E’ deceduto Angelo Chizzoni, esponente di spicco dei servizi segreti, il nome compare tra i misteri irrisolti attorno al delitto di Mauro Rostagno
A 86 anni è scomparso improvvisamente il generale Angelo Chizzoni. Un nome rilevante nella storia dei servizi segreti italiani. Originario di Trapani, per tutta la durata della sua attività nei quadri più alti del Sisde, l’allora servizio segreto civile, è stato residente a Roma, una volta in pensione è tornato definitivamente a Trapani alternandosi tra la sua casa nel centro storico in via Garibaldi, ma soprattutto nella sua villa a Valderice, in contrada Misericordia. Di questa se ne scorge solo l’ingresso e l’indicazione fatta con il disegno di due paperelle, poi super protetta, impossibile scorgerne qualcosa dall’esterno, ed è così tanto riparata e sicura che spesso la villa ha ospitato ospiti eccellenti del generale Chizzoni, primo fra tutti il senatore Francesco Cossiga anche quando questi fu capo dello Stato. Chizzoni infatti è stato uomo cruciale al Quirinale, sia con Cossiga e anche con Oscar Luigi Scalfaro, inserito negli organici dei servizi segreti che si occupavano della sicurezza dei capi di Stato. Diverse poi le tempeste affrontate dal generale che nel 1994 fu al centro di uno scandalo che riguardò l’uso di fondi riservati relativi anche a lavori di ristrutturazione delle abitazioni di autorevoli politici. Per questa ragione fu “emarginato” dal capo del Sisde dell’epoca prefetto Salazar, ma provvidenziale fu l’intervento a sua difesa del senatore Cossiga che con una interrogazione di fatto mise in discussione il ruolo del prefetto Salazar. Ma il nome di Chizzoni sin dai primi anni ’90 saltò fuori d’impeto e improvvisamente nell’ambito delle indagini per il delitto del sociologo e giornalista Mauro Rostagno, avvenuto a Lenzi (Valderice) il 26 settembre del 1988. Le indagini allora condotte dalla Digos fecero emergere una possibile frequentazione tra Rostagno e la compagna del generale, la svizzera Leonie Heuer, una relazione clandestina attraverso la quale Rostagno avrebbe saputo di trasporti di armi, condotti in massima segretezza, grazie alla copertura garantita dai servizi segreti italiani, all’interno dell’aeroporto ufficialmente chiuso di Chinisia, nelle campagne tra Trapani e Marsala, una pista appena alle spalle rispetto all’aeroporto militare di Trapani Birgi. La donna avrebbe rivelato a Rostagno ciò che avrebbe appreso dal suo compagno del quale diventò poi moglie nel 2006. La Leonie Heuer è una dei dieci testimoni ascoltati nel corso del processo per il delitto di Mauro Rostagno per i quali la Corte di Assise di Trapani a conclusione del dibattimento ha disposto la trasmissione degli atti per “falsa testimonianza”. Netto il giudizio dei giudici, ascoltata nel processo (18 gennaio 2013) la donna “ha mentito su circostanze rilevanti per appurare uno dei possibili e più oscuri retroscena del delitto”. La donna ha negato infatti ogni conoscenza con Rostagno, ogni possibile frequentazione, ha detto che di rado raggiungeva Valderice e se lo ha fatto è stato sempre per pochi giorni, nel periodo di Pasqua e ad agosto.
Per la Corte però è poco credibile la circostanza che gli spostamenti da Roma, dove lavorava presso la biblioteca dell’ambasciata elvetica, avvenivano per pochissimi giorni, addirittura anche un solo giorno in qualche caso. Così come la Corte rimase colpita dal fatto che i ricordi della donna nitidi su molte cose anche se parecchio antecedenti nel tempo, per esempio le persone con le quali ha detto frequentarsi nel corso dei suoi anche veloci soggiorni trapanesi, d’improvviso si sono spenti alla domanda se sapesse qualcosa sulla località Chinisia, o se ne aveva mai sentito parlare. La donna rispose freddamente, quasi cadendo dalle nuvole, sostenendo che non aveva mai sentito parlare di quella località, chiedendo anzi lei alla Corte se fosse una località archeologica. Per i giudici la risposta fu bugiarda. Di Chinisia infatti la donna aveva sentito dire appena poche settimane prima, interrogata, assieme al marito, dai pm di Palermo che proprio le posero la stessa domanda, se sapesse qualcosa su Chinisia. Insomma quando a Trapani i giudici le chiesero di Chinisia quantomeno avrebbe dovuto ricordare dell’interrogatorio di poche settimane prima. Angelo Chizzoni a sua volta sebbene sentito sia dalla Digos di Trapani nei primi anni ’90, sia anche dai pm di Palermo è rimasto fuori dal processo per il delitto di Mauro Rostagno. Passata la burrasca romana, per lo scandalo scoppiato all’interno del Sisde, il generale Chizzoni è rimasto invece pedina importante dei salotti romani, uomo sempre vicino ai potenti della politica. Ufficialmente in pensione dal Sisde ne sarebbe comunque rimasto punto di riferimento, indicato anche come vicino al premier Silvio Berlusconi. E così certamente non a caso nel 2007 il senatore Antonio D’Alì, allora presidente della Provincia regionale di Trapani lo chiamò per la guida della società di gestione dell’aeroporto civile di Birgi. Il generale restò presidente per poco tempo, ma quella nomina fece tornare alla memoria la vicenda rimasta oscura proprio del vecchio aeroporto militare di Chinisia e dei traffici segreti che avrebbero riguardato quella struttura, grazie proprio ai servizi segreti. Quell’aeroporto non era poi davvero abbandonato, in un’altra indagine le Procura di Trapani e quella di Roma, scoprirono che quell’aeroporto era una delle strutture segrete di Gladio. Ma il generale Chizzoni adesso è morto e come spesso è accaduto per altri uomini del suo calibro , nella tomba si è portato tantissimi segreti italiani e…trapanesi.