“Nessuna estorsione, hanno fatto uno spot per mettere a tacere Maniaci”

Interrogatorio e conferenza stampa del direttore di Telejato e dei suoi difensori

Pino Maniaci“Pago le mie denunce contro la Saguto e la sua gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale. Basta leggere le intercettazioni per capirlo: era lei a sollecitare che si indagasse su di me. Assistiamo ad una giustizia a due velocità: c’è gente libera, indagata per corruzioni milionarie, mentre io sono stato massacrato e mi trovo un divieto di dimora per accuse ridicole”. Si definisce un “protagonista”, nel bene e nel male, e, come ha sempre fatto, rilancia attaccando. Pino Maniaci, giornalista di Telejato, accusato di estorsione, dopo essere stato interrogato dal gip convoca i giornalisti nello studio dei suoi legali e parla di vendette e complotti. “Per notificarmi il divieto di dimora – dice – hanno aspettato un blitz antimafia che con me non c’entrava niente. Io accanto a boss pezzi di m…, che ho sempre accusato”. Poi ha aggiunto: “domani Telejato chiude, perchè, avendo altri pensieri, non ho potuto raccogliere i soldi, anzi il pizzo, per pagare la bolletta della luce che scade domani”. L’interrogatorio di Maniaci da parte del gip Sestito, presenti anche i pm titolari dell’indagine, si è svolto stamane al Palazzo di Giustizia di Palermo. E’ durato due ore. “Il nostro assistito – hanno detto gli avvocati Ingroia e Parrino – ha risposto in modo esauriente a tutte le domande. Non c’è stata alcuna estorsione. Abbiamo chiesto al gip di revocare la misura cautelare del divieto di soggiorno nelle province di Trapani e Palermo, in alternativa di adottare una misura più leggera e cioè quello del divieto di avvicinarsi e/o incontrarsi con le persone offese”. La decisione il gip la prenderà nelle prossime ore. Finito l’interrogatorio Maniaci e i suoi legali hanno incontrato la stampa. L’attacco agli inquirenti è preciso. “Siete stati messi dinanzi ad un processo mediatico – hanno detto a muso duro i due avvocati – con il confezionamento di un vero e proprio spot per denigrare la figura giornalistica di Pino Maniaci, sono state diffuse intercettazioni che nell’ordinanza nemmeno ci sono perché prive di valore probatorio, ci apprestiamo a presentare denuncia per come l’indagine è stata gestita. Adesso noi vi forniremo non uno spot ma una riproduzione che dimostra come mai Telejato ha ammorbidito l’informazione riguardante le amministrazioni di Partinico e Borgetto. “Nelle carte della Procura – ha detto l’avv. Antonio Ingroia – non c’è la prova che Maniaci abbia ammorbidito le sue inchieste in cambio di soldi. Credo che la Procura di Palermo abbia avuto una caduta di stile nell’accomunare il nome di Maniaci a quello dei mafiosi. Forse abbiamo fatto troppa antimafia con i simboli. Maniaci non lo santificavo prima e non lo demonizzo ora». I soldi del sindaco? “Somme dovute per una pubblicità”. Le intercettazioni? “Parole estrapolate dal contesto”. Maniaci si è pubblicamente domandato poi perché, se l’accusa è quella di estorsione, “non sono stato arrestato?”.“Io – ha detto Maniaci – ho denunciato il ruolo inquinante del mafioso Salto all’interno dell’amministrazione di Borgetto, mi è toccato venire colpito da un provvedimento giudiziario che comprendeva anche l’arresto di questa persona senza che niente ci accomunava e ci accomuna”. “Assistiamo ad una giustizia a due velocità – ha detto Maniaci – c’e’ gente libera, indagata per corruzioni milionarie, mentre io sono stato massacrato e mi trovo un divieto di dimora per accuse ridicole”. Complotto e ordito da chi? “Non so chi c’è dietro questo complotto contro di me – ha risposto Maniaci – comunque la Saguto sapeva molte cose. Alla fine di questa inchiesta si vedrà come fosse del tutto inconsistente e molta gente mi dovrà delle scuse”. Un fiume in piena, come suo stile. Maniaci ha evidenziato come l’anticipazione del blitz finita sul quotidiano La Repubblica arrivò a pochi giorni dall’avvio di alcuni inchieste giornalistiche come quella sulle consulenze del Tribunale Fallimentare di Palermo. Maniaci ha replicato al vice presidente della commissione nazionale antimafia, Claudio Fava, che ha chiesto le scuse del direttore di Telejato. “Io scusarmi con Fava? Sarà lui a scusarsi con me quando tutto questo sarà finito”. E quelle parole in libertà, la storia dei cani uccisi, gli interventi a favore di quella donna indicata dagli inquirenti come la sua amante? “Parole in libertà, che possono fare parte della sfera privata anche di ognuno di voi – ha detto rivolto ai giornalisti – porto dentro di me il dolore per quei cani così brutalmente uccisi, io per quel fatto ho presentato denuncia ai carabinieri contro ignoti, i carabinieri nemmeno sono venuti a fare un sopralluogo dove i miei cani sono stati straziati, quella donna è una persona che vive un momento di forte difficoltà per via della figlia grave portatrice di handicap, io oggi sento di dovere chiedere scusa alla mia famiglia, sono sereno”

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.