Un appello forte alla società civile

Il Capo della Polizia a Trapani per ricordare Cassarà e inaugurare il commissariato di Mazara

joe42965-mov-immagine002“Un esercizio della memoria, e l’affermazione della presenza e del consolidamento dello Stato”. Con queste parole, dette oggi a Trapani , il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, ha voluto racchiudere il senso della sua giornata trapanese, cominciata in Questura con l’intitolazione della sala riunioni al commissario Ninni Cassarà, ucciso a Palermo nel 1985, e proseguita a Mazara con l’inaugurazione della sede del nuovo commissariato di Polizia, all’interno di un edificio confiscato alla mafia. Cassarà fu prima di diventare vice dirigente della Mobile a Palermo, capo della Mobile di Trapani. La mafia lo uccise davanti la sua abitazione palermitana il 6 agosto 1985, davanti gli occhi della moglie Laura, oggi presente a Trapani, i killer lo uccisero assieme all’agente Roberto Antiochia, esplodendo contro di loro oltre 200 colpi di kalashnikov. Un filo ha legato l’intitolazione della sala riunioni a Cassarà con l’apertura della sede del nuovo commissariato a Mazara, dove il 14 settembre del 1992 la mafia tentò di uccidere un altro commissario, Rino Germanà che riuscì a sfuggire al fuoco esploso contro di lui da un super commando di killer composto dall’attuale latitante Matteo Messina denaro e dai boss palermitani, or in carcere, Leoluca Bagarella e Giuseppe Graviano. Proprio pochi mesi addietro Germanà, adesso in pensione dopo essere stato Questore di Forlì e di Piacenza, ha ricevuto dal Capo dello Stato l medaglia d’oro. Sono passati tantissimi anni da questi gravi eventi criminosi ma il tema principale dell’azione delle forze dell’ordine e della magistratura nella provincia di Trapani resta il contrasto e l’annientamento di Cosa nostra oggi più che mai nella mani di Messina Denaro, la cui latitanza resta garantita da un intreccio tra mafia e massoneria, come ha appena confermato il procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Teresa Principato, sentita  in commissione nazionale antimafia. “La guerra non è vinta – ha detto ai cronisti il capo della Polizia – abbiamo però vinto significative battaglie, lavoriamo oggi in condizioni diverse rispetto per esempio alla solitudine sofferta da Cassarà, che è nel Pantheon dei valori e degli ideali della Polizia, abbiamo percorso un lungo tratto di strada ma intanto oggi la mafia ha dismesso i panni dello scontro diretto, ha riassunto connotazioni  proprie dell’ illegalità sommessa  e dei rapporti che non si misurano con le armi ma che si misurano con la forza dell’economia e con la forza intimidatoria”. “Quelli di oggi a Trapani – ha proseguito il prefetto Gabrielli  che a Trapani è stato ricevuto dal prefetto Giuseppe Priolo e dal questore Maurizio Agricola– sono due avvenimenti che sono legati tra di loro, il primo è l’esercizio della memoria che è cosa fondamentale, un Paese che non ha memoria non può avere futuro,  avvenimento altrettanto importante quello di Mazara, l’ inaugurazione di un nuovo presidio di Polizia ha diverse valenze simboliche, oggi lo Stato non solo recupera un bene provento di attività mafiose ma lo destina a luogo privilegiato della lotta contro la mafia e la criminalità”. Gabrielli ha ribadito la forte presenza nel territorio trapanese della Polizia e di tutte le forze dell’ordine, ha riconosciuto l’impegno determinato della magistratura,  “noi ci siamo – ha concluso Gabrielli – c’eravamo con Ninni Cassarà, con Giuseppe Montana, con Boris Giuliano (i poliziotti uccisi negli anni in cui la mafia attaccava pesantemente l’azione della Polizia a Palermo ndr) e anche forti di questi sacrifici e forti di quegli insegnamenti ci siamo, oggi siamo più forti di prima e rappresentiamo per la collettività un giusto punto di riferimento, ma senza il contributo e il concorso delle comunità credo che gli esiti di queste battaglie resteranno incerti, se invece assieme alle istituzioni le comunità si riappropriano del loor presente e del loro futuro , accadrà che per la mafia non ci sarà futuro”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.