Oramai in pensione, il presidente Crocetta lo ha nominato commissario straordinario all’ex Provincia
Raimondo Cerami, magistrato in pensione, è il nuovo Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Trapani. Il dott. Cerami, già ufficialmente insediatosi alla guida dell’Ente, prende il posto del dott. Giuseppe Amato, dirigente regionale, nominato nell’aprile del 2015 e dimessosi dall’incarico lo scorso 13 gennaio. La nomina del dott. Raimondo Cerami, nato a S. Maria di Licodia (Catania) nell’agosto del 1951, è avvenuta con Decreto (n. 501/2017) del Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, sottoscritto anche dall’Assessore alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri, nelle more dell’insediamento degli organi degli enti di area vasta e comunque non oltre il 26 febbraio 2017. Per Cerami si tratta di un ritorno a Trapani dove fu magistrato, con l’incarico di giudice istruttore, nei “terribili” anni 80, quelli segnati da diversi episodi: una vasta azione disciplinare condotta all’interno del Palazzo di Giustizia di Trapani dal Csm e che toccò lo stesso magistrato; il delitto del pm Gian Giacomo Ciaccio Montalto, domani ricorrerà il 34° anniversario di quell’omicidio; l’arresto di un pm, Antonio Costa. Cerami a seguito di quell’azione disciplinare del Csm lasciò Trapani come altri giudici e magistrati, riprese la sua carriera da sostituto procuratore a Palermo, mentre altri ancora preferirono il pensionamento e le dimissioni, sotto la scure di un pesante intervento del Consiglio superiore della magistratura. Il caso Cerami arrivò in Cassazione, così si legge sulla cronaca dell’epoca: “il magistrato respinse un tentativo di corruzione della mafia, ma non lo denunciò se non tardivamente, la commissione Csm accertò che a lungo omise di parlare con chicchessia di quanto aveva appreso e solo tardivamente ne parlò con alcuni colleghi e mai con il procuratore della Repubblica o con il Pg di Palermo”. La Cassazione pronunciò a suo favore l’assoluzione da ogni addebito. Quello che vide in parte coinvolto il giudice Cerami è un’ombra rimasta sul mondo giudiziario trapanese, in quegli anni ‘80 il Palazzo di Giustizia era diventato una sorta di “ventre molle”, oggetto di infiltrazioni, di inquinamento e tentativi condotti dalla massoneria (se ne occuperà il processo Iside 2), ci furono processi ritardati e qualcuno mai celebrato. Vi indagò a lungo il pm nisseno Carmelo Lo Curto, ma sostanzialmente non si arrivò a nulla, e alcuni degli arrestati di quella bufera giudiziaria, ricordiamo il direttore del mercato ortofrutticolo Giuseppe Cizio, uscirono assolti ma con animo devastato. Altri se la cavarono senza patire alcuna accusa. Immaginiamo l’animo con il quale il dottor Cerami, che intanto in questi anni ha svolto incarichi rilevanti anche a proposito di studio e contrasto al fenomeno mafioso (in particolare all’interno della Fondazione Centro Siciliano di studi sulla Giustizia), si appresta a svolgere i suoi nuovi compiti di pubblico amministratore, e gli auguriamo buon lavoro.