Il 17 maggio 1990 l’omosessualità viene definitivamente cancellata dal Manuale Diagostico dei Disturbi Mentali (DSM), una vera e propria rivoluzione storica dopo tentativi decennali di inserirla a pieno titolo, da parte di alcuni autori, e quella di dereubricarla una volta per tutte, da parte di altri. Da allora il 17 maggio è diventata la giornata mondiale contro l’omofobia, a testimonianza che l’odio contro questa parte della società degli umani è sicuramente il vero danno più grande al progresso dei diritti di ciascuno. A livello psicologico e psichiatrico questa inversione di rotta ha portato anche alla nascita di movimento come #iononriparo che testimoniano quanto non si tratti di un difetto da risolvere ma di una naturale tendenza e scelta dell’individuo. Negli anni sono nate anche associazioni di autoaiuto o di aiuto per favorire il coming out (letteralemente il venir fuori riferito al disvelamento pubblico della propria identità sessuale) o altre per aiutare i genitori in difficoltà a intraprendere un percorso di comprensione e accettazione. Tutto questo movimento, la necessità di riunirsi, manifestare e combattare per i propri diritti sono la testimonianza di quanto ancora c’è da fare in una prospettiva di pieno rispetto, e al contempo sono la dimostrazione della necessità di normalizzare qualcosa che per troppo tempo ha dovuto essere invece tacciato di immoralità e anormalità.
Alcuni paesi hanno sin da subito accolto e cercato di adeguarsi a tale cambiamento epocale faovrendo le unioni civili, i diritti degli omosessuali, altri, e tra questi l’Italia, hanno invece fortemente stentato a riconoscere una parità di diritti che fosse reale e concreta non andando per anni oltre le mere discussioni e le bocciature di diverse proposte di legge. Solo nel 2016, ben 26 anni dopo la cancellazione, la cosiddetta Legge Cirinnà, ha introdotto in Italia la possibilità di consentire le unioni civili tra persone dello stesso sesso, ma tutto questo solo dopo ampie discussioni in parlamento che hanno portato alla cancellazione della parte sulla stepchild adoption, poichè sulla questione relativa ai bambini e alle adozioni non si ancora trovato un accordo tra le parti politche. Mancato accordo che cozza con la realtà delle cose quotidiane che invece può enumerare una grande varietà di casi in cui bambini o giovani ragazzi vengono cresciuti da due persone dello stesso sesso, senza per questo risultare deprivati di alcun tipo di affetto o cura.
Eppure anche le ricerche effettuate negli ultimi decenni, le ampie manifestazioni pacifiche di larga parte degli esponenti del mondo gay e lesbico hanno per lungo tempo provato a sensibilizzare la popolazione sulla tematica e tentato di dare fondamento alla necessità di andare verso questo riconoscimento di diritti. Qualcuno continua invece a sostenere che la psicologia non è toltamente concorde sulla questione, di fatto mettendo a confronto affermazioni di epoche storiche completamente diverse, per altro mettendo alla pari mere speculazioni di pensiero con vere e proprie indagini sul campo.
Di fatto le ricerche sulle famiglie omosessuali, comprese quelle con figli di uno dei due membri della coppia, hanno mostrato come l’eventualità di essere cresciuti da persone dello stesso sesso non comporti alcun danno psicopatologico ai figli; al contrario viene vissuta come fortemente depenalizzante l’opinione comune di chi considera tutto questo contro natura e addita di malattia queste forme di unione. Ciò dimostra che è dannoso il clima civile attorno alla questione non quello contro cui questa presunta parte combatte.
Per troppo tempo si è confusa la tendenza e la preferenza sessuale con forme di patologia che sono ben altra cosa, generando allarmismo e la propagazione di odio non meno potente e distruttivo di quello razziale. Fare di tutta l’erba un fascio accomunando, appunto, la preferenza sessuale con problematiche quali la pedofilia o voyerismo, esibizionismo sessuale. Ad oggi si stanno cominciando a celebrare anche in Italia, ma molto prima anche in Spagna, Francia e altri paesi, i primi matrimoni tra persone dello stesso sesso, anche tra persone che hanno atteso per decenni l’arrivo di questo riconoscimento legislativo, ma soprattutto si è cominciato a spianare la strada verso la piena espressione di sè e dei propri sentimenti per le prossime generazioni, una speranza per il clima civile e sociale che finalmente potrebbe aprire la porta ad una reale e completa integrazione di tutte le parti.