Ergastolo per la strage della famiglia Cottarelli, ma Vito e Salvatore sono, di nuovo, latitanti
Terzo processo di appello e ancora una volta condanna all’ergastolo per i cugini pacecoti Vito e Salvatore Marino. Ed ancora una volta sono latitanti. Appena pochi giorni addietro, prima della pronuncia della sentenza da parte dei giudici milanesi, Vito Marino era seduto in un bar a Trapani, poco distante dal Palazzo di Giustizia di Trapani, apparentemente un cliente normale anche a prendersi il sole, ma lui per la Corte di assise di Appello di Milano è l’autore del triplice omicidio commesso il 28 agosto 2006 a Brescia, quello di Angelo Cottarelli, con lui indagato perché “socio” in un vorticoso giro di fatture false a Trapani, di sua moglie Marzenne e del giovanissimo figlio Luca. Complice della strage Salvatore Marino. Il racconto dell’unico testimone sopravvissuto di quella strage, Dino Grusovin, ha permesso di scoprire che Salvatore sgozzò la donna e il ragazzo, poi infierì contro Angelo Cottarelli finito con un colpo di pistola. Tra Vito Marino e Angelo Cottarelli ci sarebbe stata una partita aperta, 1 milione di euro che Cottarelli aveva trattenuto invece di girarli all’imprenditore agricolo pacecoto, figlio di un boss mafioso, Girolamo, detto Mommo u nanu, ammazzato da Matteo Messina Denaro nel 1986. Un processo tormentato, in primo grado si concluse con l’assoluzione per i cugini Marino, poi due pronunciamenti di colpevolezza pronunciati in appello e altrettanti pronunciamenti della Cassazione che hanno annullato le sentenze di condanna. Adesso la parola ripassa alla Cassazione, mentre i due cugini Marino per i quali la Corte di Assise di Appello ha disposto l’arresto sono nuovamente latitanti. La Polizia li sta cercando in Italia e all’estero. Salvatore quando si rese latitante una prima volta fu arrestato l’ultimo dell’anno del 2010 a Tenerife dai poliziotti della Mobile di Trapani, Vito poco dopo fu arrestato dai carabinieri mentre si spostava nelle campagne di Paceco.