CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Ancora una volta ci ritroviamo a scrivere di orrendi fatti legati ad uccisioni di cani randagi nel territorio castellammarese.
Castellammare del Golfo è scenario, per l’ennesima volta, dell’orrenda pratica del “boccone avvelenato” destinato a cani di strada e cani padronali.
Dopo i fatti avvenuto lo scorso mese di ottobre in zona Fraginesi, Scopello e, più specificatamente, sulla SP63 diretta alla Riserva dello Zingaro, all’altezza dei villaggi di Cala Mazzo di Sciacca, Punta Pispisa e Baia Luce, assistiamo oggi, all’ennesima strage di cani. A nulla è servita la manifestazione dello scorso 30 ottobre a Castellammare.
“Anche in quest’occasione il veleno utilizzato è un lumachicida o un prodotto similare, – spiegano alcuni volontari cittadini ad Alqamah.it – facilmente acquistabile in qualsiasi rivenditore di prodotti agricoli. Dobbiamo forse cominciare ad annoverare questi prodotti tra le armi di distruzione di massa o cominciare a pensare di regolamentarne l’uso come è avvenuto con certi diserbanti? Questi prodotti vengono infatti sistematicamente e sconsideratamente utilizzati per fare strage di cani e gatti.”
Così abbiamo accolto l’appello lanciato da alcuni volontari di Scopello: “Quando gli animali ingeriscono bocconcini avvelenati di questo tipo – spiegano – provocano spasmi muscolari, contrazioni tonico-cloniche, convulsioni, irrigidimento con iperestensione del capo e della colonna in un tipico atteggiamento “ad arco”, ipersalivazione, pupille dilatate, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca, aumento della frequenza respiratoria, congestione o pallore delle mucose). Cosa fare: L’avvelenamento da metaldeide è una situazione d’emergenza che richiede l’immediato ricovero presso una struttura veterinaria. Ai fini prognostici, infatti, risulta fondamentale iniziare la terapia il più precocemente possibile. Nell’intervento di primo soccorso è necessario provocare il vomito con acqua ossigenata diluita al 3% se non a disposizione, dell’olio di oliva.
Bisogna denunciare prontamente alle autorità i casi di avvelenamento e devono essere documentati e denunciati, anche se effettuati da ignoti. La denuncia, oltre a rendere possibile l’identificazione e la punizione degli avvelenatori, testimonierà la gravità del problema e renderà meno difficile il percorso per fermare il fenomeno.”
Avvelenare un animale è infatti un reato ai sensi dell’art. 544-bis e 544-ter del codice penale, cioè rispettivamente uccisione e maltrattamento di animali. Inoltre l’ art. 146 T.U. delle Leggi Sanitarie Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265 proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46.
“Ribadiamo inoltre a coloro che distribuiscono i bocconcini avvelenati che l’avvelenamento non è una soluzione adeguata e efficace a contrastare il fenomeno del randagismo: L’unica maniera accertata per contenere la popolazione canina e felina è la via delle sterilizzazione. “Per questo motivo si invitano i cittadini a sterilizzare i proprio cani, soprattutto i cani padronali tenuti in una situazione di semi libertà.
Il Comune di Castellammare del Golfo unitamente all’azione svolta da diversi gruppi di volontari si sta adoperando per la sterilizzazione dei cani randagi.
Si invitano quindi i cittadini – sottolineano i volontari – a segnalare cani randagi da sterilizzare presso il Comando dei Vigili di Castellammare del Golfo al numero di telefono 0924 31221. Il Comune sta inoltre provvedendo alla creazione di un’anagrafe canina in cui si potranno microchippare i propri cani d’affezione; i cani e gatti randagi saranno invece microchippati a nome del Comune. Cerchiamo di chiudere insieme questa spirale di morti e abbandoni, proviamo la via delle sterilizzazioni.”
“Ari (nella foto a sinistra)– racconta Agnese – è uno dei cani che domenica 18 dicembre 2016 ha ingerito i bocconcini avvelenati. Subito dopo i primi segnali dell’avvelenamento è stato soccorso facendogli ingerire acqua ossigenata diluita al 3% ; è stato in seguito prontamente portato presso una clinica veterinaria di Alcamo. Ci teniamo a ringraziare l’Ambulatorio Veterinario del Dr. Gabellone per la reperibilità, prontezza e disponibilità nel dare soccorso ad Ari e quindi salvargli la vita.”