Questo non è il resoconto di uno spettacolo. Questa è la storia di un’esperienza.
Chi è Roberto Lipari? Monologhista, comico, attore, “facebook star”. Quest’anno ha vinto il talent per comici “Eccezionale veramente” su La7 e da allora, racconta Roberto, “a Castellammare sono castellammarese e a Palermo sono palermitano”, per questo si definisce “mezzo cassatella mezzo sfincione”.
Durante l’ultima giornata di Alcart 2016 ha presentato il suo libro “Cara Accademia della crusca, ti scrivo”, ha letto degli estratti, ha improvvisato con umorismo brillante e ha vantato l’ironia tutta particolare dei siciliani, caratterizzata dal paradosso e dal rovesciamento. È riuscito, per me, a compiere una specie di miracolo: mi ha fatto ridere, in un momento in cui anche la possibilità di sorridere sembrava troppo ambiziosa. E così è finita che in quel momento, il fatto che Roberto Lipari fosse riuscito a farmi ridere, mi ha commosso. Il che ha reso la mia risata paradossale come le battute di Roberto.
Al termine della presentazione ho avuto il piacere di potergli parlare e fargli qualche domanda, ed ha continuato a stupirmi per la sua semplicità, gentilezza e umiltà. Il mio intento era quello di scrivere un articolo sullo spettacolo all’Arena delle rose, ma Roberto me lo ha impedito, perché mi ha coinvolto tanto nel personale che non potevo parlarne senza raccontare le mie impressioni.
È obbligatorio, parlando dello spettacolo, raccontarvi “la fila” per entrare nell’Arena, che ben presto è diventata “le file”: la fila per entrare e la fila per scavalcare la prima fila. E, davvero, la gente era in coda fino ai “quattro canti” per il grande evento: Roberto Lipari torna dopo la vittoria per esibirsi nel paese dove è cresciuto, nell’arena dove andava a vedere i concerti, sul palco che conosceva solo dalla parte del pubblico. L’esperienza in “coda” è stata grottesca. E pensare che il peggio è successo quando sono arrivata all’ingresso! Il numero di biglietti venduti era maggiore di quello dei posti. Così tantissima gente è stata cacciata senza l’avviso che potesse succedere questo casino e senza rimborso. Cori di VER-GO-GNA hanno accompagnato indietro la lunga processione. Roberto non ha potuto evitare di parlare di questo problema (decisamente vergognoso), perciò prima dello spettacolo ha precisato che l’organizzazione non aveva nulla a che fare col suo gruppo di lavoro, e non ha nascosto gli occhi lucidi.
Nello spettacolo si sono alternati momenti comici, umoristici e lirici (come la dedica a Totò e il monologo sull’amore in omaggio a Gaber). La comicità è stata ironica, autoironica, coraggiosa e anche saggia. Poi è tornato un nuovo paradosso: dopo un’ora e mezza di risate all’arena delle rose, Roberto ha invocato un pianto, il pianto della Sicilia, un pianto di presa di coscienza che rende più forti, il pianto di una nuova Sicilia che, sul nascere, prova il dolore degli errori passati e se li sente tutti. La descrizione della Sicilia era rovesciata: Roberto ha parlato della Sicilia come figlia, invece nel libro “Cara Accademia della crusca, ti scrivo” era descritta come una mamma. Il rovesciamento dell’ironia siciliana è stato protagonista assoluto, al punto da rendere commovente uno spettacolo comico.
Grazie a Roberto Lipari, anche se non cambierà la Sicilia, perché “i comici non sono supereroi”. Grazie a Roberto Lipari perché ha scelto di fare il comico, e col potere della risata si fanno lo stesso cose grandiose.
di Milena Vesco