L’indagine chiusa troppo in fretta. Ingorgo consulenze, restauro Palazzo Lucatelli, stipendi non pagati da marzo, intanto l’ex dipendente Braschi presenta un pignoramento
Abbiamo l’impressione che tutto quello che in queste settimane si è detto sui destini e su quanto accade a proposito di Luglio Musicale sia stato veramente poco. A parte la rottura incredibile tra il sindaco Vito Damiano e il sovrintendente rimasto in pectore Giovanni De Santis, incredibile perché i rapporti tra i due sembravano essere idilliaci, è sui costi dell’ente che pare si sia stato detto poco o praticamente nulla. Mentre infatti si stava preparando la cassa per garantire al prossimo sovrintendente il giusto stipendio, un lauto stipendio , adesso si scopre che la situazione finanziaria del Luglio non è messa alquanto bene tanto che privo di liquidità non sono stati pagati gli stipendi ai dipendenti. Peraltro gira a Palazzo D’Alì la notizia, non irrilevante, che la dotazione finanziaria 2016 per il Luglio Musicale sarà all’incirca dello stesso importo che serve a pagare gli stipendi annui. Ed allora la spesa per lo stipendio del sovrintendente da dove doveva essere presa? Ma c’è di più , pare che a gravare sul deficit siano le spese per non poche consulenze affidate nel recente periodo e inoltre quelle per il progettista incaricato del recupero, parziale, di Palazzo Lucatelli, l’ing. Stefano Nola, ex presidente del Consiglio comunale, peraltro per un periodo politicamente legato a De Santis, quando questi sedeva anch’egli a Palazzo D’Alì. Sembra proprio che la “rottura” tra Damiano e De Santis sia avvenuta su questa nomina, dal costo pare di 70 mila euro. Damiano, tardi, si è accorto che l’incarico non è stato frutto, come forse doveva essere, di un avviso pubblico, ma si è trattato di una nomina diretta e siccome alla spesa partecipa il Comune, la procedura doveva avere una “evidenza pubblica”. Tutto questo è accaduto mentre in fretta a Palazzo Cavarretta , in Consiglio comunale, si è deciso lo scioglimento della commissione d’inchiesta sul Luglio Musicale, il suo presidente, il geologo Ninni Barbera, ha deciso che non c’erano ragioni per cui la commissione doveva proseguire i suoi lavori. Probabilmente l’inchiesta invece serviva continuarla, se oggi davvero l’ente artistico rischia di chiudere malamente la propria storia, e, va detto, non certo per ragioni che risiedono nel recente periodo ma che risalgono anche a un buon decennio addietro. Dobbiamo dire che la nomina di un consigliere delegato esperto del settore artistico culturale, quale è il buon Giovanni De Santis aveva indotto in tanti ad apprezzare la scelta del sindaco Damiano. Finalmente un vero tecnico. E De Santis ha avuto il merito di mettere in campo iniziative a parte la classica “lirica” che sono riuscite a “colpire” l’attenzione, anche per la estrosità. A Trapani una certa vitalità culturale c’è indubbiamente stata, ma De Santis forse pensava di potere essere in tutto e per tutto “un uomo solo al comando”, questo potrebbe essere stato il suo errore. La vicenda del bando per sovrintendente poi ha fatto il resto, con una serie di voci che si sono rincorse e si rincorrono ancora su un bando che sarebbe stato ad personam. Peraltro è notizia di qualche giorno, cosa tenuta ovviamente segreta, come tutte le cose che fanno impaccio e non vanno perciò raccontate, che l’ex segretario generale del Luglio Musicale la dott. Sabrina Braschi ha fatto notificare un pignoramento per circa 40 mila euro, conseguenza di un contenzioso avviato tempo addietro dal Luglio Musicale (all’epoca amministratore era l’ex segretario generale Galfano) e perduto. Possibile che di tutto questo non si parli? In Consiglio comunale si è fatto sentire la voce il capogruppo Pd Vincenzo Abbruscato, c’è una sua interrogazione, e le prime risposte arrivate dal sindaco Damiano per Abbruscato “sono insufficienti”. La Cisal intanto ha fatto sentire la sua voce, svelando un’altra circostanza rimasta pressoché segreta: “Quindici giorni di tempo per pagare quanto dovuto ai dipendenti dal Luglio Musicale Trapanese”. I dipendenti del Luglio , sulla cui professionalità nulla quaestio , si tratta di esperienze che notoriamente sono invidiate da altri enti artistici, sono senza stipendio da due mesi, i debiti maturati nei confronti dei dipendenti riguardano anche “3.000 ore di straordinario debitamente certificato, circa 600 ore per lavoratore, 430 euro di quote sindacali trattenute e non versate al sindacato dal mese di settembre 2015 al mese di febbraio 2016. Risorse quest’ultime utilizzate per far fronte a impegni più urgenti che avrebbero potuto comportare maggiore esposizione e quindi danno per l’ente”. Il segretario di categoria della Cisal Li Causi avverte: “si tratta di contributi prelevati dalla busta paga dei lavoratori e che se utilizzati, cosi come asserisce il suo presidente, per altri scopi, comprenderà benissimo che non ci sono altre soluzioni se non quello di ricorrere alle autorità preposte per la tutela dei diritti dei lavoratori”. Tutto qui? Sembrerebbe di no, i debiti riguarderebbero anche il Tfr, qui l’ammanco, mancato versamento, sarebbe di 200 mila euro. Vien da cantar l’aria, …madamina il catalogo è questo.