La musica esercita un ruolo di grande importanza nello sviluppo psico-fisico di ogni individuo, specialmente nei bambini. Infatti, la musica riesce con naturalezza ad entrare nel profondo di ognuno, stimolando la creatività, il movimento, l’espressione emotiva. Il contatto con la musica, consente al bambino di stare a contatto con le sue sensazioni e di imparare quindi a conoscerle. Di conseguenza, il bambino imparerà anche a comprendere meglio gli altri e, in generale, gli stimoli provenienti dalla vita. Capita spesso di vedere i bambini cantare mentre giocano, proprio perché la musica rappresenta una naturale forma di linguaggio interiore ed un facilitatore dei processi di apprendimento. La Teoria dell’Apprendimento Musicale (Music Learning Theory) è stata individuata ed approfondita negli Stati Uniti dal prof. Edwin Gordon, ricercatore presso la South Carolina University. Il prof. Gordon ci fa notare che la musica ha rappresentato per l’uomo da sempre uno dei linguaggi primordiali. Un tempo, quando non esisteva la carta stampata, tutto era scandito dalla musica e dal pensiero musicale. Poi, con l’avvento della stampa, l’uomo ha modificato il suo contatto con la musica, mettendola spesso in secondo piano, allontanandosi anche dal potenziale che la musica offre allo sviluppo intellettivo. Il bambino non ha lo stesso stile di ascolto musicale dell’adulto. L’adulto ascolta con l’udito, il bambino ascolta col corpo. Se l’adulto decide di ballare con la musica, fa prima un’operazione di ascolto, poi di decodifica e di successivo movimento. Il bambino è molto più in simbiosi con la musica, si lascia trasportare da essa in maniera meno filtrata dal pensiero. Sappiamo quanto il bambino sia sensibile alla musica a partire dalla gestazione e tale sensibilità e capacità può ulteriormente svilupparsi durante la sua crescita con un costante contatto con la musica. L’esercizio all’ascolto ed al vissuto della musica da parte del bambino, lo porta a sviluppare una capacità di “audiation”, ovvero di “pensare musicalmente”. Tale competenza contribuirà ad un sano sviluppo globale di sé. Non dimentichiamo che la musica è anche un potente mezzo relazionale. Ballare insieme al bambino, lasciandolo libero di esprimersi con tutta la suà spontaneità, consente anche l’incremento del contatto fisico ed emotivo tra adulto e bambino. Diamo valore alla musica e diamo ad essa il giusto posto che merita nella nostra vita, in quella dei nostri figli e nei bambini in genere, all’interno di tutte le istituzioni educative.
Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta