Giammarinaro e i super politici falsi testimoni

Dopo la confisca in 28 sono finiti sotto inchiesta tra questi l’ex presidente Totò Cuffaro, l’ex sottosegretario Romano e l’ex deputato Lo Giudice

Il retroscena è clamoroso quanto pesante. Un lungo elenco di falsi testimoni per i quali secondo i giudici del Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani sussistono gli estremi per un rinvio a giudizio. Dovrà deciderlo la Procura di Trapani che ha avuto trasmessi atti e verbali. Testi, tutti citati dalla difesa, venuti in aula a sostenere le ragioni di Pino Giammarinaro, il rais della sanità trapanese, capo popolo a Salemi e leader degli andreottiani ai tempi della Balena Bianca, ma rimasto deus ex machina della politica anche nella seconda repubblica, tanto che nel 2001 quando era sorvegliato speciale sfiorò la rielezione all’Assemblea Regionale Siciliana. Giammarinaro adesso ha subito una confisca da 15 milioni di euro e per i prossimi cinque anni è tornato ad essere sorvegliato speciale, indiziato di mafia. Mafia, politica e impresa, in una parola “o sistema”, tabi burattini e un paio di burattinai, il più importante il boss latitante Matteo Messina Denaro. E per i giudici una serie di soggetti, a cominciare da quelli per i quali si sono trasmessi gli atti alla Procura di Trapani, in un modo o in un altro erano parte di questo “sistema”. I nomi dei presunti falsi testimoni? Eccoli: il più conosciuto è Totò Cuffaro, l’ex governatore della Sicilia, e ancora sotto inchiesta sono finiti l’ex sottosegretario Francesco Saverio Romano e l’ex deputato regionale ed ex presidente dell’ordine dei medici Pio Lo Giudice, l’ex assessore di Salemi della Giunta Sgarbi, l’avvocato Caterina Bivona, l’ex consigliere comunale di Salemi Fabrizio Gucciardi, i dirigenti della sanità pubblica Giovanni Gentile, Andrea Farina, il numero uno dell’Aias Francesco Lo Trovato, e ancora Giuseppe Renda, i familiari di Pino Giammarinaro, Angelo, Bruno e Maria Rosaria Calistro, Pasquale Angelo, Salvatore Scaturro, Giovanna Genco, Salvatore Tumbiolo, Domenico Caradonna, il radiologo e candidato alle regionali del 2001 Vincenzo Lo Re, politici come Pietro Cognata, Paceco, l’ex consigliere provinciale di Mazara Silvano Bonanno, l’ex sindaco di Trapani Cesare Colbertaldo, ed ancora Giovanni Cusenza, Antonino Orlando, Gaetano Gnoffo, Salvatore Montalbano, Carmelo Giannilivigni, Salvatore Calvaruso, Maria Rosa Perricone, figlia del defunto senatore del Pri ed ex sindaco di Erice, Giuseppe Perricone. Alla Procura di Trapani sono stati trasmessi atti relativi al centro polivalente “Villa Cornelia”, realizzato nella frazione di Pietragliate (Trapani): per i giudici moglie e figli di Giammarinaro, Giovanna Calistro, Manuela e Francesco Giammarinaro assieme a Cesare Colbertaldo, Francesca D’Angelo e Dario Poma devono rispondere di una sfilza di reati,falso, truffa, intestazione fittizia di beni ma anche a reati inerenti il falso pubblico, violazioni amministrative ed edilizie. Alla Procura della Corte dei conti sono stati trasmessi gli atti invece relativi alla testimonianze dell’ex manager dell’Asl di Trapani Gaetano D’Antoni e alcuni atti a firma dello stesso onorevole Giammarinaro nonchè del funzionario dell’Asp Danilo Palazzolo.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.