Capaci: nel 25° anniversario della strage mafiosa dove furono uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il ricordo con gli studenti della città e per loro un invito a scoprire la capacità ad indignarsi
Parole forti, sentimenti veri trasmessi agli studenti, un forte richiamo perché il ricordo delle vittime della strage mafiosa di Capaci del 23 maggio 1992 sia compiuto ogni giorno. Non aggiungiamo altro se non invitarvi ad ascoltare la voce di un servitore dello Stato, un uomo che da anni indossa la divisa del carabiniere e che come altri gli alamari li porta cuciti addosso sulla pelle. Si chiama Paolo Conigliaro, comanda la stazione di Capaci dopo avere diretto altri comandi in tutta Italia e dove è stato ha lasciato un brutto ricordo ai colpevoli e ha lasciato un grande esempio ai cittadini onesti dimostrandosi sempre al loro fianco. Paolo Conigliaro è Luogotenente dell’Arma, protagonista di una carriera durante la quale ha anche incrociato la strada percorsa da uomini delle istituzioni anche infedeli, potendosi ancora di più distinguere per onestà, lealtà e attaccamento all’Arma e ai valori dello Stato. Le sue parole al 25° della strage di Capaci avrebbero meritato platee ancora più vaste, noi diamo il nostro contributo pubblicando un estratto del suo intervento perchè tanti possano così ascoltarlo. Bravo Luogotenente Conigliaro e ad majora…per tutto
Il toccante discorso del Comandante dei Carabinieri di Capaci, Paolo Conigliaro, nel corso della commemorazione del Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, non rimanga impresso esclusivamente nella cronaca quotidiana, ma diventi pietra miliare di un nuovo modo di impartire l’educazione alla legalità ai giovanissimi, che devono guardare alla mafia per quello che è, ossia cultura della morte e del disprezzo totale al bene più prezioso che è la vita.
Pubblicato da Il Giornale Di Capaci su Martedì 30 maggio 2017