Il “pentito” bugiardo del caso Tortora è stato mandante del delitto di una donna, Sabina Maccarone
Fu uccisa con un colpo alla testa, poi sepolta dentro un pozzo artesiano a sua volta sigillato con il cemento. Nell’aprile del 2007 fu uccisa così a Mazara una donna originaria di San Benedetto del Tronto, Sabina Maccarone, aveva 40 anni. La sua colpa quella di avere incontrato a Sciacca il famoso pentito del caso Tortora, Gianni Melluso. Conviveva con lui che lì aveva obbligo di dimora. Tra i due ad un certo punto accadde però qualcosa e Melluso volendosi liberare di lei la affidò ad un mazarese, Giuseppe Dassaro. I due, Melluso e Dassaro erano stati compagni di cella. La donna accettò di seguire D’Assaro a Mazara, nell’abitazione di questi, in contrada San Nicola. Non sapeva però che l’uomo aveva avuto affidato da Melluso un compito preciso, quello di ucciderla.
In cambio del delitto D’Assaro da Melluso avrebbe avuto regalato un appartamento. Dassaro eseguì il delitto e tentò di farlo sparire per sempre, dentro un pozzo artesiano nel cortile della casa. A far scoprire cosa fosse accaduto fu la madre di Dassaro. Recandosi nella casa di contrada San Nicola non trovò nessuno, nemmeno quella donna che le era stata presentata dal figlio quale sua nuova convivente. Notò però il tappo di cemento che chiudeva il pozzo del cortile, e la terra smossa attorno. Arrivarono i vigili del fuoco e le forze dell’ordine e fecero la macabra scoperta di quel corpo sepolto dentro il pozzo coperto da sassi e terra. Dassaro dopo alcuni giorni di latitanza confessò e fu condannato a 30 anni, Melluso adesso è stato condannato all’ergastolo. La Corte di Assise di Trapani ha accolto la richiesta del pm Giulia D’Alessandro. Dassaro fece anche altre confessioni, raccontò particolari su un altro grave fatto, la scomparsa da Mazara della piccola Denise Pipitone, sparizione che risale al settembre 2004. Accusò i suoi familiari e altre persone, disse che Denise sequestrata morì per una dose di medicinali somministrata in maniera sbagliata e che il suo corpo finì nelle profondità marine davanti la costa palermitana. Ma come Melluso fece per Tortora anche Dassaro è stato riconosciuto dalla magistratura un falso pentito almeno per il caso di Denise.