Caso Fazio: si aggrava la posizione dell’ex sindaco indagato per corruzione, ritirato il passaporto. Intanto per il Tribunale del riesame l’ex deputato deve tornare ai domiciliari e lo definisce un soggetto pericoloso e dalla personalità spregiudicata
Per i carabinieri di Trapani l’ex sindaco Girolamo Fazio, indagato per corruzione nell’ambito dell’indagine “Mare Monstrum” – quella sulle mazzette a proposito di rotte sociali per i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori – era pronto a fuggire e a riparare in Tunisia. Quello che sembrava potere essere un viaggio turistico o per lavoro, attorniato però da segreti e colloqui riservati è diventato per gli investigatori un probabile progetto di fuga all’estero. E il gip di Trapani, Caterina Brignone, accogliendo la richiesta che porta la firma del procuratore Morvillo e del pm Belvisi, ha imposto a Fazio la misura cautelare del divieto di espatrio ed ha ordinato l’immediata consegna del passaporto alla Questura. Misura cautelare che va ad aggiungersi a quella del divieto di dimora a Palermo, anche se questa ordinanza proprio in questi giorni è stata revocata dal Tribunale del Riesame cosa che ha fatto tornare vigente la precedente ordinanza cautelare degli arresti domiciliari. Misura però non ancora esecutiva, per il ricorso in Cassazione presentato dai difensori di Fazio. E però il fatto che l’organizzazione del viaggio in Tunisia è avvenuto proprio a ridosso del deposito dell’ordinanza del Tribunale del Riesame, ha fatto ancora di più propendere gli inquirenti verso l’ipotesi non di un viaggio ma di una fuga, al fine di evitare il ritorno ai domiciliari. Non si esclude però un’altra ipotesi, quella che il viaggio in Tunisia dovesse servire all’ex deputato regionale per entrare in contatto con soggetti per discutere (inquinare?) dell’indagine in corso che lo riguarda pesantemente dal maggio scorso. Una indagine quindi quella sulla corruzione che avrebbe avvantaggiato la società armatrice Liberty Lines dei Morace, che continua a segnare colpi di scena. I carabinieri lo scorso 24 agosto hanno ascoltato Fazio chiedere alla moglie di portargli a Marettimo (dove ha trascorso quasi tutto il periodo estivo) il passaporto per una sua imminente partenza per la Tunisia. Successivamente sempre i carabinieri hanno ascoltato Giacomo Ansaldi, enologo della cantina vinicola di proprietà di Fazio parlare ancora con la moglie dell’ex sindaco se il marito era già partito per la Tunisia. Ansaldi però subito convocato dai carabinieri interessati a capire meglio di quel prossimo viaggio all’estero di Fazio, ha negato di sapere nulla di questa circostanza. Salvo poi una volta uscito dall’ufficio dell’arma, chiamare ancora al telefono la moglie di Fazio di aver fretta e urgenza di parlarle di persona, tanto da costringerla a recarsi presso la casa vinicola lasciando in gran corsa l’isola di Marettimo. I due poco dopo si sarebbero incontrati nella sede della cantina vinicola. Una serie di comportamenti dunque che hanno insinuato negli inquirenti e negli investigatori più di un sospetto che quel viaggio di Fazio in Tunisia poteva essere escamotage per una fuga, tanto che lo stesso Ansaldi quando è stato sentito dai carabinieri ha indirettamente escluso la circostanza di un viaggio per motivi di lavoro, “Fazio non si interessa alla vita aziendale della cantina nè tantomeno di rapporti commerciali con l’estero”, cosa dunque che ha fugato anche il dubbio su un possibile viaggio per lavoro. Un viaggio avvolto da tanti segreti, circostanza questa che ha fatto ritenere la sussistenza di un piano di fuga. Quelli di fine agosto dunque non sono state giornate buone per l’ex sindaco che invece per quasi tutta l’estate si è fatto ben notare a Marettimo, quasi che la vicenda giudiziaria che lo riguarda da maggio scorso fosse già ben definita. Prima che la nuova ordinanza del gip Brignone a rendergli cattive giornate è stata l’ordinanza del Tribunale del Riesame che ha definito quasi innocua l’ordinanza con la quale il 3 giugno a Fazio il gip ha revocato i domiciliari e applicato il divieto di dimora a Palermo. Le dimissioni da deputato regionale,”non fa venire meno la pericolosità dell’indagato”. Per i giudici l’ex sindaco di Trapani “è soggetto dalla personalità spregiudicata incline all’asservimento ai propri interessi personali”. Frattanto per quanto riguarda il troncone palermitano dell’inchiesta che riguarda l’armatore Ettore Morace, il gip ha respinto la richiesta di giudizio immediato avanzato dalla Procura. L’indagine anche su quel fronte deve continuare.