Quella di oggi a Trapani è la visita di un presidente del Consiglio impegnato come non mai in una campagna elettorale, quella per il “Si” al referendum costituzionale del 4 dicembre. Ma sarà certamente l’occasione per vedere schierate dinanzi al loro leader Matteo Renzi le truppe Pd trapanesi. Si può ben dire che quella di oggi è la prima grande uscita ufficiale dei “dem” trapanesi, davanti al loro segretario e presidente Matteo Renzi a fare professione di fede. Curiosi andremo per vederli uno per uno ma non facciamo nemmeno scomessa che sotto al palco dell’Ariston, e chissà anche con Renzi sul palco, ci saranno anche i profughi del centro destra. Sugli immigrati, quelli veri, quelli che sfuggono a guerre, persecuzioni e carestie, sappiamo benissimo quale è la posizione del Pd e del Governo Renzi, rigida comunque per certi versi per non fare sgarbo al diktat tedesco e francese, volete perciò che possa essere altro l’atteggiamento sugli immigrati di casa nostra, quelli che finito il vento che ha spinto per 20 anni il centro destra berlusconiano hanno preso il cammino verso la parte opposta, chiedendo e ricevendo accoglienza senza nemmeno bisogno di profferire una sola parola contro il loro passato. Sono severe le misure per concedere ai veri immigrati lo status di asilo politico, per passare da Forza Italia in particolare o altre sigle della destra al Pd serve solo prendere e pagare la tessera dall’immigrato politico o capo ciurma di turno. E’ questo lo scenario che ci preoccupa perchè caro presidente Renzi la famosa rottamazione noi qui a Trapani non l’abbiamo mai vista. E questo ci duole tanto. Perchè significa che alla fine non sta cambiando un bel nulla. Dicevamo. Oggi sarà giornata di campagna pro “Si” al referendum del 4 dicembre, scenderanno le truppe cammellate, speriamo che all’Ariston ci sia spazio per il cittadino comune che poi oggi rappresenta quella fascia di elettori che non hanno ancora deciso tra il “Si” ed il “No”. Interessati saremo anche noi della stampa , ascolteremo le parole del presidente Renzi. Sarà una presenza al volo quella del presidente Matteo Renzi, toccata e fuga, e non tanto per alcune preannunciate contestazioni che ci sembrano più che altro un modo per conquistare attenzione e notorietà, sappiamo bene che contestatori più seri , rispetto alla paventata pattuglia trapanese ,al presidente Renzi non hanno mai fatto paura. Sarà una “toccata e fuga” sperando che il premier prende l’impegno di tornare a Trapani magari a presiedere un serio tavolo per la tanto agognata ripresa economia del territorio. Una cosa al Governo Renzi infatti la vogliamo riconoscere, l’impegno messo in campo per la crescita dell’Italia, un impegno che ancora oggi vede però un Italia che cresce a diverse velocità. Qui bisogna ripartire da zero e a chi dice che in fin dei conti il buon Berlusconi le cose per Trapani le ha fatte, ci piace ricordare una serie di interventi che per la verità furono il giocattolo di qualche politico influente, di qualche senatore o di qualche sindaco che adesso pare avere dimenticato il passato ricco di quella tanta gloria che gli veniva da quel tale senatore e dal quel tale presidente del Consiglio. Esempi? L’autorità portuale di Trapani per esempio perchè proprio per il suo essere un giocattolo fu sciolta dal Governo Prodi una volta portato fuori da Palazzo Chigi, e non dentro una ambulanza, il buon Berlusconi. Altri esempi? L’aeroporto che la politica che conta per diversi anni mise nelle mani non tanto di manager ma di capi famiglia assetati di posti e potere. Oggi davvero pochi hanno a che stupirsi del declino continuo dello scalo aereo trapanese. Mai previdente fu il presidente Enac Vito Riggio che a malincuore venne a inaugurare a Trapani la stagione Ryanair, a mezze parole disse che stare al ricatto di una sola compagnia alla fine della corsa avrebbe fatto restare tanti senza niente in mano. E poi? Tante cose ancora, quella metropolitana si superficie che faceva parte di un accordo quadro proprio nell’ambito della gestione aeroportuale, insomma l’elenco è lungo, tanti esempi e ognuno di loro era solo un giocattolo in mano al politico di turno. Ogni giocattolo poi fu la mangiatoia a disposizione di certuni, ci fu anche chi prese e mise in tasca i soldi destinati al restauro di certe chiese. Presidente torni per definire le risorse delle quali questa terra ha bisogno, anche per parlare di risorse da destinare per la lotta al crimine e ai criminali, ai colletti bianchi, ai massoni collusi, e lo faccia presto prima che anche questi decidano di trovare come altri transfughi riparo sotto le insegne del suo partito. La mafia, presidente Renzi, ha avuto come strategia vincente quella di attendere, in siciliano il detto è un fari e un fare fari , in altri termini vedere come si mettono le cose prima di agiure. La mafia adesso ha capito , come tanti, che si sta aprendo, esito del referendum a parte, una lunga stagione di governo targato Pd, e quindi comincia a ripresentarsi, se poi davvero il futuro è quello del Partito della Nazione il gioco per inciuci e inquinamenti malavitosi sarà facile. Lo sappiamo che è così perchè in questa terra lo abbiamo sempre visto che è questo quello che accade. Ed allora presidente Renzi non lo faccia questo Partito della Nazione, per non trovarsi dentro quello che di più brutto e terribile c’è ancora in giro per questo nostro Paese. Torni a parlare di sviluppo, ma metta alla porta dal Pd i responsabili dello sfascio e chi ragiona in termini di pacchetti di voti e non si sono mai occupati dei veri interessi dei cittadini. Forse, facendo così, il consenso della gente potrebbe essere maggiore e più utile.