Un buco nella cella, un buco nella norma

La Polizia Penitenziaria sventa il piano di fuga dal carcere di Trapani, denunciati quattro marsalesi

Quattro detenuti marsalesi, reclusi nel carcere di Trapani, avevano preparato una fuga dalla cella. Un buco già era stato scavato all’interno della loro cella, all’interno del reparto “Mediterraneo”, la cui sicurezza da tempo è messa in discussione dai sindacati della Polizia Penitenziaria. E sono stati agenti della Penitenziaria a mandare all’aria il progetto di fuggire via dal carcere da parte dei quattro detenuti, tutti denunciati alla Procura di Trapani. “E’ solo grazie alla grande professionalità del personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Trapani che è stato scoperto un tentativo di evasione di massa – dice Gioacchino Veneziano Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia – siamo orgoglios per la grande operazione messa in atto dalla Polizia Penitenziaria Trapanese”. Gli agenti infatti nel solito giro di controllo, battendo sulle grate della cella hanno sentito un rumore diverso dal solito, perquisendo la cella hanno scoperto il buco già quasi finito, che avrebbe fatto finire fuori dalla cella i quattro. I detenuti avrebbero profittato di quei vuoti alla sicurezza che si sono determinati in un reparto dove le restrinzioni non sono severe come dovrebbe essere: “E’ il prezzo che sta pagando la Polizia Penitenziaria e la società Italiana rispetto la spasmodica ricerca della politica e dell’amministrazione di attuare sistemi carcerari più confortevoli per i detenuti che hanno indebolito il sistema di sicurezza dei penitenziari, permettendo ai detenuti di bivaccare fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno, senza tener conto che le strutture carcerarie costruite negli anni 60 non consentono la vigilanza ed il controllo, poiché non c’è personale di Polizia a sufficienza e manca la tecnologia adeguata;infatti presso il reparto dove si stava perpetrando il rocambolesco piano di fuga vi erano appena 3 poliziotti penitenziari per controllare circa 200 detenuti tutti aperti. E’ da rivedere il sistema Penitenziario – insiste Veneziano- ma diversamente da come vuole una parte della Politica Italiana e dell’Amministrazione Penitenziaria è impensabile somministrare la terapia del trattamento premiale a detenuti che hanno sulle spalle avversione verso le regole penitenziarie, perché così facendo si è fortemente indebolita l’autorevolezza dello Stato, considerato che oramai le carceri sono ingovernabili”. La Uilpa Polizia Penitenziaria Sicilia aveva denunciato più volte la precaria sicurezza del reparto “Mediterraneo” ad attuare il regime aperto, trasmettendo lo scorso 1 agosto una durissima relazione al Capo del Dipartimento, al Direttore Generale dei Detenuti, al Capo del Personale del Dipartimento ed al Provveditore delle carceri Siciliane, chiedendo interventi decisi per limitare i danni alla salute al personale di Polizia di Trapani.

“Oggi – ribadisce il leader siciliano della UIL di categoria, si è evitato il peggio, solo grazie all’intuito e la grande esperienza del personale di Polizia Penitenziaria. Siamo certi che alla luce di quanto accaduto sono sicuramente da rivedere i parametri di scelta dei detenuti da immettere a lavoro esterno ed interno, considerato che alcuni dei protagonisti del tentativo di fuga erano lavoranti, quindi avevano la possibilità di conoscere anche le strutture esterne e gli eventuali punti vulnerabili sui quali basare il piano di evasione”. “Infine – conclude Veneziano – presso la Casa Circondariale di Trapani c’è un clima di grande tensione a causa della presenza di almeno il 40% di detenuti extracomunitari, che si stanno contrapponendo con quelli italiani, quindi solleciteremo il Capo delle carceri Siciliane ad una maggiore movimentazione dei detenuti che si sono macchiati di atti contro il personale di Polizia e delle regole penitenziarie per evitare che eventuali ipotesi di impunità possano compromettere l’ordine la disciplina e la sicurezza delle strutture penitenziarie, del personale di Polizia e addirittura dell’Ordine Pubblico”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.