CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Dopo la notizia pubblicata da noi sui lavori di pulizia della cala Campana “bloccati” dalla guardia costiera di Castellammare del Golfo per “mancata comunicazione agli organi competenti”, l’associazione Sicilia Antica ci ha mandato un comunicato che pubblichiamo interamente:
“L’Associazione SiciliAntica, sede di Castellammare del Golfo, associazione di volontariato da anni impegnata per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del ricco patrimonio culturale e ambientale del territorio, esprime tutta la propria amarezza per l’ennesimo scempio che ha colpito la preziosa spiaggetta cittadina di CALA CAMPANA.
La Campana, – scrive il presidente Ignazio Sottile – infatti, per moltissimi anni è stata interessata da scarichi abusivi di materiale edile di risulta (travi di cemento, ferraglia, travature, ammattonato, resti architettonici in marmo, ecc), testimonianza della scarsa attenzione che molti castellammaresi hanno avuto per questo splendido angolo di costa. La discarica a cielo aperto ha mortificato certamente la natura del luogo, ma il tempo aveva permesso agli “elementi estranei”, come spesso accade, di “armonizzarsi” con gli elementi naturali di questo litorale. E per questo Cala Campana continuava ad essere frequentata come luogo tranquillo per un bagno di sole o di mare dai castellammaresi ma anche dai turisti.
L’interesse naturalistico, ma soprattutto archeologico dell’area, è sempre stato molto a cuore all’Associazione SiciliAntica. Infatti, in questi anni, sia sul litorale che nel mare antistante, alcuni soci dell’Associazione SiciliAntica hanno ritrovato numerosi reperti archeologici che abbracciano un periodo storico ampio compreso tra il VII sec. a.C. e il periodo pre-unitario. I reperti più interessanti finora rinvenuti sono: una statuetta votiva fittile di divinità femminile greca Demetra (?) del V-VI a.C., colli di anfore rodie e africane, ancore plumbee e litiche, numerosi frammenti ceramici e alcune monete antiche.
Tali reperti sono stati valutati e inventariati dalla Soprintendenza del Mare e da questa affidati all’Amministrazione Comunale, nella persona del Sindaco e del Responsabile del Castello. I reperti, per l’interesse che rivestono, sono stati musealizzati all’interno del Castello stesso, dove oggi si possono ammirare.
Dagli studi preliminari e dai sopralluoghi, condotti in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, si suppone quindi che l’area in questione abbia avuto in passato un ruolo importante sia nell’attracco che nelle attività commerciali e marittime, legato all’importanza che Castellammare ha avuto come Emporium Segestanorum.
All’inizio dello scorso mese di Maggio, intanto, viene pubblicata sull’Albo Pretorio on-line del Comune di Castellammare del Golfo una richiesta avanzata all’Ufficio Periferico del Demanio Marittimo di Trapani per la concessione di uno stabilimento balneare da realizzarsi a Cala Campana. L’Associazione si premura di far presente l’interesse storico-archeologico che l’area riveste, inviandone notizia, con raccomandate, alle Istituzioni competenti e cioè: Ufficio Periferico del Demanio Marittimo di Trapani- dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana; Soprintendenza del Mare; Soprintendenza BB.CC. di Trapani; Sig. Sindaco del Comune di Castellammare del Golfo.
Nella missiva si chiedeva alle Istituzioni di tutelare la località Campana e di valutare ogni richiesta tenendo conto proprio della sua importanza storico-archeologica, evitandone ulteriori alterazioni o, peggio ancora, la sua distruzione.
Per la lentezza della macchina burocratica ancora nessuna risposta era giunta all’Associazione SiciliAntica da queste Istituzioni, quando già il 25 Maggio u.s. si compiva lo scempio.
L’Associazione SiciliAntica chiede oggi alle Istituzioni di fare chiarezza e porre rimedio a tale situazione, sperando che finalmente la Cala Campana possa essere valorizzata come merita.
Alla luce di quanto è accaduto l’Associazione SiciliAntica chiede che, nell’espletamento della pulizia dei litorali (ordinaria o straordinaria che sia), si tenga sempre conto dell’importanza paesaggistica, ambientale, storica e archeologica, al fine di evitare che si possa ulteriormente alterare o distruggere il sito. Nel caso specifico tale operazione era stata effettuata con inidoneo mezzo meccanico e gli effetti scaturiti sono da ritenersi di altissimo impatto ambientale. Chiediamo, inoltre, la chiusura della strada aperta evitando l’accesso ai mezzi.”