Approdata oggi a Trapani nave spagnola con un “pesante” carico di vite perdute
E’ una strage della mamme quella che si e’ consumata al largo della Libia martedi’ scorso, quando la nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms ha individuato un gommone con 167 migranti a bordo e i cadaveri di 13 persone. Testimoni e soccorritori raccontano la portata dell’ultimo dramma dell’immigrazione. Tra gli sbarcati stamane a Trapani ci sono infatti anche sei bimbi che hanno meno di 5 anni e che sono rimasti orfani, dice Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children, sul molo per l’arrivo della “Vos Hestia”, la nave della Ong giunta sul molo Ronciglio con 254 migranti e i cadaveri di 8 donne (2 in gravidanza) e 5 uomini.
“Martedi’ abbiamo effettuato una prima operazione soccorrendo un barcone di legno che era in difficolta’ per le onde troppo alte, a bordo c’erano oltre 80 persone e 10 minori. Poi una seconda operazione – continua Di Benedetto – un trasferimento dalla Pro Activa Open Arms che aveva soccorso 160 persone su un gommone, purtroppo anche 13 salme tra cui molte donne che avevano dei figli”. Tutti sono stremati, molti sotto choc. Molte riportano delle ustioni da gasolio. Sul molo anche gli agenti dell’Interpol, di Frontex e della Squadra Mobile di Trapani che hanno coordinato lo sbarco, interrogando i migranti sulle dinamiche di viaggio e sulla morte dei 13. Secondo i primi riscontri il gommone avrebbe iniziato a imbarcare acqua, afflosciandosi e creando una pozza centrale (di acqua e carburante) nella quale sarebbero finite le 13 persone decedute.
Nessuna invasione di migranti, ma molte, troppe vittime, sottolinea l’Unhcr. “Nell’ultimo periodo quello che noi notiamo – dice Marco Rotunno dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite, presente sul posto – e’ un notevole aumento del numero dei morti. Nel 2016 c’era stato il record di salme e adesso ci stiamo avvicinando a quel numero. Per quanto riguarda gli arrivi, rispetto allo scorso anno, i numeri in generale sono gli stessi. Questa invasione, in termini numerici, non si vede”. E’ stato un viaggio mesto quella della nave dell’organizzazione umanitaria, spiega lo staff di ‘Vos Hestia’: “I sopravvissuti hanno pregato insieme. Insieme a pregare ‘mai piu’…'”.
“Martedi’ abbiamo effettuato una prima operazione soccorrendo un barcone di legno che era in difficolta’ per le onde troppo alte, a bordo c’erano oltre 80 persone e 10 minori. Poi una seconda operazione – continua Di Benedetto – un trasferimento dalla Pro Activa Open Arms che aveva soccorso 160 persone su un gommone, purtroppo anche 13 salme tra cui molte donne che avevano dei figli”. Tutti sono stremati, molti sotto choc. Molte riportano delle ustioni da gasolio. Sul molo anche gli agenti dell’Interpol, di Frontex e della Squadra Mobile di Trapani che hanno coordinato lo sbarco, interrogando i migranti sulle dinamiche di viaggio e sulla morte dei 13. Secondo i primi riscontri il gommone avrebbe iniziato a imbarcare acqua, afflosciandosi e creando una pozza centrale (di acqua e carburante) nella quale sarebbero finite le 13 persone decedute.
Nessuna invasione di migranti, ma molte, troppe vittime, sottolinea l’Unhcr. “Nell’ultimo periodo quello che noi notiamo – dice Marco Rotunno dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite, presente sul posto – e’ un notevole aumento del numero dei morti. Nel 2016 c’era stato il record di salme e adesso ci stiamo avvicinando a quel numero. Per quanto riguarda gli arrivi, rispetto allo scorso anno, i numeri in generale sono gli stessi. Questa invasione, in termini numerici, non si vede”. E’ stato un viaggio mesto quella della nave dell’organizzazione umanitaria, spiega lo staff di ‘Vos Hestia’: “I sopravvissuti hanno pregato insieme. Insieme a pregare ‘mai piu’…'”.
fonte Agi