Riceviamo e pubblichiamo:
“Il “tempo dell’attesa” non sempre coincide con quello reale: noi siamo convinti che il Partito Democratico debba tornare alla realtà, partendo dal fatto che un “partito” abbia il dovere di ascoltare e confrontarsi al proprio interno con tutte le anime che lo compongono. Se, come invece troppo spesso accade, non si ammette alcun dialogo o replica alla “linea del segretario”, si perde il significato dell’aggettivo “democratico”. La legittimazione di un’oligarchia della Dirigenza in quanto eletta, è solo una giustificazione populistica e a doppio taglio: Essa, in quanto tale, ha l’obbligo di fare sintesi delle parti e rappresentare tutti gli iscritti, non soltanto una corte di fedelissimi. La segreteria comunale ha il compito di elaborare risposte politiche ai problemi della Città: ad oggi, risulta essere un organismo di facciata che mortifica la rappresentatività dei mandati e non produce alcuna attività politica sul territorio. Questa autoreferenzialità ha però portato, a nostro avviso, ad un problema ben più serio: allo scollamento con la Gente, che rappresenta nell’astensionismo il vero vincitore di tutte le recenti tornate elettorali. La “questione democratica” che si pone internamente nel Partito Democratico, si riflette nel suo rapporto con la società, col risultato che i cittadini no si fidano più delle istituzioni e detestano la politica. La rappresentazione plastica di questo sentimento è nei dati delle ultime elezioni regionali, in particolare sul dato di Trapani Città, che vedono premiati cittadini alla loro prima esperienza; o chi, nei fatti, ha finora contribuito amministrativamente a risolvere i problemi e a dare risposte, al di là di schieramenti, aree o medagliette. Non possiamo più chiedere ai Cittadini di votare un pacchetto di promesse elettorali: la Gente ha bisogno di essere coinvolta nella ricerca dei contenuti e nella scelta stessa dei loro leaders, la cui credibilità non puó essere affidata a Twitter o ai social. Il Partito Democratico ha l’obbligo di affrancare le nostre battaglie politiche dalle paludi dell’attesa e dell’arroganza, ha l’obbligo di affrontare una discussione quanto più larga e condivisa possibile: noi abbiamo la volontà di spenderci, di continuare ad essere in mezzo ai cittadini, di restituire la dimensione della Politica come Bene Comune.
Il documento è firmato da: Stefano Marchingiglio, Serse Maria Concetta, Scauso Antonino, Salvo Damiano, Adamo Gioacchino, Maiorana Antonio, Abbruscato Vincenzo, Danilo Orlando, Valentina Colli, Accardo Gero, Ernandez Patrizia, Giuseppina Pinco, Agata Galati, Karin Grimaldi, Francesco Taglialavoro, Campo Antonio Giuseppe, Todaro Massimo, Parisi Lombardo Leonardo, Giorgio Francesco, Cernigliaro Caterina, Giorgio Antonino , Burgarella Paolo, La Rocca Benedetto, Bosco Salvatore, Ripamonte Angela, Accardo Anna, Benenati Giuseppe, Bertolino Margherita, Bonomo Giuseppina, Donato Domenico, Carpinteri Angel Santos, Triolo Maria, Scarlata Giuseppe, Scarlata Salvatore.