Il mare, infinito, multicolore, colmo di vita. Anche la mente. Il mare, in continuo dinamismo, calmo, arrabbiato, tranquillo, arrogante. Anche la mente. Il mare sta in uno spazio finito, ma in base ai cambiamenti ambientali ha una capacità di riorganizzazione pressoché infinita. Anche la mente. Quando il mare è agitato, sta cercando di ristabilire un equilibrio con se stesso, in quanto preda di una perturbazione o interna (una corrente) o esterna (un cambiamento di pressione atmosferica che genera il vento ed agita il mare). Anche la mente quando si agita, è in preda a dei cambiamenti, o interiori o dell’ambiente esterno ad essa. Per questo l’agitazione mentale non va soltanto sedata, ma compresa ed ascoltata, per consentire alla mente di ristabilire un nuovo equilibrio con se stessa. Possiamo curiosare all’interno del mare, così come all’interno della mente, possiamo restare in superficie così come possiamo scegliere di andare sempre più in profondità e, sia nel mare che nella mente, ci accorgiamo che più andiamo in profondità, più scopriamo paesaggi nuovi, affascinanti, meravigliosi. Tuttavia, più decidiamo di scendere in profondità, più dobbiamo essere attrezzati per farlo, magari non da soli e non troppo in fretta. Scendere nelle profondità del mare è un viaggio che va gustato e contemplato con grande rispetto per questo elemento, senza fretta e senza paura, con attenzione alla cura di sé. Così, prendendo tutte le precauzioni, ciò che si riesce a scoprire risulta strabiliante, forse impensabile per chi non ha mai fatto un viaggio del genere. Anche per l’esplorazione delle profondità della propria mente il viaggio è simile. Inizialmente, si deve imparare a galleggiare, pian piano si impara a lasciare gli ormeggi ed allontanarsi dal porto sicuro, ovvero da talune abitudini della nostra vita che, seppur fastidiose rappresentano il certo, il già noto, la sclerotica comodità di sapere che le certezze ci danno sicurezza, anche se talvolta amara. Il viaggio dentro noi stessi ci pone di fonte alla scommessa di affrontare il piacere e, allo stesso tempo, la paura del distacco, del nuovo, della bellezza di qualcosa di mai percepito prima nella nostra interiorità e nella vita. Allora, più si naviga verso la propria interiorità, più si consente alla vita di aprirsi a nuove esperienze, nuove emozioni, nuove relazioni. Chi esplora il mare prova la strana sensazione di entrare in un universo dove non ci sono più le semplici tre dimensioni in cui si è abituati ad orientarsi nella terraferma. Nelle profondità del mare lo spazio è multidimensionale, come nelle profondità della mente, dove diventa possibile abbandonare la linearità delle abitudini e dei vincoli quotidiani ed aprirsi alla relatività, alla luce interiore, vera strada maestra ad infinite dimensioni, per la nostra felicità.
Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta