Quando la “movida” invece di divertire finisce con l’assediare la città. Un gruppo di trapanesi presenta esposto alla magistratura e attende l’intervento del sindaco Damiano
A Trapani da tempo, a fase alterne, si parla di “zona franca”. Una proposta finalizzata a rilanciare l’economia, ma rimasta sempre sulla carta. Ma una “zona franca” in città esiste. Franca a proposito di controlli. E’ una storia che nero su bianco è stata scritta da un gruppo di residenti in una zona del centro storico. Tra le vie San Michele, Aperta, Magistrale, dei Crociferi e Cortile Ripa sono stati aperti una serie di bar e pub che stanno rendendo veramente male la vita dei residenti. E nonostante indagini e rinvii a giudizio la cosa non è cambiata di niente. Proprio in queste settimane la Procura di Trapani ha fatto notificare alcuni avvisi di conclusione indagini, disturbo della quiete pubblica, nei confronti di alcuni di questi titolari, Antonio Vitaggio (che per un’altra indagine ha scelto la via dell’oblazione), Pasquale Citrolo, Anna Campo e Felice Candiloro, quest’ultimo intanto ha ceduto il locale al famoso Mario “Mucho” Giacalone, noto capo tifoso del Trapani Calcio. Indagini chiuse ma molestie pare persistenti. Un gruppo di residenti ha deciso di tornare a denunciare quello che accade al procuratore Marcello Viola e al sindaco di Trapani, Vito Damiano. La descrizione dei fatti è clamorosa, in questa parte del centro storico gli esercenti fanno quello che vogliono, ma di controlli manco l’ombra, appunto, come si diceva, questa sembra essere “zona franca”, la “terra di nessuno”. Le cose si stanno facendo maledettamente serie se addirittura qualche titolare si inventa essere anche autorità pubblica, e così un paio di residenti, che sono autorizzati a muoversi con i propri automezzi in questa zona, una sera trovandosi la strada occupata da tavolini e sedie, protestando si sono sentiti chiedere di mostrare il pass che li autorizza a circolare in quelle vie. Musica fuorilegge, orari non rispettati, urla e grida, e ogni tanto anche qualche rissa. Una petizione con 30 firme è stata presentata nel maggio scorso a procura e primo cittadino, fa seguito alle proteste dello scorso anno, quando furono disposti anche accertamenti attraverso l’Arpa sui volumi di decibel diffusi nella zona, ma spesso accadeva che quando vigili urbani e tecnici dell’Arpa si recavano a svolgere gli accertamenti, miracolosamente, scoppiava “il silenzio” e le serate organizzate e pubblicizzate finivano con il non essere svolte. Una fuga di notizie? Forse. Ed allora qualcuno ha deciso di far da se, registrando tutto quello che avviene per strada con propri mezzi. “Qui – dice uno degli abitanti della zona, proprietario di abitazioni che sono rimaste vuote dopo che gli affittuari hanno preferito abbandonare le case per il troppo…diciamo caos – giustizie e legalità non esistono, qui le istituzioni non esistono, è vero il centro storico di Trapani merita di vivere, ma devono vivere non solo i clienti che possono qui trovare luoghi di accoglienza e di incontro, ma devono potere vivere anche i tanti che abitano in questa zona. Il rumore è una minaccia ambientale per la salute ma la cosa sembra non valere per questo quadrilatero di vie del centro storico”. “Mi chiedo – prosegue un altro cittadino residente nella zona – come mai qui nessuno delle autorità comunali venga a reclamare il pagamento del suolo pubblico, quando invece c’è chi addirittura ha raggiunto in meno due anni 560 giorni di occupazione abusiva del suolo pubblico, o se le autorità, vigili urbani, vengono a controllare, lo fanno magari alle 19,30 quando invece la musica a tutto decibel è cosa nota che comincia ad essere diffusa dalle 23,30 in poi”. La protesta e la denuncia avrebbe riguardato anche i vigili urbani, c’è una indagine in tal senso avviata, ma intanto niente cambia, se è vero che appena pochi giorni addietro in una piazza, quella di fronte la scuola Livio Bassi, in piena notte è stata occupata dalle auto degli avventori per nulla intimoriti dal divieto di sosta, e così chi abita nella zona è stato costretto a lasciare lontano la vettura per arrivare a casa. Ora non vogliamo certo far danno a chi esercita un’attività commerciale, ma pensiamo che ogni cosa deve avere il giusto equilibrio, come accade dappertutto, non solo in altre città, ma anche rispetto a quanto succede in altre zone della città, dove la diffusione musicale non dà fastidio ai residenti, dove , pare, i controlli vengono fatti, e anche in ora notturna c’è chi va a controllare. Intanto per dimostrare che chi protesta non ha tutti i torti vi proponiamo una interessante galleria fotografica.