Dopo la pronuncia di primo grado l’ex sindaco di Trapani Mimmo Fazio ricorre contro il Tar
Nessuna autorità giudiziaria vuol mettere mano alle delibere con le quali il Consiglio comunale di Trapani ha dichiarato decaduto per incompatibilità dalla carica consiliare l’ex sindaco Mimmo Fazio. Il Tribunale civile pur scrivendo che la fattispecie (il contenzioso civile che oppone l’ex sindaco all’ex presidente della Sau Vito Dolce) non determina la causa di incompatibilità in quanto Fazio ha prodotto atti (dichiarazione notarile e fideiussione) che garantiscono il Comune (chiamato dal Dolce nel giudizio) da qualsiasi pretesa risarcitoria del Dolce, ha sentenziato che nulla può operare sulle delibere per mancanza di competenza. E quindi le delibere di decadenza dalla carica dell’ex sindaco Fazio restano valide. Per i giudici civili competente è l’autorità giudiziaria amministrativa. Ma il Tar di Palermo ha rigettato appena pochi giorni addietro la richiesta di sospensiva e il ricorso di Fazio opponendo un difetto di giurisdizione. Nemmeno il Tar può intervenire per annullare le delibere consiliari. Tutto questo sta accadendo in un momento particolare: sebbene l’attività del Consiglio comunale sia conclusa la questione però continua a infuocare il dibattito politico trapanese, già caldo di suo per la campagna elettorale oramai imperante. E nonostante la revisione o meno della decisione di estromettere dal Consiglio comunale l’ex sindaco Fazio , di fatto ha perduto valenza, il Consiglio comunale il prossimo 22 maggio terrà la sua ultima seduta, solo per fare insediare nella carica un consigliere comunale, Michele Avellone, per via delle dimissioni presentate da Michele Cavarretta, la controversia giudiziaria non è finita. L’ex sindaco Fazio infatti ha presentato ricorso al Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) con richiesta di sospensiva contro la decisione del Tar. Un ricorso improvviso, quando sembrava che la faccenda si fosse chiusa. L’unico commento di Fazio alla sentenza del Tar aveva offerto un’altra visione dei fatti. E cioè che il giudizio comunque gli dava ragione. Fazio infatti aveva dichiarato che la sentenza del Tar, pubblicata lo scorso 12 maggio, “nulla aggiunge e nulla toglie alla nota sentenza del tribunale di Trapani già pronunciata il 13 aprile e che ha accolto le mie ragioni dichiarando «insussistente la causa d’incompatibilità» votata dal consiglio comunale di Trapani”. E allora perché il ricorso al Cga? Perché ricorrere contro qualcosa che a dire del ricorrente nulla ha cambiato, ossia ha fatto restare integra la sentenza del Tribunale civile che non lo definisce incompatibile? Un ricorso forse per evitare di pagare le spese legali al Comune, mille e cinquecento euro, come deciso dal Tar? Niente affatto. Il ricorso depositato al Cga e notificato stamane al Comune di Trapani ovviamente entra nel merito e con questo atto l’on. Fazio contesta il difetto di giurisdizione opposto dal Tar, e in 30 pagine spiega, attraverso il suo legale, avv. Pasquale Perrone, le ragioni per le quali il Cga deve rimettere il giudizio ai giudici amministrativi di primo grado o a volere dichiarare la sospensiva e dunque la nullità delle impugnate delibere consiliari. Si sta facendo tanto rumore per nulla si potrebbe pensare. Il Consiglio comunale praticamente è già decaduto, essere o non essere più consigliere comunale non è un tema attuale. Ma invece probabilmente qualcosa bolle in pentola, tanto da fare agire Fazio in appello.