LA FAVOLA DELLE REGIE TRAZZERE – CAPITOLO V- PARTE VIII. Il Maestro Segreto scrive al Re un’ulteriore lettera il 16 febbraio 1789.

DI ANTONINO MESSANA

La lettera questa volta è abbastanza lunga formata di 11 fogli e per molti versi riassume tutti i precedenti provvedimenti ed iniziative già intraprese. Avvertiamo però che il nostro Maestro è molto più ligio nel ricercare le strade di Sicilia e trasformarle indistintamente in Trazzere larghe canne 18 e palmi 2.  Per una visione completa e valutativa di ciò che scrive il Segreto riporto, come del resto ho fatto in passato, le 11 originali pagine manoscritte della lettera in parola.

            In prima pagina il Maestro Segreto ricorda al Re i primordiali termini della “Consulta” del 1° febbraio 1788 (Vedi capitolo V-parte III, pubblicato il 1° luglio 2017) e il Dispaccio che fa seguito al “Motivo Fiscale” del 30 aprile 1788 (Vedi capitolo V-parte VII, pubblicata il 23 dicembre 2017).

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Ecc. Sig.re

Sig.re                                                 16 febbraio 1789

            Dietro aver rapportato all’E.V.  per la via della Real Camera Patrimoniale con mia devota carta  del 1° febbraio 1788  quanto si era acquisito per la pubblicazione del Banno dall’E.V. ordinato riguardante la reintegrazione e perpetua custodia delle Regie Trazzere e vie pubbliche di questo Regno, e le opposizioni  e ripari  che si erano incontrati dai rispettivi Regi Segreti, e Proconservatori ad eseguirlo, restò servita l’E.V. con…? Dispaccio del 30 aprile 1788 prescrivere, che con mie circolari ordinar dovessi ai rispettivi Commissionati per l’addietro incaricati di tale affare a dover le relazioni delle Trazzere che attualmente esistono nei loro territori dovendo per Trazzere reputarsi quelle strade che dalla Popolazione portano alle prossime immediate Popolazioni, dovendo contenere cotali Relazioni l’attuale larghezza ed il termine fino alli Territori delle Unità contermini o pubblica trazzera comune all’altra popolazione e di entrambe la larghezza e longitudine, ed il canneggio, e se prosegue la larghezza come comincia,  e se nel progresso.

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Nella seguente seconda pagina continua il richiamo del suddetto dispaccio dell’ultimo di aprile con la richiesta ai Segreti e Conservatori locali delle informazioni sulle usurpazioni e se quelle terre usurpate sono state bonificate e messe in coltura e se i possessori pagano un censo o una gabella. Prosegue con un richiamo al pagamento dell’Agrimensore perché gli Ufficiali del luogo non erano in condizione di fare quelle verifiche richieste. L’Agrimensore esistente in ogni città era obbligato di eseguire l’incarico.

si è ristretta. Siccome di rimettere le Usurpazioni proprie se vi sono, ed in mancanza queste della Real Secrezia, nella cui Comarca esiste, qualora prescrivessero di esse Regie Trazzere la misura, o situazione, e qualora non ve ne sono, quale per l’addietro sia stata la consuetudine di loro larghezza. Come pure informare, se nella circonferenza di quanto attualmente si ritrova situata, o se deve essere la Trazzera, o per le Istruzioni, o per la consuetudine, vi siano Terre occupate, e beneficate da particolari, e se pagano censo o Gabella ad altri ed in quanta quantità ne restringono la trazzera, e da quando ne sono possessori. E per le spese bisognevoli dispose l’E.V. ridursi questi al solo agrimensore, non essendovi d’uopo di presenza d’altri Officiali. E poiché in ogni luogo esiste il pubblico agrimensore, il quale v’à tenuto per obbligo di suo mestiere adoperarsi la sua perizia in vantaggio dal pubblico, e dovendosi riconoscere il mero…

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            In questa terza pagina il Maestro Segreto attende dai rispettivi Ufficiali la proporzionata retribuzione per il solo lavoro da pagarsi agli Agrimensori locali da comunicare al Re per procedere nell’incarico. Ricevuta l’autorizzazione del Sovrano il Segreto si obbliga ad informarlo con sollecitudine sull’esecuzione e tutti i riscontri eseguiti per la sistemazione dell’interessante materia.

jus laboris rimettere dovessero li rispettivi Officiali la nota di quanto per diritto gli può competere, per quindi risolversi dall’E.V. la proporzionata mercede. Incaricandomi espressamente l’E.V. di dover ben tosto curare di tutto l’anzidetto la esecuzione, ricapitarne i riscontri, ed informarla con sollecitudine per sistemarsi questa interessante materia, per cui si sono mediati continui ricorsi dall’interessati. In vista di tal venerato incarico dall’E.V., con mia circolare in stampa del 24 maggio 1788 trascrivendo per intero il (vostre disposizioni) del 30 aprile 1788 inculcai saviamente Regi Segreti e Collettori del Regno, ed ai Soprintendenti la celere esecuzione, e che nel più rispetto termine dovessero tutto pratticare coll’intimato  dal rispettivo Regio Proconservatore e del rispettivo Sindaco e Procuratore del Popolo,

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            Il Maestro dichiara al Re che l’incarico da eseguirsi credeva di facile attuazione perché le relazioni dovevano essere scritte dagli Agrimensori senza alcuna retribuzione. Questi hanno preteso una paga per vivere la giornata. Siccome gli Ufficiali per la misurazione delle terre avevano bisogno di un pratico agrimensore per accorciare i tempi data, la vastità dei territori. Pertanto è necessario stabilire una retribuzione agli agrimensori.  Giacché il Re non aveva stabilito una retribuzione prima di ricevere la relazione, il Maestro è stato costretto a sospendere il lavoro ove gli agrimensori sono stati tenaci sul da farsi.

Credeva di facile spedizione questa incombenza, e per trattarsi di una materia cotanto interessante il pubblico vantaggio di tutto il Regno non lasciava di far dare premura pella sollecita rimessa di scrivere relazioni di aversi questa eseguita dall’agrimensori senza alcuna mercede, incontratosi l’ostacolo di non poterle tantosto eseguire bisognando del tempo per la vastità dai Territori, e di non poter da essi soli praticarsi senza l’aiuto di darsene pratiche alla cordiazione (misurazione) delle strade vivere tutti costoro alla giornata era necessario contribuire chiaro soccorso. Ma siccome V.E. aveva prescritto di risolvere su di questo pagamento dopo fatte le…relazioni altro mezzo non trovai, che di far sospendere l’esercizio in diverse parti di questo Regno si quelli agrimensori che si erano resi tenaci ad…

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In questa quinta pagina Il Maestro comunica al Sovrano che dopo la sospensione dei lavori in quelle città ove gli agrimensori si sono rifiutati di prestare la loro opera senza alcuna retribuzione, ha ricevuto numerose relazioni dai Segreti locali per le città demaniali e da Commissionati per le città e terre Baronali interne. Tuttavia, la mancanza di altrettanto numerose relazioni per le restanti città ha prodotto ritardo a mio carico sui successivi processi. Il Segreto in base alle relazioni ricevute, è stato in grado semplicemente di esaminare il numero delle rispettive trazzere e vie pubbliche e la loro larghezza.

eseguirsi le prescritte misure. In questa maniera dietro replicate premure, alla fine fino adesso sono state rimesse  diverse relazioni da molti Segreti e …per le città demaniali, da diversi …e Commissionati per le Città e Terre Baronali interne del Regno, mancandone non poca parte si per non essersi attesa la vastità dei Territori per la mancanza dell’agrimensori. Frutto per  non riferirsi la tardanza a mio carico e per le provvidenze che richiedono. Li Segreti locali, o esaminato le relazioni sino ora rimesse che soltanto descrivono il numero delle rispettive Trazzere e vie pubbliche dall’avvio di ciascun…la loro larghezza…

            Nella busta 275 più volte citata e neanche negli fondi archivisti riguardanti le Regie Trazzere custoditi dall’Archivio di Stato di Palermo non esiste traccia delle sopracitate relazioni rimesse dai Secreti locali. A tal proposito chiuderò questo capitolo V dopo aver pubblicato tutti i documenti delle Trazzere trovati nell’Archivio in parola. Come detto e ripetuto con amarezza unico e solo documento è la perizia Vairo ordinata dal Segreto Ericino nel 1788 (Vedi capitolo V-parte VII, pubblicata il 23 dicembre 2017).

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In sesta pagina il Marchese riferisce sempre al Re che la larghezza delle trazzere e vie pubbliche variano da territorio a territorio e la maggiore larghezza durante il percorso mano mano si riduce fino ad arrivare ad una larghezza miserabile come dimostra l’annesso elenco. Dall’elenco si notano che le larghezze infime sono proprio nelle unità demaniali e baronali ove peraltro esistono delle Istruzioni.

            A tal proposito cito la città demaniale di Mistretta ove tutt’oggi esistono terre demaniali destinati a pascoli a pochi kilometri dalla città. La medesima situazione per la città demaniale di Licata che peraltro è una città marinara con relativo porto che da sempre costituiva un collegamento con l’isola di Malta (Vedi capitolo IV-parte I, pubblicato il 30 aprile 2016. Viaggio attraverso la Sicilia e Malta di  Patrick Brydone 1770). Così pure Naro (che di recente ho visitato la città ed ho fatto ricerche preziose in Biblioteca) che è una città demaniale di mezza montagna. E’ propizio per l’occasione citare il brano conclusivo della pagina 17 del libro “Viabilità e topografia della Sicilia antica © 2006 di Luigi Santagati”. Riporto il brano delle pagine 16 e 17.

“La misura delle Regie Trazzere”

            “Nel concludere è giusto fare presente che, oltre alle Regie Trazzere, esistevano anche altre tre tipi di trazzere, il più delle volte appartenenti ai demani comunali e colleganti quindi località minori, le cui larghezze legali erano di 12 canne (m 24,77), 6 canne (m 12,38) e 3 canne (m 6,19). A volte, in realtà, erano le stesse Regie Trazzere che, in prossimità dei centri abitati, riducevano la loro larghezza specie nell’attraversamento degli abitati riducendosi a viottoli non più larghi di 3-4 metri, mentre la larghezza massima veniva mantenuta praticamente solo in campagna. Si ritiene, comunque, che la reale larghezza della trazzere variasse ben più di quanto volesse la legge. In pratica solo le trazzere prevalentemente dedicate alla transumanza, e solo nei tratti dove fosse possibile, in aperta campagna, arrivavano alla larghezza canonica di m 37,68. Altrimenti la larghezza si limitava, anche per le trazzere più importanti ed anche fuori città, a non più di 3,00-4,00 metri e comunque tale da permettere solo il passaggio incrociato di due animali carichi”.

            Non credo che il brano meriti altri commenti. Abbiamo letto con chiare lettere che la larghezza di circa m.38 poteva essere sola per brevi tratti e, aggiungo, solo in quelle città e territori dediti alla pastorizia come Mistretta, Capizzi, Troina, Naro, Licata e altre città. Normalmente, come voce storica, le strade erano larghe tre o quattro metri, corrispondenti al passaggio di due carri nei due sensi. Addirittura è stato scritto che le strade di Sicilia non erano altro che sentieri (Vedi capitolo I-parte II, pubblicato il 30 maggio 2015) e con percorsi a redina (Vedi capitolo II-parte I, pubblicato il 19 dicembre 2015).

            Con queste brevi citazioni il Maestro Segreto non fa altro che tradire la storia delle strade di Sicilia.

            Segue l’elenco delle città che hanno relazionato. La pagina è stata tagliata con due linee in senso verticale ma leggibile. Non capisco il valore dei tagli. Tuttavia è opportuno riprodurlo per vari motivi abbastanza evidenti. Da evidenziare infine che in questa pagina la misura più piccola per le trazzere è di Avola di palmi 40. Restando in tema di trazzere non figura invece alcuna misura canonica di canne 18.2. Le città che si sono avvicinate alla suddetta misura sono: Corleone che indica una corda corrispondente a canne 18; Calatafimi canne 25. Da queste diverse misure riscontate adesso, in queste due città ricaviamo che le misure sono convenzionali e variano per gli usi civici adottati in ciascun paese sia per volontà politica locale che Baronale. Per Calatafimi riporto la perizia dell’architetto Vairo del 1788 che scrive che la suddetta larghezza è una servitù.

            Resta indeterminata la misura di Castiglione, due pietre tirate con le braccia incrociate, tuttavia ci forniscono qualche idea il passaggio di 500 pecore che s’incontrano. In altre parole la trazzera deve accogliere in larghezza 1.000 pecore. Stento a credere che gli 11.500 Km di trazzere già disegnate dall’Ufficio Trazzere in tutta la Sicilia avvenissero in tutte le strade siciliane, un traffico di 1.000 armenti. Impossibile! Peraltro già dimostrato e plasmato in questa rubrica.

            Da ultimo. La città di Castroreale indica misure dettagliate ed anche particolari rispetto agli altri paesi. Le misure delle trazzere e strade comunicate sono le seguenti: canne 10 da un territorio ad un altro; canne 7.4 tra feudi e feudi; canne 5 per strade pubbliche; canne 1.4 per via vicinale. Intanto devo ricordare il marchese Moleti barone di Castroreale è stato il fautore del dispaccio del 1785 (vedi capitolo V-parte II, pubblicato il 13 maggio 2017) Da queste misure ricaviamo senza ombra di dubbi il primitivo reclamo del Barone di Castroreale è stato causato non per la larghezza della trazzera ma per il pagamento richiesto del dazio. La larghezza di canne 18.2 e completamente un’invenzione confortata solo dai vecchi bandi di Licata del 1505 e successivi per altre città (Vedi capitolo V-parte III, Pubblicato il 1° luglio 2017).

nel principio e la varia e differenza larghezza nel suo progresso e nel fine, di manieracché dalla loro maggiore larghezza si riducono ad una troppo miserabile, ed assai ristretta come dall’annesso plano sarà per rilevare, ove notate sono la Unità Demaniali e Baronali col numero delle Trazzere e la loro maggiore o infima  loro larghezza e vi sono Istruzioni che ha tale segno le prescrivono.

 Avola palmi 40

Biscari canne 10

Castroreale canne 10 da un territorio all’altro; canne 7.4 tra feudi e feudi; canne 5 strade pubbliche; canna 1.4 per via vicinale.

Corleone corda una che corrisponde a canne 20

Castiglione spazio di due pietre tirate con le braccia incrociate uno alla destra e l’altra alla sinistra o pure per il passaggio di due greggi di pecore che si incontrano al numero di 500 per uno.

Calatafimi canne 25 per le Trazzere, canne 5 per le vie pubbliche.

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            In questa pagina notiamo che solo 6 paesi su 15 elencati hanno larghezze di trazzere che si avvicinano alla classica misura di canne 18.2, ma nessuno ha una uguale misura. Peraltro la città Corleone, la misura è diversa rispetto a quella comunicata nel 1787 (Vedi capito V-parte III, pubblicato il 1° luglio 2017). Caltanissetta canne 18; Contessa canne 20; Naro canne 18.6; Pietraperzia canne 18 corrispondenti a 20 passi; S. Filippo canne 16.11; Terranova canne 14.

            La minore misura è di Terranova con una differenza in meno rispetto alla canonica di canne 4.2 corrispondenti a circa m. 8,5. La maggiore misura è di Contessa con 20 canne, circa m. 4 in più rispetto alla misura classica. Molto strana è quella di Pietraperzia perché le canne 18 vengono rapportate a passi 24 che è  una unità di misura usata dai Romani è corrispondono a m. 40,32.

            Tornando alla città di Terranova apprendiamo che per le vie pubbliche esistevano le”Istruzioni” dettate dai Baroni del luogo stabilendo una misura di canne 7, corrispondenti a circa m. 14.

La città di Linguagrossa indica ben cinque misure diverse per le Trazzere. La più piccola sono palmi 40 e la maggiore palmi 100, corrispondenti a circa m.25. per le vie pubbliche quattro diverse misure. Non riesco a capire se quelle misure si riferiscono a strade diverse o ai percorsi che iniziano con una grandezza e man mano si stringono o si allargano.

Mistretta, città demaniale a vocazione pastorale e destinataria del bando del 1568 le trazzere, con meraviglia, sono larghe appena canne 6. Detta misura è una conferma di quella del 1787.

Infine, Ucria altra stranezza di misura: la distanza di una balestra per quanto possono arrivare due pietre a mani incrociale. Misura, per le mie modeste conoscenze, indeterminata.

            Il Maestro Segreto sulla scia di queste misure ricevute dalle città e paesi intraprende l’impegno di rilevare la legge del Regno delle Trazzere.

Caltanissetta canne 18

Contessa canne 20

Ficarra palmi 40

Galati palmi 40

Linguagrossa palmi 40. 56. 60. 80. e 100 per le Trazzere; palmi 20. 24. 32. 16 per le vie pubbliche.

Mineo canne 9

Mistretta canne 6

Naro canne 18.6

Pietraperzia canne 18 che corrisponde a passi 24;

Randazzo canne 7

  1. Filippo canne 16.11

Trapani canne 5

Terranova canne 14 per Trazzere; canne 7 per vie pubbliche in forza di Istruzioni Baronali.

Ucria la distanza di una balestrada per quanto possono arrivare due pietre tirate a mano incrociate.

SS Salvatore canne 5.

Quindi mi sono applicato a rilevare la legge del Regno che definisse la larghezza delle Regie Trazzere e vie pubbliche e fare la più esatta…

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         In questa pagina il Maestro ripropone i bandi ritrovate nel suo Ufficio e quelli di Traina del 1609, di Sciacca e Naro comunicati dai Segreti dei luoghi. Da queste “Istruzioni” diligentemente ne deduce la normale larghezza delle Regie Trazzere corrispondenti, secondo la comune prassi, a una corda e mezza a caricare, cioè a canne 18 e palmi 2. Stabilita quest’ultima larghezza, il Segreto fa presente al Sovrano che tutte le trazzere del Regno si sono ristrette in ambo i lati a causa delle “usurpazioni”. Tuttavia, in alcuni luoghi la misura inferiore è stata giustificata dall’assenza di grandi armenti. Domanda! Perché in alcuni luoghi la Trazzera è stata ristretta per usurpazione a causa della mancanza di grandi armenti che lo attraversava, mentre nei restanti territori della Sicilia privi di allevamenti le Trazzere sono considerate pure usurpate? Non è un’assurdità e una contraddizione?

diligenza sino ritrovate nel mio Ufficio della Regia Segrezia di Licata al 1505 e i Banni pubblicati di quella di Troina, Capizzi, e Mistretta al 1568 e dalle diligenze pratticate dalle… presenti Regi Secreti si è venuto in cognizione delle enunciate istruzioni  di Traina al 1609, di quella di Sciacca al 1633 e dell’altra di Naro al 1649. In queste Istruzioni e Banni si prescrive la larghezza delle Regie Trazzere di una corda e mezza a caricare corrispondente a canne diciotto e palmi due, secondo la comune prassi, sebbene però oggi si osserva per essersi ristrette in tutte le parti di questo Regno attese le usurpazioni che ogni lato si sono commesse. Per alcuni luoghi però meno di dette Canne diciotto e se ne riferisca il motivo per non essere luoghi tragittati da grandi armenti…

Per altro verso è necessario evidenziare in questa pagina sulle usurpazioni commesse nelle trazzere ove non esisteva più il passaggio di grandi armenti. Mi domando? Perché il nostro Maestro non elenca i luoghi? Non avendo descritto territori e città, il discorso resta generico e indeterminato, se non addirittura una vera e propria falsa rappresentazione. Le città che conosciamo ove c’era una prevalenza di allevamenti hanno comunicato una larghezza delle trazzere corrispondente od addirittura maggiore di quella canonica (Naro, Calatafimi, ect.), fatta eccezione di  Mistretta. Allora, il Maestro per chiarezza doveva indicare i luoghi ove non c’era più il passaggio di numerosi armenti al fine di giustificare e convalidare il suo discorso.

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            Il discorso del nostro Maestro così continua; “… in quei luoghi (ove non c’era più grande pastorizia) in  passato il Regno era cosparso di vacche, pecore e giumenti che attraverso le larghe trazzere potevano pascere. Adesso a causa delle usurpazioni da parte di proprietari e gabelloti che hanno spostato la trazzera nelle proprie terre non c’è più certezza in ogni luogo della primitiva trazzera e via pubblica nella loro larghezza comprese quelle esistenti nei feudi. L’occupazione di dette trazzere alle prime piogge le hanno rese fangose. Con questa premessa il Segreto chiede al Re come agire in merito alle incertezze createsi a causa delle usurpazioni. Infine, il Maestro suggerisce al Re di informarsi sul caso esposto presso i Corrieri Regi, Capitani e da tutti quelli che viaggiano per la Sicilia.

che pria vi erano nel Regno di vacche, giumente, e pecore che an d’uopo di un competente largo per poter andar boccheggiando. Quindi è che essendosi al…nel Regno l’inconvenienza di non sapersi per ogni luogo la certezza della Trazzera, e via pubblica nella loro larghezza non la certezza per quella che esistono nei feudi, il perché i Proprietari o Gabelloti l’hanno trasportato, dopo che è stata riposata, nella Terra vicina che col lavoro si ritrovavan smosse, e si vedono alla prima pioggia fangosa e la permanenza per non essere dai possessori invasa per come al…sa ne ritrovano, imploro a V.E. sulle provvidenziale…e come regolarmi per non meritando riferirsi a mia particolar premura o dei miei ufficiali fassi e basti che V.E. si informi da corrieri Regi, dalli Capitani d’armi e da coloro che traggittano il Regno che si è ridotto a impraticabile.

            In questa pagina occorre tenere ben presente che il nostro Marchese abbandona la definizione data in precedenza di Trazzera come congiunzione di due popolazioni e per la prima volta accenna anche alle strade e trazzere baronali lasciando intendere che anche quest’ultime in parte sono state usurpate creando quell’incertezza nella delimitazione. Avanzo qui una mia opinione pronta a modificarla se qualcuno mi fornisce una prova concreta. Se al momento della concessione del feudo esistevano già le strade, queste erano le cosiddette Regalie sicuramente non larghe canne 18. Altra possibilità è la seguente: i Baroni concedendo ai Gabelloti porzione dei loro feudi cosicché hanno necessariamente creato numerose strade di accesso e queste non potevano essere né Regalie né Regie Trazzere ma strade private appunto denominate “baronali”. Altro che incertezza a causa dell’usurpazione accennate in terre baronali. Qui la falsa rappresentazione di fatti è innegabile.

Pagina 10

            Adesso nel risolvere il problema della larghezza delle trazzere il Maestro chiede al Re le seguenti autorizzazioni: In primo luogo, se ripristinare le vecchie larghezze o tenere in considerazione quelli esistenti, poiché alcune persone qualificate hanno riferito che le trazzere si sono ristrette da canne 18 a canne 12; in questo caso gli armenti potrebbero pure trovare spazio sufficiente per boccheggiare (pascere lungo la trazzera). Inoltre il Segreto domanda al Sovrano se i tratti di trazzere usurpate fossero coltivati e migliorati con opere rustiche, è opportuno procedere al ripristino della trazzera spiantando detti miglioramenti oppure far pagare un compenso al demanio per l’occupazione. Infine il Marchese consiglia al Re che nelle trazzere occorre piantare i pileri e ogni anni provvedere per la manutenzione. Comunico con immediatezza che non ho riscontrato alcuna risposta del Re a quest’ulteriore lettera del Segreto.

Quindi e nel risolvere V. E. questa larghezza sarà per aver presente se devono sussistere nella antica larghezza o nell’attuale in cui esistono, o pur va stringersi a riguardo d’essere assenti li grandi armenti, avendomi qualche prattico (riferito diciotto quelli di maggiore larghezza ed alcune a canne dodici) quando si restringessero a canne avrebbero lì armenti un competente campo, per tragittare e boccheggiare e lasciarsi quelle di minore larghezza  nello stato in cui si trovano. In qualche caso…V.E. quanto si dovrà operare, se in questa situazione si trovassero spazi occupati, e coltivati, se devono spiantarsi li miglioramenti rusticani, oppure obbligarli a dare il compenso colla Terra che vi stanno a fronte o giusta risoluzione se ciò non è pratticabile, seppure,  se restringendosi se restringendosi dall’antico sito per l’istruzione stabilite ed occupate oltre il decennio, se queste porzioni di terra debbono contribuire annua somma. Per servire al mantenimento della Trazzera in ogni anno avogandosi per prima alla situazione dei pileri, e poi al manutenimento (manutenzione) della stessa Trazzera.

            In questa pagina abbiamo letto che le trazzere da canne 18 si sono ristrette a canne 12, larghezza sufficiente per far pascere gli armenti. Qui si nota una continua contraddizione del nostro Maestro perché nelle precedenti pagine abbiamo letto che la larghezza a causa delle usurpazione era divenuta miserabile. Ritengo che  canne 12 non è una misura miserabile corrispondente a oltre m.25 circa.  Quindi le informazioni che ha  avute il Maestro Segreto si dovevano riferire a quelle città ove c’era in prevalenza pastorizia e non a tutte le trazzere della Sicilia.

Pagina 11

In questa pagina il Segreto annuncia al Re che si è astenuto di prendere la decisione riguardante il pagamento dell’Agrimensore e consiglia di corrispondere a essi il mero lavoro svolto da far pagare a tutti i possessori che hanno usurpato e ristretto la trazzera da una larghezza imposta dalla consuetudine del luogo a cinque o tre canne per il lavoro svolto dagli usurpatori.

Per quanto infine  riguarda all’Agrimensore rassegno a V. E. doversi soddisfare il mero jus laboris da quei possessori che risultano usurpatori dall’aversi coltivato terreno, che per la rispettiva consuetudine del Paese doveva restare per Trazzera di cinque canni o di tre si sono anche ristrette dall’industria di tali usurpatori. Io in adempimento dei comandi di V. E. mi sono astenuto di dar queste provvidenze universali, e soltanto ho stimato dar retta ad alcune particolari inquisizioni per le quali mi sono state avanzate le istanze…

            In quest’ultima pagina conclusiva il Marchese comunica al Re per suo maggior merito di avere incaricato per le usurpazioni commesse non solo i Regi Segreti dei luoghi, ma anche i Regi Proconservatori. La lettera il Segreto la Chiude restando in attesa di una  superiore ed adeguata risposta del Re sul da farsi atta a risolvere i problemi rilevati per il comune e universal vantaggio. Chiude con un distinto e devoto ossequio.  Palermo 16 febbraio 1789.

            In chiusura, scusandomi ancora una volta della lunghezza dell’argomento che, anche questa volta, non ho ritenuto frammentarlo in più parti, questa lettera resta lettera morta non avendo ritrovato la risposta del Re. Tuttavia resta importante per avere ricavato numerose conferme. In primo luogo la protesta del Marchese Moleti di Messina che era chiaramente delimitata al pagamento del dazio al passaggio del proprio bestiame e non alla larghezza delle Trazzere. Ricordo che il reclamo del Moleti ha prodotto il primo Dispaccio del 1785 a firma Caramaico (Vedi capitoloV-Parte II, pubblicato il 13 maggio 2017) e in breve tempo ha scatenando in tutta la Sicilia, una tempesta senza fine, volta alla ricerca delle trazzere. L’assunto è pienamente dimostrato dalla comunicazione degli Ufficiali di Castroreale sulle larghezze in quel territorio che abbiamo letto sopra a pagina 6. Infatti, nessuna strada di Castroreale ha una larghezza di canne 18.2. Si deduce che il Marchese Moleti poteva reclamare solamente per il dazio pagato al passaggio del suo bestiame diretto verso le fiere di altre città e non per l’ampiezza delle Trazzere giacché quelle della sua città erano di molto inferiore a quella canonica di canne18.2. Presumo che il Marchese non poteva neanche immaginare un simile trambusto contro se stesso. In secondo luogo abbiamo sopra evidenziato contraddizioni e falsità del Segreto volte a cospargere l’intera Sicilia di Trazzere armentizie.

Per simili usurpazioni commessi avendone incaricato la prova ai rispettivi Segreti ai quali ho aggiunto i Regi Proconservatori per mio maggior merito di mia incombenza. Tanto in discarico  del mio dovere ho stimato sommettere all’alto intendimento dell’E.V. affinché col suo superiore lume tenendo tutto presente, andasse a risolvere e comunicarmi quel tanto che dovrà eseguirsi per il comune ed universal vantaggio, ed al maggior accetto dal Real Servigio per portarsi da me religiosamente eseguire; Ma con distinto ossequio riverendola devotamente mi…

Eccellentissimo Signore Palermo 16 febbraio 1789

A Sua Eccellenza per la via della Real Camera Patrimoniale.

            Prossimamente pubblicheremo un’elegantissima lettera manoscritta in latino, senza data, a firma Damiani. Così abbiamo esaurito la trattazione di tutti i documenti ritrovati nella “Busta 275 del Maestro Segreto” dell’Archivio di Stato di Palermo. I successivi documenti a partire dal 1799 si trovano nel Fondo Archivistico della “Real Segreteria Incartamenti” che verranno pubblicati e commentati in seguito.

            Grazie alla traduzione “della Lettera Damiani” del professor Carlo Cataldo di Alcamo che mi ha gratificato della Sua amicizia la propongo ai miei cari lettori. Osserveremo che tutte le Vie pubbliche sono chiamate Trazzere, mentre la loro larghezza resta indeterminata (secondo consuetudini e statuti locali – reca la comune sentenza di uomini di legge). La lettera è composta di una sola pagina seguita da altri quattro righe in seconda pagina. Questa volta considerata la brevità della citata lettera ritengo opportuno di aggiungere, senza rimarcare eccessivamente  la penna,  il primo rigoroso “Bando e Comandamento del 18 ottobre 1789” a firma del vice re Caramaico che fa seguito alla “Relazione” dell’illustre Marchese D. Francesco Buglio e Grimaldi. Ci accorgeremo (ed è un bene tenerlo sempre in memoria) che vige ancora la distinzione tra Via pubblica è Trazzera. Tanto è vero, che il Bando in parola multava di onze 50 chi avesse occupato pubbliche Trazzere e onze 20 le Vie pubbliche. La distinzione è chiara e non offre altra interpretazione; abbandonarla per parificare artatamente le “Vie” con le “Trazzere”, come vedremo in seguito, è un grande sacrilegio del Maestro Segreto e dei Governanti.

“Le vie pubbliche, sotto la denominazione di itinerari dell’agro pubblico e consolari e reali, non siano a un certo punto usurpate cautamente, e ciò, secondo ragione, per diritto dovuto. Infatti, ciò, a maggior ragione, è di utilità ma anche di necessità per il traffico di uomini e cose, e ugualmente di greggi e armenti che vi sostino. E la larghezza di vie di tal genere, come – secondo consuetudini e statuti locali – reca la comune sentenza di uomini di legge

(Traduzione del prof. Carlo Cataldo di Alcamo)

 

devono essere costretti i possessori di spazio usurpato a restituirlo, ma se minimamente ciò sia evidente per occupazioni superflue di qualunque comunità, ci si avvalga più spiegatamente in tribunale.

(Traduzione del prof. Carlo Cataldo di Alcamo)

ANTONINO MESSANA

La prossima puntata verrà pubblicata Sabato 10 marzo.

                                                      

Bibliografia

 

Archivio di Stato di Palermo (Catena)Maestro Segreto busta 275

Santagati Luigi– Viabilità e topografia della Sicilia Antica. Volume I. La Sicilia del 1720 secondo Samuel von Schmettau ed altri geografi e storici del suo tempo.Assessorato regionale siciliano ai BB CC AA, Caltanissetta 2006. Pagine 17 e 18. Custodito dalla Biblioteca centrale della Regione siciliana, collocazione LS.E. 2550.

 

 

 

 

 

 

 

 

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