Sguardo sui candidati in corsa nella nostra provincia
Dicevamo e ripetiamo. Gli spunti per parlare delle prossime elezioni politiche sono tanti solo a guardare la nostra provincia. Colpisce l’attenzione l’assenza di quello che era diventato il cavallo di razza del centrodestra, il senatore Antonio D’Alì che più che far un passo indietro per le vicende giudiziarie che lo riguardano, il processo dove è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa che riparte dal secondo grado di giudizio, l’obbligo di dimora che contro di lui ha frattanto chiesto la Procura di Palermo al Tribunale delle misure di prevenzione, ha scelto di ritirarsi dalla competizione elettorale per via dei contrasti con il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè nella veste però di coordinatore regionale di Forza Italia. D’Alì ha rinunciato al collegio uninominale al Senato, e questa è cosa nota. Via dalla campagna elettorale e pare adesso faccia il silenzioso eremita. In silenzio ma mettendo a segno un possibile colpaccio ha operato invece l’ex senatrice Udc Maria Pia Castiglione, quarta nel listino per la Camera dell’Udc, ma che parte avvantaggiata dal fatto che i tre candidati davanti a lei hanno destini già segnati, Saverio Romano e Gabriella Carlucci puntano alla elezione in altri collegi ritenuti sicuri, terzo è l’attuale assessore regionale Roberto Lagalla che difficilmente lascerà la poltrona di governo e dunque il seggio che l’Udc dovrebbe prendere sarà per la Castiglione. Nel centrosinistra e dintorni c’è un altro grande assente in casa Pd, non per sua volontà, l’ex sindaco di Erice, e Valderice, Giacomo Tranchida, che resta primo dei non eletti all’Ars perché non ha fatto il previsto salto verso le nazionali l’eletto Baldo Gucciardi che per la verità non è stato anche lui granché ricompensato dopo l’esperienza turbolenta nel Governo Crocetta dove comunque da assessore regionale alla Sanità non ha certo demeritato. Potremmo continuare e troveremo che un po’ tutti, Cinquestelle compresi, partono con qualche acciacco e mal di pancia: dispiace vedere l’uscente Vincenzo Maurizio Santangelo solo nel plurinominale e al secondo posto, quando forse avrebbe meritato la guida della lista o anche la discesa nell’uninominale, pensiamo che meglio di altri avrebbe potuto giocare la partita. C’è chi è poi fuggito via dall’uninominale preferendo la guida di una lista del plurinominale, ma abbiamo l’impressione che il suo “paracadute” difficilmente si aprirà, ma non perché gli manchino capacità ma perché la lista Insieme dovrà superare lo sbarramento previsto dalla legge, e stiamo parlando dell’ex deputato questore all’Ars, il socialista Nino Oddo, lui già si presenta come possibile unico deputato del territorio, rappresentante del centrosinistra, ma fino a maggio scorso era alleato del senatore D’Alì. Spirito di servizio poi la candidatura di Fabio Bongiovanni, al Senato con l’Udc. La sfida nell’uninominale l’hanno scelta senza batter ciglio nel Pd l’uscente senatrice Pamela Orrù, dirottata verso la Camera, e l’altro ex deputato regionale trapanese Paolo Ruggirello, in corsa per il Senato senza il concorrente cavallo di razza D’Alì. Non ce ne voglia nessuno se dobbiamo dire che in questa campagna elettorale col vento contrario loro, con il Pd, hanno deciso di essere della “partita”, più di altri candidati che pensavano di risolvere ogni cosa cercando il famoso paracadute. Nelle elezioni si cerca il consenso dell’elettore e nel Pd Orrù e Ruggirello è questo che hanno scelto di fare. A guardare le cose viene in mente il famoso editoriale di Montanelli quando scrisse che turandosi il naso bisognava andare a votare per la Dc. In questa campagna elettorale pensiamo che probabilmente le cose stanno allo stesso modo anche se la Dc non c’è più da un pezzo. Noi pensiamo che nella cabina elettorale bisogna entrare senza turarsi alcun naso, ma sapendo di tenere in mano un’arma potente, la matita da usare per segnare il proprio voto. E’ questa consapevolezza che tutti dobbiamo riconquistare, se vogliamo bene alla nostra terra.