“Maxi serra” a Poggioreale in c/da Fontanelle, ma si trattava di “canapa indica” sostanza stupefacente.
Ad intervenire nella mattinata del 26 settembre 2017, nell’ambito della manovra di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, i Carabinieri della Compagnia di Castelvetrano, guidati dal Maresciallo Giovanni Ferraro e coadiuvati nell’operazione dal Nucleo Operativo e Radiomobile, due gli arresti:
CORTE Francesco, 43enne;
fratelli, entrambi poggiorealesi, disoccupati e noti alle forze dell’ordine.
I predetti, sottoposti a perquisizione domiciliare e personale presso un fondo agricolo dove erano soliti svolgere attività agropastorale, venivano trovati in possesso di:
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n.651 piante di “canapa indica” coltivate all’interno di un magazzino appositamente adibito a “maxi-serra” e attrezzato a regola d’arte con tutto l’occorrente per la ventilazione, riscaldamento ed illuminazione delle suddette piante, avendo predisposto ogni cautela utile ad evitare che dall’esterno si potessero notare luci o altrecircostanze sospettecirca lo svolgimento dell’attività delittuosa;
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vario materiale idoneo al confezionamento ed al taglio degli stupefacenti;
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un fucile a canne mozze cal 12., marca FRANCHI, con matricola abrasa, in buono stato d’uso e conservazione;
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n.8 cartucce cal.12.
Durante l’attività di ispezione dei luoghi veniva anche accertato – unitamente a personale dell’ENEL – che l’energia elettrica servente il magazzino (pari a 50 kw/h), veniva sottratta in maniera fraudolenta, mediante allacci abusivi alla rete elettrica pubblica con l’utilizzo di più cavi portanti e n.54 trasformatori.
Quanto rinvenuto veniva sottoposto a sequestro.
I due indagati venivano, dunque, tratti in arresto per l’attività di produzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, per la detenzione illegale di arma clandestina e per il furto aggravato di corrente elettrica, quest’ultimo generante un grave danno patrimoniale alla società di distribuzione.
Gli arrestati, dopo le formalità di rito e su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca, venivano condotti presso la casa circondariale di Sciacca, in attesa di giudizio direttissimo.
L’operazione riconferma che l’ingente flusso di stupefacenti presente anche a queste latitudini, che è opportuno combattere con la repressione giudiziaria e con la consapevolezza della collettività tutta.