CASTELLAMMARE DEL GOLFO. È stata presentata ieri sera la statua di San Nicola alla Madrice di Castellammare del Golfo, un dono alla città da parte di un gruppo di cittadini castellammaresi guidati da Nicolò Lentini. San Nicola storicamente rappresenta il primo santo venerato in città, sostituito poi nel corso del tempo dal culto della madonna del Soccorso.
San Nicola oltre ad essere il santo patrono di Bari, della Russia e di tante altre città, è anche il santo dei bambini e dei pescatori.
L’iniziativa è del gruppo che nasce intorno alla pagina facebook “Sei di Castellammare del Golfo Se…” che, dopo aver raccolto i soldi con alcune attività, tra queste la vendita dei “cappiddazzi di Casteddammari” durante i mercatini di natale, ha commissionato all’artigiano salentino Pietro Balsamo la realizzazione della statua di San Nicola e del cappello ligneo posizionato sopra la statua della madonna del Soccorso, rubato nel 2007 e mai più ritrovato. Ieri in tantissimi hanno accolto il Santo nella chiesa madre di Castellammare del Golfo insieme al parroco don Fabiano Castiglione che ha benedetto la statua e i “panuzzi” di San Nicola realizzati per l’evento.
“San Nicola è un santo della tradizione castellammarese, il primo di cui si ha memoria. – spiega Nicolò Lentini ad Alqamah.it – Era il Santo della chiesa che oggi viene chiamata “di la maronna di l’agnuni”, nel 1100 invece era la chiesa di San Nicola. Abbiamo voluto commissionare questa statua allo scultore Pietro Balsamo per amore della nostra città. Insieme al gruppo abbiamo pensato di farlo come dono per tutti i nostri concittadini. Ma nello stesso tempo è anche un modo per riappropriarci delle nostre vecchie tradizioni, per questo motivo vogliamo riportare la Statua nella sua chiesa originale. Siamo sicuri che questo sarà anche da stimolo per un approfondimento da parte degli storici locali su quella chiesa. Un’indagine che servirà per indagare quel periodo storico che va dal 1100 al 1400, ovvero il periodo di passaggio da chiesa di San Nicola a chiesa di la “maronna di l’agnuni”. La madonna del Soccorso è sicuramente un simbolo per tutti i castellammaresi e così sarà per sempre, ma nello stesso tempo credo sia giusto far rivivere il culto del primo santo venerato in città”.
La statua resterà nella chiesa madre per tutte le festività natalizie, poi, almeno questa è l’idea, sarà spostata appunto all’interno della chiesetta di “la maronna di l’agnuni” detta appunto anche chiesa di San Nicola. Questa piccolissima chiesa è la più antica della città, ed è legata al Santo anche dalla simbologia: “Nel bassorilievo della facciata della chiesetta – sottolinea Lentini – è presente non solo la madonna del Rosario ma anche San Nicola. Nel corso degli anni il culto di San Nicola si è affievolito e oggi vogliamo far rivivere anche questa tradizione.”
“Dopo aver restaurato la chiesetta di “la maronna di l’agnuni” troveremo anche una nuova collocazione per la statua di San Nicola. – ha sottolineato don Fabiano Castiglione – Oggi siamo davvero felici di poterlo accogliere nella nostra chiesa, si tratta di un Santo che fa da anello di congiunzione tra la cultura cattolica e la cultura ortodossa”.
Ma il culto di San Nicola non è solo legato alla chiesetta più antica della città. Infatti intorno al 1946/1947 il castellammarese Vincenzo Di Pasquale fece costruire la cappella legata a San Nicola in quella che oggi è conosciuta come la via Segesta, poi distrutta dal comune nel 1996. La cappella era una promessa fatta al Santo se il figlio Carlo Di Pasquale (padre dello scrittore Enzo) fosse tornato vivo dalla drammatica “Campagna Russa”. Dopo la demolizione l’idea era quella di ricostruirla poco più avanti, cosa però che non è avvenuta. Attualmente la piccola statua che si trovava nella cappella distrutta oggi si trova all’interno del palazzo “quadrifoglio”. “ La cappella di San Nicola di via Segesta era oggetto di tanti pellegrinaggi, oggi speriamo di ripetere la tradizione nella chiesetta di san Nicola” – afferma Nicolò Lentini.
Per far arrivare la statua in tempo per il giorno di San Nicola sono stati fatti salti mortali. La statua infatti è stata finita in tempi record ed è arrivata in città ieri pomeriggio dal Salento a bordo del furgone del castellammarese Sebastiano Zappata: “Si, è stata davvero una corsa contro il tempo” – aggiungono i membri del gruppo.
A realizzare la statua lo scultore di fama internazionale Pietro Balsamo di Francavilla Fontana, a metà tra Brindisi e Lecce. La sua è una tradizione di famiglia, arte e passione tramandate negli anni. Da oltre vent’anni realizza statue oggi ospitate in tutto il mondo: “La statua di San Nicola è stata realizzata con la tecnica della “cartapesta salentina”, tipica appunto della nostra tradizione. – spiega lo scultore Pietro Balsamo ad Alqamah.it – Si tratta di una tecnica mutuata nel 600 dai napoletani, poi riadattata negli anni, cosa che la rende un unicum. La testa e le mani sono stati realizzati in terracotta, gli occhi sono di cristallo, tutto il resto, compreso i bambini, le scarpe e il resto del corpo in cartapesta, all’interno c’è un manichino di fil di ferro e paglia. Per realizzarlo abbiamo impiegato circa 3 mesi. Abbiamo avuto qualche problema negli ultimi giorni a causa delle condizioni climatiche non molto favorevoli: quando in Salento soffia forte lo scirocco lavorare la cartapesta non è il massimo a causa dell’umidità. Infatti è stata ultimata il 4 dicembre e in due giorni è stata trasportata qua. La statua – continua – come da tradizione ha subito il cosiddetto “processo del fuoco”, cioè una levigatura con il fuoco che gli permette di essere così liscia come la vedete adesso. Questa è proprio una caratteristica della nostra tradizione. Inoltre è stata realizzata totalmente con materiali naturali: collanti e stucchi particolari, gesso di Bologna, tuorlo d’uovo e pigmenti naturali, colori ad olio e cera d’api. Una curiosità? ho notato che in questa chiesa c’è un’altra statua in cartapesta realizzata da uno scultore leccese, maestro del mio maestro”.
“Sul cappello ligneo sto ancora lavorando, – conclude Balsamo – è un po’ più complicato perché presenta elementi sia in cartapesta che in legno. Quest’opera sarà perfettamente in sintonia con il resto della chiesa, non sarà una copia del precedente, sicuramente simile ma differente, e sono sicuro che si sposerà perfettamente con la cappella”.