Palmeri: “Anche il Comando Militare Esercito Sicilia pone osservazioni negative alla realizzazione dell’impianto”.
ALCAMO. La deputata regionale alcamese torna sulla questione dell’impianto biometano a Gallitello: “Le opinioni dell’amministratore unico della Solgesta, Alessandra Rollino, che abbiamo letto sulla stampa non sopperiscono a quanto richiesto dalle norme in materia di ambiente e ad oggi, nonostante gli accessi agli atti effettuati, non conosciamo tutta la documentazione concernente il progetto dell’impianto di produzione di biometano in C.da Gallitello – Calatafimi (TP)”. La parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri replica alle dichiarazioni rese dalla Solgesta in merito al progetto dell’impianto di produzione di biometano di contrada Gallitello.
“Le attività – dichiara Valentina Palmeri – di questo impianto che bruciano materia prima – spiega Palmeri – danneggiano la filiera del riciclaggio ed inoltre generano un danno sanitario come confermato da consolidati studi scientifici che dimostrano e determinano anche, oltre al danno sanitario, il deprezzamento del valore delle produzioni agricole e casearie, oltre a quelle immobiliari e fondiarie. Le nostre proposte in materia sono diverse e note. Ad oggi restano ancora dubbie e critiche le informazioni fornite dalla società che ha fatto domanda di AIA. Infatti è la stessa Arpa, con la struttura distrettuale di Trapani, a porre dubbi su quanto fornito dalla Solgesta in merito ai suoi impianti. Dalle osservazioni fatte dall’agenzia leggiamo che “si rilevano incongruenze in merito ai punti di emissione convogliata in atmosfera” ed inoltre vengono poste diverse osservazioni sul Piano di Monitoraggio e Controllo a cui l’azienda dovrà far fronte necessariamente fornendone uno aggiornato prima della messa in esercizio dell’impianto. Restano inquietanti, invece, le osservazioni poste al progetto da parte del Comando Militare Esercito “Sicilia”. Nelle loro osservazioni l’Esercito scrive che nella zona interessata ai lavori per gli impianti si evidenzia l’esistenza del rischio di presenza di ordigni residuati bellici interrati e che non è noto se la zona sia stata bonificata e che questo rischio si elimina solo con la bonifica previa istanza depositata. Morale – conclude la deputata – la Solgesta continua a non rispondere non solo a noi, ma anche ai cronisti che chiedono puntualmente spiegazioni utili, mentre le risposte della società sono incomplete ed evasive”.