“E se ognuno fa qualcosa….”

Trapani, il cambiamento culturale del Rione Cappuccinelli sull’esempio di Padre Pino Puglisi

Di Roberto Valenti

Fare ognuno la propria parte,essere ciascuno una pietra viva di questa chiesa che si apre al mondo,alle città,ai quartieri più poveri e degradati e troppo spesso dimenticati dalle amministrazioni comunali. Nell’esempio di una grande uomo,sacerdote di questa nostra Sicilia,un martire della mafia,il beato Padre Pino Puglisi che,nel quartiere Brancaccio a Palermo ha dedicato gli ultimi anni della sua esistenza (prima di essere vigliaccamente ucciso dalla mafia) a dare alla sua gente, soprattutto ai più giovani,un’alternativa di vita onesta e da buoni cristiani contrapposta a quella della malavita mafiosa e della cultura della morte. Sono queste le motivazioni che hanno spinto la comunità parrocchiale di San Giovanni Battista di Trapani nel popolare quartiere Cappuccinelli, ad organizzare una settimana di appuntamenti culturali, sportivi e di tanta riflessione sull’esempio di Padre Puglisi.

Un torneo di calcetto,la presentazione del libro “Il primo martire di mafia-l’eredità di Padre Pino Puglisi” di Rosaria Cascio e Salvo Ognibene edito EDB,conoscenza del beato,condivisione di momenti di gioia e cultura fino alla dedicazione del campetto parrocchiale al sacerdote palermitano con la presenza di un collaboratore di Padre Puglisi nonché coordinatore regionale di Libera Gregorio Porcaro e di tanta gente del quartiere. Sono state queste le iniziative parrocchiali della settimana dal 12 al 17 giugno organizzate grazie alla collaborazione della Diocesi di Trapani,del centro sportivo italiano,della rete degli studenti medi di Trapani e del gruppo al servizio del territorio,nonché di tutte quelle persone del quartiere e non,che credono nel cambiamento e nel riscatto della nostra città attraverso la sequela di esempi umani che,come Don Puglisi danno linfa vitale e speranza alla nostra società.

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