La relazione della DIA su Cosa nostra nella provincia di Trapani

DIA Trapani AlcamoCosa nostra in provincia di Trapani sembra non aver cambiato pelle, almeno questo si evince dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia, infatti in essa si specifica che “l’articolazione territoriale risulta constare di 4 mandamenti, che raggruppano 17 famiglie”.

Nella stessa relazione si mette in evidenza che la Mafia fa affari avvalendosi di “interposizioni fittizie, i centri di potere e di controllo amministrativo-finanziario, per ottenere il monopolio dei settori maggiormente remunerativi, primo fra tutti quello degli appalti pubblici”.

nella relazione è menzionata come grande rilevanza l’Operazione “Alqamah”, finalizzata a disarticolare la famiglia mafiosa di Alcamo.

Il risultato ha riaffermato l’ingerenza di cosa nostra nel tessuto economico sociale di imprese attive nel settore dell’edilizia, del movimento terra e della commercializzazione di vino all’ingrosso. Tutto sulla carta lecito, ma “dietro le quinte” i soliti volti di soggetti condannati con sentenze passate in giudicato per associazione mafiosa e le aziende intestate a prestanome compiacenti, al fine di tentare di non incappare nelle disposizioni di legge in materia di  misure di prevenzione patrimoniali.

Ma questo non è il solo modus agendi di cosa nostra in provincia di Trapani, infatti essa fa ricorso alle estorsioni, quale strumento di controllo del territorio.

ma non c’è la sola cosa nostra ad agire infatti bisogna segnalare la manovalanza straniera che fa affari mediante lo spaccio di stupefacenti, reati predatori. Comunque questi sono in posizione subalterna rispetto alle consorterie mafiose.

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