Di Diego Motisi
Noi che abbiamo imparato a sbalordirci per i colorati (o se si preferisce, coloriti) e poliedrici elementi espressivi usati dal pubblicista Oliviero Toscani, serbiamo nell’archivio della memoria una armonica quanto policromatica denominazione che identifica un prodotto di successo: “United Colors Of..”.
I turbamenti, a forti tinte, che generavano le campagne pubblicitarie di tale Sig. Oliviero sono sempre stati il collante ideale per l’amalgama di tinte ed immagini d’impatto. Dall’unione dei colori, immaginata dall’artista però dovremmo saper cernere i grumi, inzuppandoci – come pennelli – a setacciare le impurità che recano talune tinte. Grumi di espressioni che manifestano chiara indole RAZZISTA guastano l’unione; il motto che vuole tutti… “united”!
Gli esempi da citare si sprecano. Un colore in particolare manifesta una tendenza sfacciata. Il NERO. Vogliamo iniziare parlando de mitico UOMO NERO?
– L’uomo nero pare sia una creatura leggendaria, un essere insulso che si vuole con l’anima tetra come l’oscurità di un male invisibile. Sempre secondo la leggenda, che lo rende inossidabile ai tempi ed alle generazioni, egli, verosimilmente selvaggio figlio del continente africano, manifesta la sua ostilità solo ai bambini. Un accanimento che lo tipicizza rendendolo ancor più abietto. Mai ostile contro un adulto, al pari dei predatori della savana, che (per ragioni ben diverse) prediligono le prede più facili e deboli. Praticamente un umanoide vigliacco. Gli adulti che ne evocano il timore di reiterazioni non lesinano descrizioni puntuali e dettagliate della sua triste fama e dei pericoli cui i bambini sono esposti, se solo disattendono le istruzioni loro impartite. Una sorta di “mostro” che si innesca solo con precisi impulsi comportamentali dei bambini, e (verosimilmente) solo per quelli di pelle chiara… stando alle fonti note.
L’uomo nero appare dunque come una sorta di canaglia prezzolato dagli adulti. Un mercenario che con sadico tempismo può manifestarsi ai piccoli tutte le volte che trasgrediscono un determinato principio o una sorta di tabella comportamentale di massima. Spesso il sadismo degli adulti, che condiscono con inquietanti narrazioni e trasporto i loro ammonimenti, supera persino la leggendaria malvagità del personaggio. Il mito del pusillanime uomo grande e grosso, cui piace infierire sui bambini, tende a minare la giovane psiche dei pargoli. L’intento originario era forse quello di fungere da deterrente contro la disubbidienza e la curiosità tipiche dell’età pre-adolescenziale, ma il trascendere può finire per degenerare in turbe psichiche, disturbi comportamentali, soprattutto in menti fragili e non adeguatamente “sorrette”.
Generazioni di bambini sono cresciuti coltivando quest’incubo (e meditando forse una futura rivalsa al sapor di pregiudizio). Come se non bastasse, a tenere vivo il nesso fra il colore nero e negatività contribuiscono altri e più vari nessi monocromatici.
– La scaramanzia popolare, ad esempio, ha il sadico piacere di accanirsi con i gatti [e verrebbe quasi da dire… non si aggattisce con i cani – N.d.a.].
Manipoli di conducenti superstiziosi sono stati paradossalmente causa di parecchi sinistri stradali per aver inchiodato improvvisamente sul pedale del freno dinnanzi all’attraversamento di un negro felino. Spesso il sinistro si generava addirittura dall’indomabile impulso del guidatore a praticare prontamente lo scongiuro, magari nel tentativo repentino di manipolare il ferro o altro organico espediente. Finisce così che:
- il mezzo diviene incontrollabile e si schianta
- i responsabili concludono col definirsi profeti… «Ecco! Lo sapevo..»
- la colpa dell’intera vicenda finisce con l’essere del povero gatto, andando ad avvalorare la maldicenza «Allora è proprio vero!!».
Tutto ciò partendo dall’assunto che tale scenario non si pone in essere ove oggetto dell’attraversamento sia un comunissimo gatto grigio tigrato o bianco.
– Anche il lutto, alle nostre latitudini ha il NERO, come colore di riferimento. In quanto alla relativa convinzione che il nero (indossato) “sfila”, vale la pena di ribadire che farlo dietro a un carro funebre, reca una consolazione alquanto magra.
La connotazione negativa di nero spazia ancora in altre espressioni:
- sfera dell’illegalità – (borsa nera, lavoro nero, mercato nero, toto nero),
- sventura e pessimismo – (giornata nera, umore nero, vedere nero, fine settimana nero),
- crudeltà e orrore – (anima nera, essere scuri in viso, leggenda nera, uomo nero),
- sciagura e morte – (cronaca nera), Alcuni lemmi esprimono con il “nero”
- pessima valutazione morale – (libro nero, lista nera, pecora nera, bandiera nera).
Proprio in ordine a quest’ultimo riferimento viene da pensare alle scorribande selvagge di pirati e bucanieri. A questi singolari navigatori dei mari piacque scegliere il nero come simbolo della loro temibile fama. Ad onor del vero è probabile che difficilmente il celebre “pirata nero” della leggenda avrebbe avuto pari sinistra nomea qualora avesse scelto il colore “rosa” o “marrone” come tinta utile a rappresentare la sua indole.