Le buone idee per la Sicilia

Claudio Fava designa il sesto assessore, Gisella Mammo Zagarella e parla a Castelvetrano

E’ un segno del quale dovrà tenersene conto anche dopo il 5 novembre, data fissata per le nostre elezioni regionali. La scelta compiuta dal candidato alla presidenza della Regione Claudio Fava, della lista “Cento Passi”, speriamo che serva ad acciuffare il successo, ma serva anche a dire che la storia della Calcestruzzi Ericina Libera non è quella descritta da certuni brutti ceffi dell’informazione locale (sic chiamarla tale). La designazione ad assessore regionale, per le politiche della legalità, di Gisella Mammo Zagarella, ingegnere, originaria di Favara da un decennio trapiantata a Trapani, parecchio attiva nel mondo del volontariato sociale contro la mafia, indubbiamente restituisce la credibilità ad una storia, ad un impegno che certi cialtroni e chiacchieroni capaci solo a fare inutili chiacchiere hanno cercato di mettere in campo nelle ultime settimane. Così per restituire qualcosa al mondo mafioso borghese della terra trapanese. Pensiamo che sarà così perché Claudio Fava è l’attuale vice presidente della commissione nazionale antimafia che di Cosa nostra trapanese, di Calcestruzzi Ericina Libera, di beni confiscati sa certamente molto di più di alcuni quaquaraqua. “Gisella – ha dichiarato in conferenza stampa a Trapani il candidato Claudio Fava – è il sesto assessore designato, a lei andrà la delega per le politiche per la legalità, un incarico concreto rispetto ad una storia e ad una esperienza concreta, pragmatica. Una storia legata alla Calcestruzzi Ericina che dimostra come non è impossibile restituire al libero mercato i beni confiscati, se si segue l’esempio di questa azienda che è rinata grazie al lavoro dei dipendenti, loro prima di ogni altro devono essere punto di riferimento su come riorganizzare la gestione dei beni confiscati, se si fosse seguito il loro esempio oggi non parleremo di beni scomparsi”. Claudio Fava è convinto che la Regione può fare tanto e tanto si può fare attraverso il nuovo codice antimafia. “Mi spiace che i grillini si siano schierati contro il codice, loro preferiscono un bicchiere vuoto ad un bicchiere mezzo pieno che intendiamo riempire ancora di più rendendo la Regione Sicilia quale sede di una cabina di regia che sovraintenda sui processi politici e tecnici, affiancandoci al lavoro dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, mettendo attorno ad un tavolo le banche, il circuito imprenditoriale”. Politiche per la legalità per l’ingegnere Gisella Mammo Zagarella non è uno spot, “significa – dice – mettere in campo capacità per coniugare la legalità con la cultura, la scuola e il mondo del lavoro, non ci può essere legalità se non vengono garantiti i diritti dei cittadini, non ci può essere legalità se i cittadini si sottraggono dal rispetto dei doveri”. E quindi il suo lavoro da assessore sarà un lavoro che investirà e chiamerà all’impegno l’intera squadra di Governo. Abbiamo chiesto a Claudio Fava di immaginare il titolo di un suo libro su questa campagna elettorale. “Mi immagino un noir, un titolo quello che mi viene in mente subito è quello “il primo passo”, che non è solo un voler mutuarlo dal nome della mia lista e da un titolo a me ovviamente caro, I Cento Passi, immagino un libro che possa non avere un finale ma potere continuare”. Ci spieghi meglio. “Io non credo che queste elezioni siano la madre di tutte le battaglie, c’è un uso eccessivo di parole in questa campagna elettorale ma non ascolto quelle giuste, ci provo io. Questa campagna elettorale riflette l’immagine dei siciliani, c’è una platea impegnata , ma c’è anche un popolo smarrito, e un popolo distratto. Io sono convinto e lo continuo a dire dal primo giorno, ma anche da prima, che la rassegnazione non è un lusso che ci possiamo permettere, chi sostiene di non trovare ragioni per scegliere, chi ha deciso di astenersi deve sapere che ha già scelto ed ha scelto il peggio, quando i siciliani dicono di volersi arrendere, di volere restare rassegnati, quando rivolgono il loro sguardo altrove, non possono pretendere di avere il diritto a lamentarsi. Ho ascoltato gente intollerante con chi governa, ma spesso questa era la stessa gente che con un voto clientelare o con il non voto avevano deciso di delegare tutto. Mi chiedo come sia consentito ancora a certuni l’esercizio dell’impegno politico trattando i cittadini, gli elettori come qualcosa di potere prendere e trasportare dove si vuole, ci sono politici che facilmente cambiano casacca ma sanno di poterlo fare perché a loro è permesso di trattare il consenso come mercanzia, ma sono i siciliani che glielo consentono, ieri si poteva dire che le cose non si conoscevano, oggi le cose si conoscono, quindi la rassegnazione aiuta il peggio della nostra Sicilia, l’impegno serio, il voto giusto fa muovere i giusti passi”.

La sua campagna elettorale e quella degli altri. “La mia idea di campagna elettorale è diversa da quella di Cancellieri, ama le piazze con tanto di ghigliottina, lui indica le teste che devono ruzzolare giù e la gente applaude. Musumeci ha scelto di farsi ascoltare solo dai suoi sodali, Micari sta tentando di tenere buono chi c’è attorno a lui e deve schivare i calamai che i suoi alleati si tirano l’uno contro l’altro, io vivo una campagna elettorale non come occasione per cercare voti, lascio ad altri il piccolo repertorio di quotidiane promesse, per governare la Sicilia devi avere semmai l’umiltà dell’ ascolto ed è l’ascolto ciò che anima la mia campagna elettorale, l’ascolto quello che penso mi ha sempre distinto. Un esempio? Mi sono occupato di diritto allo studio quando pensavo che la cosa riguardava solo le scuole e i libri, ho scoperto che il diritto allo studio è anche altro. E’ il trasporto per esempio. Se a Pisa uno studente per arrivare da casa a scuola impiega nove minuti, in Sicilia uno studente che da Barcellona Pozzo di Gotto deve andare in Università a Messina impiega non meno di tre ore della sua giornata, diritto allo studio significa risolvere il tema della pendolarità , diritto allo studio è anche qualità della vita, e quando ho incontrato alcuni studenti siciliani che hanno scelto di andare a studiare lontano dalla loro terra mi hanno spiegato questa loro scelta dicendomi che loro così volevano riprendersi il loro tempo”.

Mafia e questione morale. La questione morale è un tema centrale, se qualcuno va a governare con la distrazione che sta mostrando in campagna elettorale è cosa pericolosa per tutti noi, mentre i 5stelle inciampano nella loro lista con i parenti dei capimafia, noi a Trapani abbiamo presentato il sesto assessore Gisella Mammo Zagarella. Dopo San Cristoforo siamo andati a Castelvetrano, due piazze simbolo che vanno restituite a chi ci vive non a chi ci specula, a chi si sente padrone, a chi crede che siano consegnate a un destino marginale o malato. Castelvetrano ha un’amministrazione sciolta per mafia – ha aggiunto -. Credo in questi anni di avere fatto un lavoro che servisse a verificare e ad affrancare l’amministrazione, il consiglio comunale e la politica dai pedaggi che per troppo tempo sono stati costretti a pagare a mafia e massoneria – afferma Fava -. A Castelvetrano ho spiegato che spetta a loro riprendersi il buon nome di questa città, e fare in modo che venga ricordata non come la città’ del boss latitante Matteo Messina Denaro, ma come la città’ che ha rifiutato la mafia e la cultura mafiosa. A castelvetrano si tornerà a votare e lo scioglimento serve a rimettere la città nella mappa della buona politica, lo scioglimento non è una iattura ma una opportunità per tornare al voto senza intermediazioni, un voto con il quale venga abbandonato al suo destino Matteo Messina Denaro e assieme a lui si girino le spalle ai suoi comitati di affari”. Per finire tornando al voto regionale. “Aspetto la Sicilia che si affranchi da sola dalle parti sgradevoli e malinconiche che l’hanno segnata”-

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.