Il lutto sul “2 Giugno” trapanese

IMG_3158Una festa turbata dalla morte del maresciallo Mirarchi, poi assegnate “le medaglie della liberazione”.

Le parole del prefetto Leopoldo Falco pronunciate gà ad apertura dell’intervento in piazza Vittorio Veneto appena dopo avere deposto col vice sindaco di Trapani, Giuseppe Licata, una corona d’alloro ai piedi del monumento ai caduti, sono state quelle che immediatamente sono diventate le parole di tutti, “non è stato colpito solo un carabiniere ma è stato colpito ognuno di noi”. Il ricordo del maresciallo capo Silvio Mirarchi è stato la costante delle parole ufficiali, anche da parte del vice sindaco Licata e del vescovo Pietro Maria Fragnelli, ma anche di quelle non ufficiali.

IMG_3152Il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Stefano Russo, non appena arrivato in piazza è stato accerchiato da tanti uomini in divisa, anche carabinieri, tutti pronti ad esprimere cordoglio e solidarietà, ma sapere, conoscere, quel maresciallo caduto nell’adempimento del suo dovere.

“L’immagine dei carabinieri – dice il prefetto Leopoldo Falco – è quella che più di altre rappresenta lo Stato, i carabinieri sopratutto nei paesi e nell’entroterra, rappresentano lo Stato, quello immediatamente più vicino ai cittadini, se cerchiamo in modo figurato i valori della nostra Democrazia ecco che l’immagine che ci balza dinanzi è quella del carabiniere. Chi colpisce un carabiniere – ha concluso il prefetto Falco – colpisce tutti gli Italiani perché loro ci rappresentano e sono li per difenderci”.

IMG_3154Anche il vice sindaco di Trapani Licata ha voluto ricordare il maresciallo Mirarchi: “Purtroppo i violenti ci sono, si trovano ovunque, ma la Giustizia saprà neutralizzarli. Malgrado tutto, dobbiamo farcela unendo le nostre forze e le nostre intelligenze, stando insieme lealmente, nella consapevolezza che ce la faremo solo se avremo un obiettivo comune: la democrazia, il lavoro per il benessere ed il progresso”. Ed ancora il vice sindaco Licata ha voluto affrontare il tema di questa nostra Democrazia Repubblicana nei suoi 70 anni: “Il 2 giugno del 1946 gli italiani scrissero una delle pagine di maggiore importanza nella storia del paese, dando il via alla ricostruzione post bellica ed alla trasformazione economica, che avrebbe cambiato radicalmente l’Italia, da paese agricolo, a paese industriale, fino a giungere al boom economico degli anni ’60 che molti dei presenti hanno vissuto e ricordano con soddisfazione.

I giovani non avendolo vissuto, ne hanno avuto conoscenza attraverso gli studi scolastici, e sicuramente, ne sperano il ritorno, sia per il loro ma anche per un nostro futuro migliore, per lasciare alla spalle la crisi economica che già da qualche anno ha riesumato il fenomeno dell’emigrazione verso il nord. Come il popolo africano che fugge dalla terra natia puntando il timone delle carrette del mare – predestinate al naufragio – verso il nord che, spesso, coincide con i porti della Sicilia e della nostra Trapani”. A seguire nel salone della prefettura c’è stata la consegna delle “medaglie della liberazione” atre partigiani, Rosario Parrinello, Francesco Barraco e Carlo Alieri.

Una “medaglia d’onore” – riconoscimento per coloro che sono stati deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale – è stata consegnata, alla memoria, ai familiari di Antonino Di Graziano. Una cerimonia che si è conclusa con il “Gran Galà del Bel Canto” a cura del coro del Conservatorio “Scontrino”, con il tenore Pietro Ballo e il soprano Micaela Carosi – e la performance “Le donne e il voto” dell’attrice Jolanda Piazza. Tante le dichiarazioni rilasciate in questa giornata avendo come ricordo il sacrificio del maresciallo Mirarchi. In particolare il senatore Vincenzo Santangelo (5 Stelle) è tornato a rimarcare il silenzio che il ministro dell’Interno Angelino Alfano continua ad offrire rispetto a interrogazioni parlamentari che gli sono state presentate sul tema della sicurezza, “abbiamo evidenziato – ha detto Santangelo – la recrudescenza del fenomeno e la scarsezza di uomini e mezzi per fronteggiarlo, non possiamo sempre affidarci alla buona volontà dei pochi investigatori esponendoli a rischi pericolosi e mortali come purtroppo dimostra quanto accaduto al maresciallo Mirarchi, non ci saranno mai parole giuste per ricordare questo carabiniere ma anche tutti gli altri donne e uomini delle forze dell’ordine che presidiano questa terra che noi non dimentichiamo essere la terra del latitante Matteo Messina Denaro, ma forse il ministro questo lo ricorda solo per cercare audience”.

Dichiarazioni sono arrivate anche dai sindacati, Cgil, Cisl e Uil, dal Pd, dalla senatrice Orrù, dall’on. Antonella Milazzo, dolore espresso da tanti sindaci in particolare da quelli di Marsala, Di Girolamo, e Petrosino, Giacalone che così sul suo profilo Facebook ha voluto scrivere: Oggi è la festa della Repubblica Italiana. Ma va detto che in questa parte d’Italia più che una festa è una guerra che combattiamo a mani nude per difendere quei valori di democrazia, libertà e legalità. L’uccisione del maresciallo dei carabinieri Silvio Minarchi, colpito nelle ultime ore alle spalle durante un appostamento, ne è la triste ed ennesima dimostrazione. Sappiano i rappresentanti e le alte cariche dello Stato che da queste parti le forze dell’ordine sono state lasciate a combattere e difenderci con armi impari. Conosco bene la dedizione e la preparazione della loro guida: il giovanissimo e valoroso capitano Carmine Gebiola.

È principalmente grazie a loro se ci siamo fatti coraggio. Ho visto uomini e donne lavorare con turni massacranti, senza mezzi e nemmeno una paga decente. Ho visto i loro volti di imbarazzo e rabbia davanti ad una nuova legge o ad una nuova sentenza che ha mortificato anni di indagini e lavoro. Più che esprimere un doveroso cordoglio dovremmo chiedere scusa per come li abbiamo lasciati lavorare. Dovremmo mostrare anche a loro che l’Italia è una Repubblica per cui la vale pena battersi e festeggiarne il trionfo dei suoi principi fondanti”.

Anche l’associazione Libera ha diffuso un documento, anche Libera non solo solidarietà e cordoglio: E’ sotto gli occhi di tutti gli sforzi operati dalle Forze dell’Ordine del trapanese, impegnati nel fronteggiare la grave situazione di criminalità oramai diffusa. Non passa giorno che non venga riportata la notizia di una attività di indagine andata a buon fine. Se ciò è possibile lo si deve all’operato di uomini e donne delle diverse Forze di Polizia che, come il maresciallo Mirarchi, sono impegnati quotidianamente a cercare di rendere più sicura la collettività, anche a costo del sacrificio della propria vita. Certamente l’attività investigativa condotta dalla magistratura e dai colleghi del Maresciallo Mirarchi sapranno individuare i responsabili dell’atroce delitto ed assicurarli alla Giustizia. Il Coordinamento Provinciale di Libera si stringe attorno alla moglie ed ai figli del Maresciallo ed a tutta l’Arma dei Carabinieri. Nella memoria del Maresciallo Mirarchi possa trovare ulteriore vigore l’impegno nella lotta contro la criminalità, per un futuro più sereno della nostra terra”.

Nella serata di venerdì 3 giugno 2016, presso la chiesa dei Salesiani di Marsala, con ingresso dalla via Dello Sbarco, sarà allestita la camera ardente. Sabato 4 giugno, alle ore 11, saranno celebrate, in forma solenne, le esequie del militare caduto, presso la chiesa S. Tommaso in Canterbury (Chiesa Madre) di Marsala, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di corpo d’armata Tullio Del Sette.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.