“Sicurezza come garanzia” (FOTO)

Il 2 Giugno a Trapani, sullo sfondo la crisi morale ed etica vissuta da politica e pubblica amministrazione

Ieri nella piazza antistante da una parte la stele dedicata ai caduti e dall’altra il Palazzo del Governo, sede della Prefettura, in mezzo alle Istituzioni rappresentate innanzitutto dalle forze dell’Ordine e dalle Forze Armate perfettamente schierate, certo imbarazzo era facile coglierlo, nascosto dai sorrisi, ma c’erano esponenti politici che sapevano di essere parecchio osservati, così come c’erano politici pronti alla battuta sui guai altrui. C’erano anche tanti sindaci che nella ricorrenza dei 71 anni della Repubblica erano ben consapevoli del peso delle proprie responsabilità parecchio accresciuto, dinanzi a cittadinanze sempre in credito sul fronte dei diritti. Qualche eccellente della politica ha preferito disertare la Festa della Repubblica, preferendo allo schieramento istituzionale, il proprio comitato elettorale, come ha fatto il senatore Antonio D’Alì, che ieri al classico abito ha preferito un abbigliamento casual, restando ad osservare la cerimonia fermo sull’uscio del suo comitato. Lui è uno dei due candidati a sindaco di Trapani che dovrebbe suscitare indignazione, per la richiesta di sorveglianza speciale chiesta dalla Dda di Palermo, l’altro candidato “anomalo” di questa campagna elettorale trapanese è l’on. Mimmo Fazio, assente perché sottoposto agli arresti domiciliari, accusato, da due Procure, quella di Palermo e quella di Trapani, di essere stato protagonista di una maxi corruzione, mazzette e favori che sarebbero stati tratti dai fondi pubblici destinati alla Liberty Lines, la compagnia di navigazione riuscita a conquistare il monopolio del trasporto marittimo siciliano. Tra gli schieramenti nessun commento, ma non c’è dubbio che a fare da scenario alla Festa della Repubblica a Trapani sono state le vicende giudiziarie che quasi simultaneamente hanno colpito i due tra i più riconosciuti politici trapanesi, D’Alì e Fazio. Ovviamente nessun riferimento diretto, ma precise parole sono state pronunciate, e solo chi non ha voluto sentire non ha sentito. Ci hanno colpito le parole del prefetto Giuseppe Priolo, quando durante il suo intervento ha ricordato che “garantire sicurezza” non è solo qualcosa che riguarda le forze dell’ordine, ma riguarda anche le pubbliche amministrazioni, “sicurezza come garanzia della cosa pubblica”. E per marcare ancora di più che il suo voleva essere un richiamo preciso alla gestione della cosa pubblica ha affrontato il tema della corruzione, non è solo qualcosa che incrina l’etica e la moralità ma la corruzione è un pericolo che tocca tutti, “perché la corruzione apre la porta della cosa pubblica alla criminalità”…e dalle nostre parti la criminalità la si declina assieme alla parola mafiosa, criminalità mafiosa! Il prefetto Priolo con voce determinata ha poi detto: “Rivendichiamo i nostri diritti sapendo che nostro dovere è quello di sostenere i valori della legalità e della giustizia”. E prima del prefetto Priolo, il sindaco di Trapani Vito Damiano, oramai alla fine del suo mandato ha parlato rivolgendosi ai trapanesi invitandoli a reagire con orgoglio, ed ha insistito su un tema: “La crisi non è solo quella economica ma anche sociale soprattutto morale, è la crisi che colpisce quotidianamente la compattezza e le stesse capacità della società, rendendola fragile ed esposta a rischi gravi quali la recessione, la disoccupazione, l’impoverimento e la tendenza allo smarrimento dei valori fondamentali, attorno ai quali siamo chiamati a stringerci , senza rassegnarci alle difficoltà del momento, riprendendo un cammino di crescita e di sviluppo, condannando, senza attenuanti, i compromessi amorali e le radicate consuetudini di mutua e reciproca tutela di interessi personali, mai estirpati, e perciò nel comune sentire quasi legittimati, dobbiamo affrancarci dalla subcultura della prevaricazione, dell’arroganza, della prepotenza e del malaffare, dobbiamo rifiutare ed emarginare la menzogna“. E’ stata una bella cerimonia non solo perché le cose che dovevano essere dette sono state pronunciate, non solo perché è stato simpatico rilevare l’imbarazzo di qualcuno, ma perché il programma della cerimonia è stato parecchio coinvolgente, con il concerto offerto dal Conservatorio di Musica, con l’apertura dei giardini della prefettura, con quel fantastico tricolore disteso su una delle facciate del cortile del Palazzo del Governo. La Repubblica, la democrazia e la libertà che da 71 anni in Italia gli onesti possono godere, sono le cose più belle che possiamo avere, ma come tutte le cose belle presentano aspetti di fragilità e quindi Repubblica, Democrazia e Libertà ogni giorno vanno protette. Questo è il primo compito di Noi cittadini italiani.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.