I difensori dell’ex sindaco presentano cinque testimonianze per provare che non c’era alcuna volontà a fuggire dall’Italia
Tra oggi e domani i difensori legali dell’on Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani, depositeranno al gip del Tribunale di Trapani, giudice Caterina Brignone, la richiesta di revoca della misura cautelare del divieto di espatrio, chiedendo dunque la restituzione del passaporto al loro assistito. Fazio è indagato per corruzione e traffico di influenze, nell’ambito dell’indagine “Mare Monstrum”, la cosiddetta “tangentopoli del mare”, che vede coinvolto anche l’armatore della Liberty Lines Ettore Morace, ancora ai domiciliari. Fazio ha avuto applicato da alcuni giorni il divieto di espatrio dopo che i carabinieri hanno delineato alla magistratura trapanese l’ipotesi di una sua possibile partenza per la Tunisia, un progetto di fuga, mettendo la cosa in relazione all’indagine in corso. I pm hanno condiviso il rapporto investigativo presentato dai carabinieri e hanno così delineato al gip la concreta ipotesi di un tentativo di fuga dell’on. Fazio o ancora la eventualità di incontri da tenere segreti organizzati apposta a Tunisi. Ipotesi negate dalle difese che a sostegno della insussistenza delle prove addotte dai pm hanno condotto indagini difensive e preparato un nutrito faldone assieme alla richiesta di revoca della misura cauteare. A sostegno della tesi difensiva i difensori hanno sentito cinque testimoni, i verbali verranno prodotti adesso al gip Brignone. La spiegazione offerta al giudice è quella che Fazio assieme ad un facoltoso imprenditore trapanese, proprietario di una barca, ha partecipato ad una battuta di pesca in alto mare, pesca di cernie, e che si era premunito del passaporto, su suggerimento dell’altro compagno di pesca, nell’ipotesi di un difficoltoso rientro verso Marettimo dove l’ex sindaco ha trascorso il periodo estivo e da dove la barca è partita per la battuta di pesca. Nell’eventualità del maltempo la barca, si tratta di un lussuoso yacht, sarebbe stata dirottata verso Tunisi. Da qui l’esigenza di avere con se il passaporto. Per i legali è improbabile che il loro assistito possa aver pensato di lasciare l’italia per Tunisi o pensare di lasciare l’italia per incontrare chissà quale gruppo di persone. Esclusa una fuga dall’Italia anche per paura di dovere tornare ai domiciliari. Il Tribunale del riesame ha infatti accolto il ricorso della Procura di Trapani che ha ottenuto il ripristino della misura cautelare dei domiciliari, misura introdotta dal gip il 3 giugno scorso, sostituendola con il divieto di dimora a Palermo. E’ vero che l’ordinanza del riesame non è ancora efficace, in quanto i difensori hanno presentato ricorso in Cassazione e dipenderà dal pronunciamento dei giudici della massima corte il ripristino dei domiciliari per Fazio. Ma si è trattato di una ordinanza certamente non tenera nei giudizi nei confronti di Fazio, indicato dai giudici come soggetto socialmente pericoloso e dalla condotta spregiudicata. Ma se davvero il passaporto serviva a garantirsi una normale battuta di pesca, perché mai allora tanti segreti attorno alla vicenda della richiesta del passaporto?