Se tramite la Risonanza Magnetica Funzionale, osserviamo un cervello di una persona con conclamati disturbi psicologici, come ansia, attacchi di panico, depressione, fobie, ecc. prima che esso intraprenda una psicoterapia e dopo la psicoterapia, possiamo notare che, se la psicoterapia è andata a buon fine, ovvero se i sintomi sono spariti, la struttura cerebrale si è modificata. Tali osservazioni sono state effettuate in soggetti che hanno effettuato una psicoterapia senza l’ausilio dei farmaci. Potremmo chiederci come mai, tramite la semplice relazione tra paziente e psicoterapeuta, possano trasformarsi delle strutture cerebrali. Possono venirci in aiuto i più moderni studi neurobiologici sulla neuroplasticità, in cui si evidenzia che il cervello è dotato di una continua capacità di neoformazione ed auto organizzazione delle sue connessioni sinaptiche. Tale processo è favorito dalla presenza nel cervello di una grande quantità di cellule staminali che consentono lo sviluppo di nuovi neuroni e nuove connessioni sinaptiche. Tuttavia, tale processo richiede un’attivazione, che proviene proprio dall’interazione dell’uomo col suo ambiente. A tal proposito, è stato dimostrato che le esperienze vissute possono sia attivare talune istruzioni contenute nel DNA dei singoli geni, sia disattivarle. È noto che uno degli elementi che distingue l’uomo dagli altri animali sia la sua innata capacità ad adattarsi ad ambienti sempre diversi. La capacità di adattamento dell’uomo, non ha rivali tra glia altri animali. Ciò è dovuto alla neuroplasticità la quale è estremamente sensibile all’ambiente con cui l’uomo interagisce. Ma c’è di più. La dimensione dell’ambiente in cui l’uomo è maggiormente sensibile è quella delle relazioni con gli altri uomini. Il cervello dell’uomo raggiunge il periodo della sua massima crescita durante i primi due anni, periodo in cui le relazioni del bambino col proprio ambiente di vita, e fondamentalmente con le persone che si prendono cura di lui, modellano i neuroni in crescita. Ad esempio, i neuroni della corteccia prefrontale, che si occupano della regolazione delle emozioni e si incrementano nei primi due – tre anni di vita, si sviluppano e si organizzano proprio grazie all’interazione del bambino con l’ambiente vitale, quindi con le persone che lo circondano. Come abbiamo visto, la dimensione relazionale rappresenta un elemento decisivo nella morfogenesi delle strutture cerebrali, pertanto la psicoterapia, che si fonda esclusivamente sulla relazione tra psicoterapeuta e paziente e sulla riflessione di questi sulla relazione con se stesso, sulle relazioni che ha interiorizzato nel tempo e sulle relazioni con gli altri, è uno strumento elettivo per la modificazione virtuosa delle strutture cerebrali.
Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta