Intervista a Caterina Camarda, 30 anni, giovane avvocato e consigliere comunale del movimento Alcamo Bene Comune.
Caterina Camarda negli ultimi anni lei e il suo movimento, Alcamo Bene Comune, avete raggiunto una certa esperienza e maturità politica. Come valutate il prossimo appuntamento elettorale del 5 Novembre?
Certamente per noi la strada che dal 2012 ci ha condotto ad oggi è stato un percorso, benché non sempre semplice, di grande crescita. Non facciamo mistero del fatto che l’ esperienza in consiglio comunale alla scorsa consiliatura ci ha permesso di entrare a diretto contatto con le esigenze del nostro territorio e con quelle problematiche che Alcamo conosce da anni. Questo “legame” con il territorio sicuramente ci permette di meglio intercettarne le istanze e affina la nostra sensibilità verso i bisogni dei cittadini alcamesi…ridottisi, ad oggi, questi bisogni, a quelli di primaria importanza, e questo lo dico con grande rammarico. Fatta questa premessa, l’imminente tornata elettorale ci pone, come movimento, dinanzi ad una grande responsabilità: fornire una valida alternativa sia a chi, come noi, non ha affatto dimenticato quanto fallimentare e deleterio sia stato il vecchio metodo politico, di cui certamente è stata eloquente espressione il governo Crocetta, sia a chi, al netto anche della non proprio rosea esperienza alcamese dell’ultimo anno, ha ben compreso che le “scatole vuote”, fatte di slogan populistici completamente disancorati dalla realtà, non meritino più la fiducia alle urne.
Il nostro movimento ha una base solida, fatta di più di 100 tesserati. Ogni questione, ancor di più quella di una eventuale partecipazione attiva ad una tornata elettorale, consideratane la delicatezza, passa da un confronto prima e da un voto formale in assemblea poi. Da alcuni mesi, e in maniera più intensa nelle ultime settimane, il nostro Consiglio Direttivo, sulla scorta di un mandato esplorativo affidatogli dall’assemblea, sta vagliando tutte le possibilità e facendo le opportune analisi. Il confronto è ancora aperto, anche se alcune soluzioni cominciano a delinearsi.
L’esperienza Crocetta tra le peggiori della storia siciliana?
Personalmente ritengo di sì. Lungi da me ritenere i precedenti governi Cuffaro e Lombardo degni di una valutazione diversa, ma data la mia provenienza e collocazione politica, per certo posso dirmi assai più delusa dinanzi al fallimento epocale di un governo che, almeno agli albori, si disse di sinistra.
Micari, Musumeci e Cancellieri sembrerebbero i tre papabili per la carica di Presidente della Regione. Come valuta queste tre candidature?
Micari è una persona stimabilissima prestata ad un progetto che definire “la macedonia delle macedonie” è un sonoro eufemismo. Malgrado lo trovi personalmente assai distante dal mio ideale politico, non posso certo negare che Musumeci sia stato un buon amministratore. Di Cancelleri che dire più di quanto detto più sopra sull’intero progetto politico 5 stelle? Spero che tra una tappa del tour e l’altra, tra un autografo e un selfie, abbia seriamente pensato a come amministrare questa terra martoriata a cui servono, per prima cose, idee chiare.
L’ipotesi Claudio Fava con tutta la sinistra e le forze civiche unite potrebbe dar filo da torcere ai tre big?
Tutto dipende dal progetto, che ad oggi potrebbe convincere e soprattutto dipende dalla capacità di mantenervi fede e rispettarne la fisiologica impostazione. E’ chiaro che il progetto Fava-Navarra farà breccia soprattutto sui delusi di sinistra che vedono nell’accordo Pd- Alfano una vera blasfemia politica, così come sui delusi dal format 5 stelle che, dopo aver creduto nel cambiamento tanto osannato si sono trovati con un pugno di mosche in mano. Certamente la candidatura di Fava può incidere anche sulla candidatura di centro destra, ma non con la stessa forza.
In questi anni il M5s ha dominato la scena politica locale, ottenendo la massima fiducia degli alcamesi. Questa luna di miele pare che negli ultimi mesi sia finita? Dove secondo lei ha sbagliato l’amministrazione Surdi?
Quando si partecipa ad una competizione elettorale la prima cosa che bisogna dire a se stessi è “sono pronto per far fronte ad una delle attività più difficili che esistono? Sono pronto ad attuare un’azione amministrativa chiara e che resiste alle contraddizioni? che faccia un giusto bilanciamento tra le varie esigenze della cittadinanza? Sono in grado di cogliere le istanze del territorio che voglio amministrare?” poi, solo se la risposta a tutte queste domande è si, raccogliere il necessario consenso per vincere le elezioni. Il percorso contrario non funziona, non porta risultati, non di certo per le città e i cittadini.
Nei prossimi anni qual è sarà il ruolo politico di ABC sul territorio?
Lo scenario politico attuale è talmente inedito che è difficile fare una previsione esatta di ciò che sarà senza avere una sfera di cristallo. Posso dire, senza remora alcuna, che Abc mai tradirà l’unico modo di fare politica che conosce, fatto di impegno, passione e competenze messe al servizio di un progetto in cui davvero non smetteremo mai di credere e che vede la nostra città amministrata con efficienza, trasparenza e onestà.