Favignana e l’acqua cheta

Egadi: il consigliere Rallo prova ad aprire un dibattito politico

Favignana è uno dei Comuni dove la prossima primavera si tornerà a votare per il rinnovo dell’amministrazione locale, e guardando a questo appuntamento il consigliere comunale di sinistra Michele Rallo con una lettera inviata al sindaco Giuseppe Pagoto e al presidente del Consiglio comunale Ignazio Galuppo ha provato ad aprire un dibattito politico, raccogliendo però solo…silenzio. La cosa però non deve sorprendere, perchè Rallo nella sua lettera fa proprio riferimento al “silenziatore” che su parecchie cose è stato applicato dall’amministrazione comunale.

“E’ vero – dice Michele Rallo – l’ho anche scritto, siamo a meno di cinque mesi dalle elezioni e ancor meno dalla presentazioni delle liste, ma ciò che domina nel dibattito politico delle Egadi risulta essere una calma apparente, una melina, anche se risulta altrettanto chiaro che sotto la superfice c’è ben altro. Di cosa soffre la nostra comunità? Della completa assenza di un dibattito politico frizzante, che pone dubbi con poche certezze, quindi che faccia crescere. Questo è il risultato di anni di bombardamenti di comunicati, vuoti, che hanno fatto precedere le parole a qualsiasi risultato. Frutto della politica messa in atto da questa classe dirigente, che ha spento i sogni dei propri cittadini”.

E’ sbagliato dire che in questi anni a Favignana c’è stato un inciucio sotterraneo tra i fronti opposti? “In Consiglio Comunale non esistono differenze tra minoranza e maggioranza, dove l’opposizione è stata fatta dalla maggioranza e l’opposizione ha firmato ciò che doveva firmare e ha frizionato quando lo doveva fare, quando doveva dare dei segnali all’amministrazione”.

Nella sua lettera il consigliere Michele Rallo non le manda a dire, va diretto: “Che nome ha questa politica? Il Sindaco talvolta ha sostenuto che questo è il nuovo corso della politica, quello del teorema della politica inclusiva. Sintetizzando in parole comuni, guadagnare consensi nelle fila dell’opposizione, anche se questo comporta lo sfaldamento da parte della maggioranza, grossi problemi di tenuta della giunta e smarrimento all’interno della maggior parte delle forze politiche che lo hanno sostenuto. Altri sostengono che questo non è che il normale corso della vecchia politica, quella della stampella e del salvagente, per tentare di stare in piedi e galleggiare sia che piova, sia che splenda il sole”.

Casi particolari a sostegno di questa tesi? “Il risultato di questo tipo di politica è chiaro a tutti, come il Piano Regolatore Generale, dove si esce su tutti i giornali per vantarsi di un risultato storico (già accaduto più volte), ma nessuno dice che è dovuto venire un commissario per adottare un piano che era abbandonato dentro gli armadi del comune dal 2014, data di arrivo del piano al Comune e mai adeguato alle nuove costruzioni, il risultato è un piano già oggi vetusto che quasi sicuramente ritornerà indietro. Mentre si proclamano regole e legalità, sull’isola brulicano attività più o meno autorizzate per le quali ad oggi non è più possibile riscontrare tali fatti, vi sono un brulicare di attività che si possono permettere piani interamente abusivi o ascensori abusivi, ma per questi fatti vale sempre il sano consiglio della vecchia politica che recita: “alza gli occhi al cielo e guarda le stelle”.

Sull’abusivismo edilizio sull’isola da Favignana è da tempo che la Procura di Trapani conduce una indagine, inchiesta che per esempio ha visto emergere imprenditori che sebbene toccati da indagini pesanti, mafia e corruzione, come il marsalese Salvatore Di Girolamo, si è scoperto essere rimasto una sorta di “re” del mattone e del cemento sull’isola.

“E’ incredibile – scrive ancora Rallo – come da un lato abbiamo dovuto aumentare le tasse, ma allo stesso momento la vecchia politica ricorre all’anticipazione di cassa, pagando interessi alla banca tesoriere, altresì non si fa nulla per riscuotere le somme dovute al Comune da chi ha perso cause giudiziarie, o non si eseguono le sentenze dove il Comune ha vinto. Potremmo andare avanti con le stazioni marittime che mai sono state realizzate, il monopolio dei trasporti, le problematiche che investono la gestione dello stabilimento Florio dove la Regione è debitrice verso il comune di quasi 800 mila euro. Altresì continuiamo a fare spettacoli estivi con punte di spesa in questi anni di 5/600 mila euro. Poi non abbiamo i soldi per aiutare il sociale, oppure il sociale è solo fare i tornei di carte e dare contributi abitativi. I Giovani dove sono andati a finire?”.

Come ha vissuto questo mandato politico? “Mi sono spesso sentito una voce fuori dal coro, una vera e autentica opposizione ma fedele al progetto politico che è stato proposto all’elettorato. Le mie interrogazioni, mozioni, appunti sugli atti che dovevano essere presentati in consiglio e i vari atti ispettivi hanno dato fastidio, tant’è che sono stato trattato con una certa diffidenza da molti miei colleghi e considerato la causa di tanti mali cui è vittima il sistema amministrativo comunale, con i rispettivi “supporters” esterni. Le cose forse vanno per un’altra strada, forse si dovrebbe conoscere pienamente il ruolo del Consigliere Comunale e delle istituzioni, principi che a Trapani ci ha insegnato una persona che pur venuta a mancare diversi anni fa, il Prefetto Sodano, ancora oggi le sue parole fanno male a questa vecchia politica”.

Ha quindi deciso di mettere nero su bianco queste sue riflessioni, perchè? “Intendo gettare un sasso nello stagno delle acque chete della politica locale e chiedo un dibattito politico in Consiglio Comunale, almeno per un confronto, come da uso con le relazioni annuali del sindaco, per veder quali orizzonti futuri ha questo sindaco, questa esperienza politica al quale noi consiglieri abbiamo creduto”.

Ma sa già come andrà a finire? “Non mi aspetto da parte del sindaco un momento di chiarezza, ma tempi lunghi, parole vuote, dire e non dire, “parallele convergenti” del miglior stile democristiano. Spero che la mia lettera possa servire a qualche cittadino per farsi una loro idea, restituire una visione degli accadimenti della politica locale dall’angolazione che riterranno essere la più giusta, mentre a noi tutti, amministratori e Consiglieri, a ricordare che noi siamo stati votati per amministrare la casa di tutti e non il proprio orticello”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.