100 Articoli verso il 21 Marzo: Margherita Asta ci ricorda che siamo tutti vittime del sistema mafioso e tutti siamo quindi tenuti a combattere le mafie
di Margherita Asta
Da 22 anni grazie a Libera il 21 marzo, primo giorno di primavera, festeggiamo la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Festeggiamo, perché “celebriamo”, con un importante momento di riflessione ed assunzione di responsabilità, tutte le vittime innocenti della guerra, mai dichiarata, che è stata combattuta ed ancora si combatte nel nostro paese.
I nomi di Barbara, Giuseppe, Salvatore, Giangiacomo, Gaspare, Alberto, Mauro, Giuseppe, Rosario, Vincenzo, Pietro, Vito e di tutti gli altri riecheggeranno a Trapani e in 4000 luoghi di speranza. Noi tutti ascoltandoli dobbiamo trasformarci in testimoni di bellezza, ossia testimoni d’Impegno.
Più di 900 vite che sono state spezzate dal sistema criminale che tiene in ostaggio il nostro paese. Famiglie che sono state stravolte, affetti che sono stati cancellati. Ogni nome rappresenta una storia privata e tutte insieme costituiscono tanti segmenti di una storia più grande che è la storia del nostro Paese. Brutte pagine, scritte con il sangue versato da chi è stato ucciso per difendere valori ed ideali e da chi è stato ucciso, come è capitato alla mia mamma ed ai miei fratelli, per sbaglio.
La lettura dei nomi non è e non vuole essere un mero esercizio di retorica, ma deve essere un momento di presa di coscienza da parte di ciascuno di noi. E’ sicuramente un pugno allo stomaco che ci fa emozionare, ma che ci deve far pensare ai tanti sogni spezzati e soprattutto far alzare la testa e dire BASTA. Ciascuno di noi deve interrogarsi su ciò che può fare!
Siamo tutti vittime del sistema criminale mafioso che attanagliava e attanaglia il nostro paese, la nostra città. Tutti abbiamo il diritto/dovere di reagire e di scardinare questo sistema. Il 26/07/1992 Rita Atria, qualche ora prima della sua morte, scrisse nel suo diario: “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza, e poi , dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta.”
Siamo tenuti quindi a combattere la mafia, come diceva Rita, ma non dobbiamo dimenticare che la mafia vive di compiacenze, di quelle compiacenze che si trovano nei vari segmenti della società, negli atteggiamenti di quei professionisti che facilitano il malaffare e di tutte quelle persone capaci di riempirsi la bocca di buoni propositi, di pronunciare parole come legalità, regole, leggi. Ma come diceva Norberto Bobbio, “la democrazia vive di buone leggi e buoni costumi” . A parole forse lo facciamo, ma nella realtà spesso ognuno persegue degli interessi particolari. L’interesse privato è diventato la filosofia di base. Il giustificazionismo della brava gente che tende a dire “hai ragione, però lo fanno gli altri e perché non lo devo fare io?” è un terreno di coltura pericoloso, perché porta all’omertà, che distrugge qualsiasi sogno di legalità.
E’ importante rompere l’atteggiamento di cinismo che fa credere di non poter cambiare le cose, non dimenticandoci che si può diventare complici del sistema con il silenzio, le deleghe, l’indifferenza e la rassegnazione. Allora bisogna tirare fuori il nostro coraggio, assumerci di più la nostra responsabilità, fare di più la nostra parte.
Sulla stele che ricorda mia madre e i miei fratelli c’è scritto “rassegnati alla morte e non all’ingiustizia le vittime del 2 aprile attendono il riscatto dei siciliani dal servaggio della mafia” Non facciamoli attendere ancora!
Tutti insieme possiamo riscattare il nostro paese, conoscere la verità e affermare giustizia.