L’ex presidente Sau Dolce chiama in causa il Comune per il risarcimento derivante dalla sentenza di condanna dell’ex sindaco, per Damiano il suo predecessore non può sedere a Palazzo Cavarretta
Un fulmine a ciel sereno, in effetti, non si può dire. Il fulmine c’è stato, il ciel sereno non c’è. A parte quello meteorologico, sereno non ce n’è nemmeno nelle stanze della politica, il “fulmine” è tutto politico. Il sindaco Damiano contro il consigliere Fazio. Non è una novità. Ma c’è un fatto nuovo. “In nome della legge” per Damiano Fazio non può sedere a Palazzo D’Alì. Non l’ha detto così direttamente, ma con una nota inviata al presidente del Consiglio comunale Peppe Bianco, al prefetto Falco e al segretario generale del Comune, ha posto il problema, siano loro a valutare, d’altra parte Damiano, come ogni sindaco, non ha alcun potere di dichiarare decadenza, ma può evidenziare la problematica. Ecco il “fattaccio”. Il Comune è allo stato chiamato in causa, come terzo, in un procedimento civile che vede Fazio come soggetto destinatario di una richiesta di risarcimento del danno. E siccome questo “danno” deriva dall’esercizio delle sue funzioni di sindaco della città, il ricorrente ha anche citato il Comune. Il ricorrente è l’ex presidente della Sau, Vito Dolce, parte offesa nel procedimento penale che si è concluso in via definitiva con la condanna dell’ex sindaco Fazio per tentata violenza privata. Faccenda arcinota, riguardò la gestione dei rifiuti e la posizione del sindaco Fazio contrario a cedere la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti all’Ato “Terra dei Fenici” e che trovò l’opposizione del rappresentante del Comune nel Cda dell’Ato , avv. Vincenzo Scontrino. Fazio per avere le dimissioni di Scontrino esercitò pressione, per dirla elegantemente, nei confronti del presidente della Sau Dolce, rimosso dal suo incarico per non avere ottemperato al diktat del sindaco, “o Scontrino lascia oppure revoco lei”. Fu revocato Dolce dopo un colloquio tra i due molto pesante da parte di Fazio, Dolce registrò quella sfuriata e la consegnò in Procura dopo avere perduto la poltrona di presidente della Sau. Fazio finì indagato, imputato e condannato, commentò quella condanna dicendo di averla subita consapevole però di avere tutelato la città. Dolce ottenne dal giudice penale una provvisionale, adesso ha avviato la causa civile per il risarcimento del danno. Dinanzi al giudice civile Dolce ha chiamato in causa anche il Comune, l’on. Fazio attraverso il suo legale ha chiesto l’estromissione del Comune dichiarando di assumersi in toto e personalmente la responsabilità di tutto, ma il giudice civile ha respinto l’istanza e il Comune è terzo chiamato in causa. Si è così creato una sorta di corto circuito, Fazio è consigliere comunale e il Consiglio comunale è tutto dentro la causa civile. Per Damiano a rigor di legge si è creata una incompatibilità per l’ex sindaco, non può sedere a Palazzo Cavarretta. Al presidente del Consiglio comunale, al prefetto Falco e al segretario generale del Comune ha scritto dicendo loro che a suo avviso c’è da verificare “l’ipotesi di legale decadenza dalla carica di consigliere comunale dell’on. Girolamo Fazio” causa “lite pendente in giudizio come parte contrapposta al Comune di Trapani chiamato in garanzia per responsabilità oggettiva e solidale con il convenuto Fazio per il risarcimento dei danni chiesti dinanzi al Tribunale di Trapani dal sig. Vito Dolce”. Adesso il presidente del Consiglio comunale Peppe Bianco dovrebbe portare la questione in aula cui spetta il voto sulla sollevata incompatibilità. Ma potrebbe anche intervenire il prefetto Falco che ha i poteri per decretare la decadenza. L’on. Fazio ha sempre mostrato i muscoli contro Damiano, ma finora ha perduto, Damiano non ha mai alzato la voce nel dibattito politico, anche nei momenti più caldi, ma si è sempre mosso con fare guardingo. Anche in questa occasione, ha lanciato il sasso senza però nascondere la mano. Quella di Damiano è certamente una sindacatura destinata all’esaurimento, difficile una sua ricandidatura, e per questa ragione si è sempre sentito dire di un “ritorno” di Fazio a Palazzo D’Alì. Ma oggi dopo la nota di Damiano si pone un problema di incandidabilità per l’on. Fazio. Damiano dopo avergli tolto la poltrona di assessore adesso per sempre gli vuol togliere quella di sindaco. C’è da scommettere che i fulmini torneranno a scoccare. Saranno fulmini e saette, forse sarà ora di dotarsi un po’ tutti di parafulmini.