Il Partito Democratico di Alcamo ha espresso la propria posizione sulla decisione della Giunta alcamese di recedere dall’Associazione Strade del Vino. Pubblichiamo per intero il comunicato:
“Il Circolo di Alcamo del Partito Democratico esprime una forte critica sul modo di operare della giunta comunale in merito ad alcune scelte adottate in quest’ultimo periodo.
In virtù di un millantato risparmio economico si rischia di incidere negativamente su alcune realtà alcamesi che hanno cercato di valorizzare il nostro territorio sia dal punto di vista socio economico che da quello dell’identità della nostra comunità.
La sciagurata scelta di non mettere in bilancio un’adeguata somma per finanziare il torneo di calcio giovanile Costa Gaia, l’emanazione di un avviso pubblico capestro per la realizzazione dei mercatini di Natale sono già degli esempi lampanti, ma quello che ci fa riflettere molto sulla miopia politica di questa giunta è la decisione unilaterale di recedere dall’Associazione Strade del Vino Alcamo Doc senza proporre alcuna alternativa per la promozione del Bianco d’Alcamo.
Si può dibattere su come migliorare l’attività dell’Associazione, sulle strategie da adottare affinché la stessa possa fungere da volano per il turismo enogastronomico e rurale in ambiti sovracomunali come prevede il suo statuto, sulle modalità di intervento da parte di un importante socio qual “era” il Comune di Alcamo, ma non possiamo accettare questa deliberazione emanata dalla giunta ancor più se sappiamo che al suo interno opera l’Assessore all’Agricoltura con delega al Turismo che si è sempre spesa per queste tematiche nell’esercizio della sua professione, che scrive per riviste di settore a cui stanno a cuore le qualità agricole di eccellenza e che, guarda caso, non era presente in giunta quando si è deliberato di estromettere il Comune di Alcamo dall’Associazione.
Alcamo Città del Vino deve avere nel Comune un baluardo a difesa delle sue peculiarità nonché un motore propulsivo per promuoverle nel mondo, non abbiamo certamente bisogno di un atto di codardia politica”.