dai vecchi barbogi della politica cittadina e dell’allora Pdl in particolare”. Da un punto di vista politico nessun passo indietro: “I motivi del dissenso politico con i vertici provinciali del Pdl dell’epoca che portarono me ed altri a costituire un diverso gruppo consiliare c’erano allora e ci sono ancora oggi. Anzi, oggi tali motivi di dissenso sono amplificati e permangono dentro Forza Italia. La parabola discendente del Pdl, la crisi di leadership dentro Forza Italia, la crisi permanente dentro il centrodestra mi danno ragione e, ovviamente, non è la sentenza di oggi che cambia né questi fatti, né la mia valutazione politica”. Infine stoccata finale: “Mi stupisce infine che l’ineffabile dott. Vito Santoro in quanto responsabile del Pdl si sia preoccupato del danno di immagine del partito solo con riferimento alle mie personali vicende e mai si sia preoccupato di analoghe condizioni in cui incorrevano altri consiglieri del suo stesso partito che fin dall’inizio dei propri mandati fruiscono e continuano a fruire dei rimborsi previsti dalla legge 30. Peraltro per la vicenda che mi riguarda mai sono stati presi provvedimenti della magistratura. Santoro non si è mai scandalizzato invece di chi, con ben più pesanti accuse per reati associativi, è ancor oggi impegnato in processi penali e milita nel suo stesso partito”. Replica ineccepibile si potrebbe dire, ma ci chiediamo perché non fare i nomi, alla fine per esempio è evidente il riferimento al senatore Antonio D’Alì’ (reati associativi cita Salone, il senatore è infatti sotto processo in appello per concorso esterno in associazione mafiosa), ma pare che ancora oggi far questo nome sia un tabù. Orsù serve un po’ più di coraggio almeno politico che peraltro a Salone in altre occasioni non è mancato.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.