Domani il voto di ballottaggio tra Surdi e Dara, ma non chiamiamo i due sfidanti come figli dell'”antipolitica”
Domani gli alcamesi sceglieranno il loro nuovo sindaco. La scelta è tra il 5 Stelle Domenico Surdi e Sebastiano Dara a capo del movimento civico Abc. Una cosa è certa, il nuovo sindaco sarà un avvocato. Surdi e Dara nella vita sono due conosciuti esponenti del foro. Altra cosa che ci permettiamo dire essere certa è quella che i due sfidanti non sono figli dell’antipolitica. Tutt’altro. Quello messo in campo ad Alcamo è stato certamente qualcosa di profondamente politico, i cittadini che hanno pienamente esercitato il diritto dovere di governare la “polis”, mandando a carte quarantotto lo scenario che per decenni è stato governato da politici di professione, politici che hanno tenuto sotto sequestro un territorio, un elettorato, che, è provato, nel 2012 hanno sfruttato i bisogni della gente, comprando il loro voto. Decenni di elezioni ad Alcamo ci hanno dimostrato i sussulti di un elettorato che spesso si è mosso come caproni, a distanza di pochi mesi dalle chiamate alle urne è accaduto che per una elezione vinceva il centrodestra e poche settimane dopo per un’altra consultazione vinceva la coalizione opposta, elettorato senza precisa ideologia ma che inseguiva chi era il migliore offerente.
Certo ci sono state nel tempo delle “isole”, cioè gruppi di elettori che hanno mantenuto ferma fede ad ideologia e fiducia a stessi leader, mi viene da pensare a quel gruppo di elettori che il buon Massimo Fundarò, deputato per breve tempo, che era riuscito a creare attorno a se, una sorta di zoccolo duro della minoranza, tutto il contrario di Massimo Ferrara, sindaco per eccellenza della seconda Repubblica, sembrava dovesse essere nuovo leader cittadino, per le percentuali quasi bolsceviche con le quali era arrivato alla poltrona di primo cittadino, ma alla fine è stato anche lui travolto dalla peggiore politica, perdendo presto il codazzo che gli si era creato dietro. Ancora peggio è finita ad altri, Papania, Lucchese, Turano, Lauria, uno senatore, un altro eterno candidato, sconfitto ancora appena alle ultime elezioni, Scala, per non dimenticare la coppia Parrino, madre e figlio, la prima senatrice, presto scomparsa, nonostante un esordio in politica subito da ministro. Francamente definire gli attuali sfidanti alla sindacatura figli dell’antipolitica mi sembra ingeneroso, l’antipolitica ci permettiamo semmai di individuarla in chi riteneva di rimanere politico a vita e ricoprire il ruolo di padre-padrone del territorio. Il voto amministrativo 2016 ha mandato in soffitta la vera antipolitica.
Ma siccome , lo sappiamo bene, tra i vecchi politici c’è chi ha grandi capacità di riciclarsi, di infilarsi perfettamente nella nuova realtà che si delinea, per questo abbiamo fondato dubbio che alla fine il voto risulterà essere quello sperato. Da giornalisti che raccontano il territorio abbiamo il dovere di restare indipendenti, ma questo non significa non potere esprimere preoccupazioni. Il ballottaggio non è la prosecuzione naturale della prima tornata, è un altro voto, è un’altra chiamata alle urne, è vero che Surdi è uscito con una consultazione che per una manciata di voti non gli ha permesso l’elezione al primo turno, e quindi pare fortemente in vantaggio su Dara che ha mangiato tanta polvere lasciatagli dalla fuga in avanti dell’esponente pentastellato, conosciamo perfettamente la caparbietà del movimento 5 Stelle che ad Alcamo ha registrato percentuali da primato nazionale, ma è vero che è anche tanta la voglia dei “vecchi” di tornare in campo.
E qualcuno come Turano sembra stare a cavallo di entrambi, uno di quelli che a chiare lettere ha fatto sapere di non voler vendere la propria pelle di fine volpe. Turano si troverebbe due amici il primo, Cutino, designato assessore con Dara, e il suo collaboratore più stretto, Saverio Messana, a sperare che vincano i M5s per andare in consiglio. Sono tutti segnali che ci fanno pensare e dire che il voto finale non è così scontato. E ci sentiamo un tantino preoccupati. Non perché siamo di parte ma perché pensiamo che una serie di accadimenti anche recenti, da quelli politici a quelli giudiziari, dovevano far da barriera a certi politici senza farli restare in campo. Un’altra cosa siamo certi, chiunque verrà eletto non avrà certo vita facile, perché è vero, il voto cambia la classe dirigente politica, ma la burocrazia resta quella che è, e tra gli uffici del Comune di Alcamo sono tanti i funzionari che dovrebbero lasciare poltrone e scrivanie, ma le armi dei sindaci da questo punto di vista non sono tali da determinare anche la rivoluzione della burocrazia. Ultima annotazione, ci chiediamo perché in questa campagna elettorale non è stato della partita il buon avvocato Niclo Solina, doveva essere lui il sindaco eletto nel 2012, ma non sappiamo perché non è accaduto. Nelle aule di giustizia ha ottenuto piena ragione, ma quando era il momento di ottenere ragione anche da parte del corpo elettorale, lui non c’era. Per concludere buon voto a tutti, e facciamo in modo che vinca Alcamo innanzitutto.