Prostituzione, quattro condanne

Il Tribunale infligge complessivi 22 anni di carcere al clan di Ana Valdes Bermudez detta “la Cubana”, donne facili per la Trapani Bene

I giudici del Tribunale di Trapani – presidente Pellino, a latere Badalucco e Marroccoli – hanno usato la mano pesante condividendo la tesi della pubblica accusa e hanno condannato il clan capeggiato da Ana Valdes Bermudez, detta La Cubana, per un vasto giro di prostitute, anche giovanissime, messe a disposizione della Trapani bene. Otto anni sono stati inflitti alla Valdes Bermudez, sei anni ciascuno per Gaetano Lampasona e Giuseppa Valenti, due anni e sei mesi di reclusione per Giuseppe Piacentino. Il Tribunale ha anche obbligato gli imputati condannati al pagamento di multe per complessivi 3600 euro nonchè disposto interdizioni di varia natura. Il processo è scaturito da una indagine condotta dalla sezione di pg della Forestale, mesi e mesi di pedinamenti e intercettazioni, lavoro investigativo diretto dal capo della pg Ino Conigliaro. Tre anni addietro scattarono arresti e perquisizioni, l’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Andrea Tarondo, a emettere l’ordinanza di misura cautelare fu il gip giudice Cavasino. Fu così smantellata una organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione, una rete pronta a mettere disposizione prostitute anche in contesti sociali parecchio qualificati, da Trapani a Pantelleria. Salotti a luci rosse frequentati da soggetti appartenenti alla bella società trapanese. Clienti erano professionisti e avvocati, uno di questi capace di spendere 500 euro in un paio di giorni per gli incontri a luci rosse. L’agenda con segnati tutti i nomi i giudici del Tribunale hanno disposto l’acquisizione al fascicolo, mentre il resto dei beni in sequestro una volta confiscati verranno distrutti. L’agenda “rossa” della Valdes invece no. Ci sono altre indagini in corso, un troncone di questa inchiesta continua anche a Palermo, sotto inchiesta un noto professionista trapanese. Tornando all’indagine principale e alle condanne inflitte, è stato incredibile lo spaccato emerso, addirittura sono state avviate alla prostituzione le figlie di alcuni degli indagati, un mercato alimentato da avvisi di diverso genere pubblicati da giornali e da siti internet, una rete bene organizzata che ha avuto anche la possibilità di mettere a disposizione delle prostitute anche alberghi dove potere esercitare o ancora locali, pub e discoteche dove le prostitute venivano offerte per così dire come se facessero parte della obbligatoria consumazione, comprese insomma nel biglietto di ingresso. Funzionava anche il servizio a domicilio, anche sulle isole, da Favignana a Pantelleria.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.